Apre ufficialmente le sue porte al pubblico lo scorso 23 maggio, con la sua festa d'inaugurazione, il birrificio Hammer - Italian Craft Beer. Sede a Villa d'Adda (BG), Hammer è di proprietà della famiglia Brigati, da tempo titolare di un mollificio: è Fausto il membro della famiglia ad essere stato contagiato dalla passione per la buona birra e ad aver coinvolto nella costruzione di un birrificio anche il fratello Roberto ed il padre Angelo.
Come racconta Birranotizie, Fausto ha alle spalle qualche esperienza di homebrewing ed un corso Unionbirrai sull'apertura di un birrificio: in una superficie di 1300 metri quadrati, viene installato un impianto automatizzato da 20 hl. con sala cottura Flex-Bräu (EasyBrau), cinque fermentatori con serbatoi da 2500 litri ed una linea d'imbottigliamento a pressione isobarica. Un investimento iniziale importante (le dimensioni sono paragonabili a quelle di Brewfist, Ducato e Toccalmatto) doveva vedere al timone qualcuno con una comprovata esperienza: la scelta del birraio cade su Marco Valeriani, classe 1981, che ha quindi lasciato dopo alcuni anni di fruttuosa collaborazione (Verguenza e Due di Picche, solo per citarne alcune) il Birrificio Menaresta.
Logo ed etichette vengono affidate allo studio italo-londinese ByVolume.net: Hammer parte con una gamma di birre già numerosa: Riverside (Pale Ale), Workpiece (Session IPA), Bulk (Porter), Asia (Blanche), Westfalia (Koelsch), Spring (Amber Ale), Wave Runner (IPA), Killer Queen (Double IPA), Black Queen (Black IPA) e Daarbulah (Imperial Stout): soprattutto fusti, al momento, ma pian piano stanno arrivando anche le prime bottiglie.
E' ovviamente difficile, per chi ha apprezzato le birre realizzate altrove da Valeriani, non fare confronti con il suo "lascito" a Menaresta. Ma quello è il suo passato, ed ora parliamo di Hammer.
La Wave Runner IPA si presenta nel bicchiere di colore dorato leggermente pallido e lievemente velato; la bianca schiuma cremosa è fine e compatta ed ha un'ottima persistenza. Birra molto fresca, in bottiglia da poche settimane e aroma che ne trae giovamento: la buona intensità permette di assaporare i profumi di pompelmo, lime e limone, mandarino, con una leggerissima nota "dank" in sottofondo. Ottime pulizia ed eleganza, mentre qualche appunto si potrebbe forse muovere sulla composizione del bouquet che, almeno in questa bottiglia, risulta un po' monocorde (agrumi, agrumi, agrumi…). Perfetta al palato, con corpo medio, il giusto livello di bollicine e soprattutto una bella morbidezza che non ne limita la scorrevolezza. Il gusto ricalca quasi fedelmente l'aroma: su una leggera base maltata (crackers, miele) c'è l'egemonia degli agrumi spezzata solo da qualche lieve ricordo di ananas. L'alcool (6.5%) è molto ben nascosto e la bevuta risulta pulitissima e veloce quasi come fosse una session beer: il finale è molto secco, con un amaro intenso ed elegante caratterizzato dalle note pungenti della resina e dalla scorza d'agrumi. La mano del birraio Valeriani anche qui preferisce costruire equilibrio piuttosto che potenza, con il risultato di una IPA raffinata, godibilissima e rinfrescante: dovessi fare un solo appunto, peraltro guidato dal mio gusto personale, riguarda la necessità di tirare fuori maggiormente la frutta tropicale rispetto al dominio degli agrumi.
Siamo alle prime cotte e saranno senz'altro fatti leggeri aggiustamenti, ma il livello di partenza di questa IPA di Hammer è davvero alto; volendo fare l'inevitabile paragone con il passato di Valeriani forse non è ancora al livello della Verguenza Summer bevuta (casualmente?) qualche giorno fa, ma sul fatto che Hammer diventerà in poco tempo uno dei protagonisti della scena brassicola sono in molti a scommettere e qualche spicciolo me lo gioco volentieri anche io.
Formato: 33 cl., alc. 6.5%, L139, data produz. 05/2015, scad. 30/11/2015, pagata 4.50 Euro (beershop, Italia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Nessun commento:
Posta un commento