Secondo appuntamento con la beefirm polacca AleBrowar, presentatavi in questa occasione. Attiva da maggio 2012, sede operativa a Lebork, ottanta chilometri da Danzica e produzione a Sztum (150 chilometri di distanza) presso la il birrificio Gosciszewo. I titolari sono Bartek Napieraj, Michał Saks e Arkadiusz ‘Arek’ Wenta.
Per quel che valgono le classifiche di Ratebeer, la beerfirm parte molto bene: nell’anno del debutto (2012) viene eletta miglior nuovo "birrificio" polacco e in seguito miglior "birrificio" (le virgolette sono mie, visto che non ha impianti) polacco in assoluto del 2014. L’ultima classifica dei migliori 100 birrifici al mondo secondo Ratebeer ospita anche tre "birrifici" polacchi, ed uno di questi è AleBrowar. Il loro slogan (Hop Heads) la dice lunga sulle birre che vengono prodotte, ma tra le varie declinazioni di IPA c’è spazio anche per qualcosa di diverso.
Nel 2013 la beerfirm chiama a raccolta i propri “fan” per un sondaggio on-line: viene chiesto loro quale “variante” di una delle birre prodotte vorrebbero veder realizzata. La vincitrice è la (extra) stout della casa chiamata Smoky Joe: i “fan” ne vorrebbero una versione “torbata” anziché affumicata. Ad inizio 2014 la precedente Smoky Joe, che nel gioco del beer-rating si beccava un 97/100 su Ratebeer, viene mandata in pensione e viene sostituita dalla AleBrowar Smoky Joe Fan Edition, attualmente posizionata a 98/100.
La nuova ricetta contempla frumento maltato, avena, orzo tostato, malti Carapils, Chocolate e torbato (45 ppm); il lievito è Safale S-04 mentre i luppoli utilizzati sono Challenger e Fuggles; se Google ha tradotto correttamente dal polacco, in sostanza è avvenuta la sostituzione del malto affumicato (legno di faggio) con quello torbato.
Il suo colore è un marrone molto scuro, ai confini del nero; nel bicchiere si forma una cremosa e compatta schiuma beige, dalla buona persistenza. L’aroma – di buona intensità - è dominato da profumi che ricordano la pancetta affumicata, c’è solo una lieve componente salmastra in sottofondo. Il gusto non brilla particolarmente di pulito: s’avverte una generale sensazione di torrefatto, poco elegante, alla quale s’affiancano le note di carne affumicata. La bevuta non presenta particolari difficoltà anche perché la consistenza di questa stout è piuttosto (troppo) acquosa, risultando un po’ slegata e poco morbida. Le bollicine sono poche, la chiusura è leggermente astringente con una suggestione di caffè, tostature ed un timido warming etilico. Definitivamente più interessante in bocca che al naso, questa Smoky Joe ha una buona intensità ma, a mio vedere, pecca profondamente nell'eleganza. I sapori ci sono, ma la bottiglia da me bevuta risulta piuttosto grezza e rozza, con tanto lavoro da fare per pulire, raffinare e smussare le asperità: da sistemare anche il mouthfeel, che in questa occasione si è dimostrato un po' troppo acquoso e slegato.
In conclusione mi diverto a gettare un sassolino nella divertente mare del beer-rating: se questa birra è un 98/100, che cosa dovremmo dare (affumicato o no) a questa, questa oppure a questa?
Formato: 50 cl., alc. 6.2%, IBU 45, scad. 06/07/2015, pagata 4.50 Euro (beershop, Italia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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