martedì 10 dicembre 2019

Coop Italia Fior Fiore IPA & Fior Fiore Blonde


“Nel corso del 2018, per la prima volta, gli acquisti di birra in Italia hanno raggiunto e superato il miliardo di euro, con un consumo medio pro capite di 32 litri. Continua a crescere la passione per questa storica bevanda, che può offrire agli estimatori tante versioni diverse, per gusto, sapore, tipologia di lavorazione e paese di provenienza. Se la cavano bene le birre straniere, ma crescono anche quelle italiane, sia nel mercato interno sia nell’esportazione che ha raggiunto i 200 milioni di euro e un +11% nell’ultimo anno”: questa la premessa fatta dal gruppo Coop nei primi mesi del 2019 per annunciare il rinnovamento l’ampliamento dell’offerta “Birre Fior Fiore”.  Si parte dall’Italia e dalle Birre doppio malto Fior Fiore (chiara e rossa) prodotte da Pedavena caratterizzate “da un profilo aromatico più ricco e un rafforzamento organolettico del corpo delle ricette, approvate da esperti assaggiatori” (sic)  per arrivare alla Germania dove il birrificio Wieninger, in Baviera, produce la  Birra di frumento IGP tedesca Fiorfiore.  Le novità sono invece rappresentate con due tuffi nella tradizione belga (Blanche e Blonde) e uno in quella anglosassone (English IPA). 
Curiosi di sapere come sono ? Beviamole. 

Pariamo dall’Inghilterra e dal birrificio Robinson che si trova a Stockport, nella grande periferia di Manchester. Personalmente lo ricordo solamente per quella che credo sia la sua birra più famosa e, probabilmente, la meno peggio: parlo della Old Tom, disponibile anche nella sua improbabile versione al cioccolato. Ma Robinson è anche il responsabile (sì, "che può essere chiamato a rispondere di certi atti") della serie delle Trooper, le birre ufficiali degli Iron Maiden e produce già svariate birre per la grande distribuzione inglese (Marks & Spencer) e per le Co-op europee. A loro per il mercato italiano viene chiesto di produrre la Fior Fiore IPA: sarà un clone della Robinsons 9 Hop IPA  (anche’essa  6.0%) ? Non lo sapremo mai. La novità in casa Coop non è però accompagnata da un adeguato restyling delle etichette, che ripropongono le stesse (terrificanti) linee guida di tutta la gamma Fior Fiore. Il comunicato stampa Coop ci vuole però far sapere che la birra ha seguito il “metodo di produzione del periodo coloniale, quando i lunghi viaggi verso l’India richiedevano l’uso di tanto luppolo per la conservazione della birra”. 
Nel bicchiere è perfettamente limpida, il suo colore oscilla tra il ramato e l’ambrato: schiuma biancastra, cremosa, ottima persistenza. Fiori, marmellata d’agrumi, trebbie, terra: l’aroma non è così terribile, anche se trasmette una sensazione di vecchiaia anziché di freschezza. Dopo tutto in una English IPA nessuno va a cercare l’intensità e la freschezza del dry-hopping o del DDH. Purtroppo il peggio deve ancora venire: note metalliche e saponose caratterizzano una IPA che si fa davvero fatica a bere. C’è anche posto per un po’ di caramello, di marmellata d’agrumi e per un amaro terroso e vegetale davvero sgraziato e sgradevole: anche l’alcool (6%) potrebbe essere meglio nascosto. Costa all’incirca 5 euro al litro ma fa rimpiangere i soldi spesi: se proprio volete spendere poco vi conviene andare al discount e mettere nel carrello le IPA prodotte da Amarcord o quelle della Crafty Brewing Company fatte per Lidl dal birrificio irlandese Rye River. Spenderete ancora meno meglio.

Meglio attraversare in fretta lo Stretto della Manica per abbandonare il Regno Unito e recarsi in Belgio dove al birrificio belga Van Steenberge è stata commissionata la Fior Fiore Birra Blonde. Van Steenberge è un birrificio commerciale che produce quasi più per conto terzi che per se stesso e che vanta un numero sterminato di etichette: Gulden Draak, Old Buccaneer, Piraat e Augustijn sono quelle che godono di maggior notorietà e che trovate spesso anche nei supermercati italiani. Ma Van Steenberge è anche colui che produce la Tripel de Garre, e berla alla spina dello Staminee de Garre nell’omonimo vicolo di Bruges è un’esperienza che ogni birrofilo dovrebbe fare almeno una volta nella vita.  Il problema è che Van Steenberge non di rado commercializza la stessa birra con etichette e nomi diversi: difficile orientarsi.  Ad esempio il birrificio belga produce già di suo le Keizersberg Blond, Tripel e Dubbel e quelli della Coop dicono che la Fior Fiore Blonde si basa su una ricetta del 1899 arrivata dall’abbazia benedettina di Keizersberg. Bingo? 
Mi coglie di sorpresa: gushing, dai tecnici di Van Steenberge non me l’aspettavo. Il suo colore invece è perfettamente in bilico tra l’arancio e il dorato, la schiuma non è invece quella “panna montata” tipica della scuola belga. Il naso però non è niente male: coriandolo, chiodo di garofano, pepe bianco, zucchero candito, biscotto, curacao; pulito, abbastanza intenso. Bene anche la sensazione palatale, scorrevole, vivacemente carbonata e con l’alcool (7%) che s’avverte solo nel finale come da manuale belga. La bevuta è meno interessante rispetto al naso ma comunque accettabile: biscotto, miele, zucchero candito e frutta candita disegnano una birra piuttosto dolce che viene comunque abbastanza ben attenuata e bilanciata da un tocco amaricante di curacao e purtroppo spenta da un finale un po’ troppo acquoso. Una belga standard che sembra uscire da un campionario, priva di anima ma che comunque si beve senza problemi. Rispetto alla IPA qui siamo su di un altro pianeta. 
Nel dettaglio:
Fior Fiore IPA, formato 50 cl., alc. 6,0%, lotto L9898, scad. 28/10/2020, prezzo 2,40 €
Fior Fiore Birra Blonde, formato 50 cl., alc. 7%, lotto 19HS, scad. 05/12/2019, prezzo 2,40 €

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

2 commenti:

  1. Cosa si intende con il termine "gushing"? Grazie

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    1. quando la birra schizza fuori dalla bottiglia non appena la stappi

      https://www.youtube.com/watch?v=Rj3Hk_3ffrI

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