L’acronimo SPA è oggi utilizzato in tutto il mondo per indicare genericamente un centro termale o uno stabilimento che offre trattamenti per la salute del corpo e della mente: in una parola, benessere. Solitamente si pensa alle iniziali della locuzione latina Salus Per Aqua (Sanitas Per Aquam/Aquas), ossia “salute per mezzo dell’acqua”, ma pare che si tratti di un retroacronimo: in realtà il termine originerebbe semplicemente dall’omonima stazione termale belga, nella provincia di Liegi, conosciuta in tutta europa dal XIV secolo per le sue benefiche acque minerali e termali. La sua fama portò ad utilizzare il termina Spa come sinonimo del termalismo, dapprima in inglese e poi in altre lingue.
Ma la birra che c'entra? Beh, in giornate calde come queste anche una rinfrescante bottiglia è sinonimo di benessere e quindi di SPA. Il passaggio è un po’ forzato ma un po’ di verità c’è. SPA è il nome scelto dagli inglesi di Buxton per identificare la propria Special Pale Ale; è una delle prime birre realizzate dal birrificio fondato nel 2009 da Geoff e Debbie Quinn.
Da quanto leggo la ricetta è stata profondamente rivisitata nel 2011 dal birraio James Kemp, nei suoi due anni di permanenza a Buxton prima del passaggio di consegne del 2013 con Coling Stronge, attuale head brewer. La versione attuale della Buxton SPA è, utilizzando le parole del birrificio, uno “showcase” del luppolo americano Citra, anche se non credo si tratti di una single-hop: la sua gradazione alcolica (4.1%) rimane all’interno della soglia di sessionabilità: peccato solo per il formato da 33 centilitri, decisamente insufficiente in giornate come queste. E dire che qualche anno fa le Buxton erano tutte prodotte nel classico mezzo litro anglosassone.
Dorata, leggermente velata, la Special Pale Ale di Buxton forma un bianco cappello di schiuma compatta e cremosa, dall’ottima persistenza. Mandarino, arancio, limone ed in tono minore altri rappresentanti della famiglia degli agrumi (cedro, pompelmo) vanno a comporre il fresco e pulito bouquet olfattivo con qualche sentore più dolce di pesca. Molto bene la sensazione palatale, corpo leggero, la giusta quantità di bollicine ed una grande scorrevolezza senza nessun pericoloso scivolone nel “troppo acquoso”. I malti regalano note di crackers e un leggerissimo mielato a supporto dell’abbondante carico di agrumi (soprattutto arancio, pompelmo e lime) che proseguono nella stesa direzione dell’aroma: molta scorza, lievissima presenza dolce di polpa, e finale spiccatamente zesty con delicate sfumatura erbacee. Secca, pulitissima e ben profumata, ça va sans dire che questa SPA è una birra dall’elevatissimo potere rinfrescante e dissetante, perfettamente riuscita nella sua semplicità. Fa quello che deve fare andando dritto al sodo: è una di quelle birre che, quando la temperatura esterna si avvicina ai trenta gradi, vorreste sempre avere nel bicchiere, con l’unico deplorevole inconveniente che vi toccherà andare a ripienarlo con elevata frequenza.
Formato: 33 cl., alc. 4.1%, lotto G:B14, imbott. 13/04/2015, scad. 13/01/2016.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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