mercoledì 12 dicembre 2012

Schorschbräu Schorschbock Ice 13

Brauerei Schorschbräu, a Oberasbach, paesino che si trova dieci chilometri ad ovest di Norimberga, in Baviera. Ovvero, come diventare "famosi" (?) non per la qualità dei propri prodotti ma per il brusio mediatico; neppure il generoso Ratebeer attribuisce punteggi molto alti ai prodotti di questo birrificio, che nel febbraio 2009, reclama il titolo di "birra più forte del mondo" con la Schorschbock 31% che va a scalzare dal primo posto la Samuel Adams Utopias (27%); il record passerebbe quasi in sordina se non fosse che a Novembre dello stesso anno entra in gioco BrewDog, con la Tactical Nuclear Penguin che di ABV fa 32%.  I tedeschi se la prendono a cuore o, più probabilmente, fiutano l'opportunità di un grande ritorno pubblicitario dalla guerra mediatica di ABV con i BrewDogghi. Passa neppure un mese ed a Dicembre esce una Schorschbock in versione 40%, con gli scozzesi che incassano ma a Febbraio 2010 ribattono in modo esplicito, dichiarando di aver affondato la portaerei tedesca: ecco la Sink the Bismarck  (41%). A Maggio i tedeschi ripartono: sono meno fantasiosi, non usano giochi di parole ma, coerenti con gli stereotipi culturali che li riguardano, ripropongono un banale Schorschbock 43%.  Molto meglio l'eccentrica replica degli scozzesi, che a Luglio 2010 mettono in vendita la End of History; in etichetta citano il filosofo Francis Fukuyama come ispiratore del nome, ma più che altro ammettono implicitamente di essersi già stancati del giochino al rialzo della percentuale alcolica. Basta con i piccoli passi, ed invece che replicare al 43% con un banale 44% fanno le cose alla "BrewDog". La End of History  (55%) viene infatti venduta "all'interno di un animale imbalsamato" (scoiattolo, ermellino) che è stato vittima di un incidente stradale, e venduta ad un prezzo che oscilla tra le 550 e le 700 sterline per un totale di solamente 12bottiglie12 messe in commercio e subito sold-out.  I BrewDogghi escono di scena, ma la guerra all'ABV più alto continua; solo che senza il polverone mediatico che gli scozzesi sono in grado di sollevare, non se la fila quasi più nessuno. In sequenza, rilanciano i tedeschi con la Schorschbock 57%, poi arriva un outsider, gli olandesi della 'T Koelschip che rispondono direttamente, senza essere minimamente considerati, a The End of History con una birra chiamata The Start of the Future (60%); la palla ritorna in Scozia, ma questa volta non a BrewDog. Entra in campo la Brewmeister con l'apocalittica Armageddon (65%) che di sterline ne costa "solamente" 60. Finisce qui?  No, perchè la T Koelschip ha da poco alzato l'asticella a 70, con la Mistery of Beer che è anche più a buon mercato (45 Euro). Devono essere birre davvero poco reperibili quelle olandesi, visto che neppure Ratebeer le elenca. Per il momento ci fermiamo qui, aborrendo l'assurda corsa all'ABV più alto e ritornando alla Schorschbräu; abbiamo una bottiglia di Schorschbock Ice 13% Dunkler Eisbock, praticamente una session beer se paragonata a quello che abbiamo passato in rassegna sino ad ora. Ci siamo dilungati sui "record" perché su questa Eisbock c'è davvero molto poco (di positivo) da dire. Il colore, torbido, è marrone; più che di schiuma è lecito parlare di una sottile patina beige che si forma in superficie. Al naso c'è molto poco: caramello, zucchero di canna, gomma bruciata. Ma il peggio deve ancora venire; è una birra incredibilmente priva di struttura. Vista la gradazione alcolica ti aspetteresti un caldo e morbido winter warmer, ed invece ti ritrovi in bocca una birra dal corpo leggero (!), mediamente carbonata (come se aveste lasciato una bottiglia di acqua frizzante senza tappo per un giorno) e quasi watery. Il gusto dura pochi istanti: caramello, sciroppo di frutta (aromatizzato, non naturale) di ciliegia, seguito subito da una nota più aspra (amarena? sidro di mela?) che tenta di portare equilibrio. Ma la birra non c'è già più, è già sparita in uno stagno di acqua e lascia il vuoto con un finale astringente di cartone bagnato ed un'assurda nota salmastra. Torna qualcosa nel retrogusto, un fruttato liquoroso, caldo ed etilico, che ci ha ricordato quei liquidi alla ciliegia che si trovano all'interno dei boeri di bassa qualità. La bevibilità di questa birra è molto limitata non tanto dal contenuto alcolico, quanto dalla sgradevolezza del gusto. Finisce nel lavandino, si salva solamente la bella etichetta e la bottiglia in ceramica grigia. Se avete voglia di bere una Eisbock fatevi un favore: uscite e comprate una bottiglia di Aventinus Eisbock e cancellerete per sempre la parola Schorschbräu dalla vostra memoria. Formato: 33 cl., alc. 13%, lotto sconosciuto, scad. 15/07/2013, prezzo 6.99 Euro.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. io l'ho trovata in un supermercato in Germania.
      In Italia ho intravisto qualche Schorschbock al Grand Cru beershop di Rimini.

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