Prende il nome dal personaggio del film italiano Cabiria (1914), l'ultima Double IPA di Toccalmatto: un uomo mitologico di straordinaria forza, del quale però non vi è nessuna traccia nella mitologia greca o romana. Pare che l'invenzione del nome Maciste sia da attribuire a Gabriele D'Annunzio, ma non c'è accordo su questo punto; certo è che questo eroe forzuto ed atletico fu poi protagonista di moltissimi film italiani e anche stranieri.
Viene presentata in anteprima a Londra al Great British Beer Festival dell'agosto 2014 e il 31 dello stesso mese in contemporanea nei locali King Arthur di Ciampino e Birra+ di Roma. Il perché è presto spiegato: pare che l'idea di questa birra sia stata concepita in occasione del compleanno di Bruno Carilli, patron di Toccalmatto, e Gianluca Spuntarelli, publican del King Arthur, con la collaborazione di Valerio Munzi del Birra+.
La ricetta prevede malti Pils e Carapils, ma soprattutto luppoli Simcoe, Chinook, Warrior, Amarillo e Centennial, quattro di questi utilizzati anche in dry hopping.
Nel bicchiere si presenta di colore dorato, velato, con una testa di schiuma bianca non troppo generosa ma cremosa e compatta, molto persistente. L'aroma è fresco e pulito, anche se il bouquet fruttato non è particolarmente intenso: passano in rassegna pompelmo, arancio e mandarino, con una leggera presenza di dolce tropicale, soprattutto ananas.
Le cose si fanno decisamente più coinvolgenti e intense al palato: ingresso di crosta di pane, il dolce del miele e della frutta tropicale (ananas, mango) danno un bell'equilibrio ad una bevuta nella quale l'intenso amaro resinoso diviene lentamente il protagonista. L'alcool non si nasconde, mostrando tutto il contenuto alcolico (8.5%) dichiarato in etichetta: è una Double IPA molto pulita e robusta che si beve con discreta facilità e che, soprattutto, si mantiene sempre bilanciata senza mai scivolare in derive troppo amare. Ottima la sensazione palatale, con il giusto livello di bollicine, un corpo medio, ed una discreta morbidezza. Chiude con una bella secchezza, lasciando una lunga scia amara nella quale le note leggermente pepate della resina s'incontrano con il calore etilico.
Penalizzata da un'aroma tutt'altro che esplosivo per una Double IPA che vanta "quattro dry hopping di luppoli americani in quantità incoscienti", Maciste prova la sua scalata all'olimpo delle migliori interpretazioni italiane senza tuttavia arrivarci, regalando comunque un'ottima bevuta, con l'alcool forse un po' troppo in evidenza, soddisfacente ma - almeno per quel che mi riguarda - piuttosto avara di emozioni.
Formato: 33 cl., alc. 8.5%, lotto 15017, scad. 19/05/2016, pagata 4.80 Euro (birrificio).
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