sabato 15 febbraio 2014

Dogfish Head 120 Minute IPA

Non solo birraio ed imprenditore, ma anche prolifico scrittore, Sam Calagione pubblica nel 2006 il libro "Extreme Brewing: An Enthusiast's Guide to Brewing Craft Beer at Home". Il concetto di "birre estreme" è difficile da generalizzare: nel suo libro Calagione si riferisce soprattutto alla creazione di birre con ingredienti inusuali (spezie, frutta, ortaggi, erbe..), ma si può senz'altro definire anche estrema una birra dal contenuto alcolico del 20%. Nata nel 2003, è stata per lungo tempo la Imperial IPA più alcolica al mondo, prima di venir superata nel 2010 dalla Sink The Bismarck di Brewdog (41%); più recentemente è stata sorpassata anche dalla Octo-Pyroclastic Black IPA del birrificio francese Fleurac. Nel frattempo (2009), Sam Calagione aveva fatto alcuni accorgimenti sulla ricetta abbassando l'ABV da 20% a 18%. Difficile anche incasellarla in uno stile: nonostante l'etichetta dica "IPA", dopo averla bevuta vi rendete conto che non sarebbe neppure appropriato catalogarla come American Strong Ale o come American Barley Wine.
Nel corso della bollitura,  che dura appunto 120 minuti, la birra viene continuamente luppolata. Segue un continuo dry-hopping che avviene, quotidianamente, per tutto il mese in cui la birra riposa nel fermentatore; terminata questa fase, la birra viene lasciata maturare per un altro mese assieme a dei coni di luppolo. La potete bere fresca, come andrebbe normalmente fatto con tutte le birre molto luppolate, oppure anche invecchiare ("per oltre un decennio", assicura Calagione) come si può fare con le birre di una certa gradazione alcolica.
Passo al caso specifico, una bottiglia del 2012 (Febbraio, credo) che ha dunque compiuto due anni dall'imbottigliamento. All'aspetto è di colore oro antico con riflessi ambrati, praticamente limpida; notevole che (a 18%, non riportati in etichetta, tra l'altro) si formi ugualmente un discreto cappello di schiuma, biancastra, un po' grossolana ma dalla discreta persistenza. Se l'aspetto è un bel biglietto da visita, l'aroma non si rivela per nulla entusiasmante: è pulito ma abbastanza dimesso; c'è subito un incontro con l'alcool (bourbon), caramello, frutta candita e marmellata d'arancia. In bocca è ricchissima, viscosa ed opulente, con il corpo pieno e solo lievemente carbonata. La presenza di alcool è molto ben sopportabile; inutile negarla, c'è e si sente, scalda, ma non è mai particolarmente invadente. In grande evidenza i malti, con note di biscotto, toffee e caramello, frutta candita, soprattutto agrumi. Dopo due anni è ovviamente rimasto poco dell'abbondante luppolatura e la bevuta è inevitabilmente dolce, con un residuo amaro/resinoso che, anzichè rendere la birra amara, va a bilanciare la dolcezza della imponente base maltata. In questo senso è davvero sorprendente l'equilibrio che questa birra riesce a mantenere nonostante l'evidente evoluzione che ha subito. Chiude con un lungo retrogusto maltato, morbido, caldo ed etilico (bourbon) con un lieve presenza di frutta sotto spirito. Non c'è tuttavia molta complessità, gli elementi in gioco sono sempre quelli, anche se molto puliti e ben dosati; si sorseggia quindi senza particolare impegno ma con una leggera noia, soprattutto se la bottiglia è tutta per voi,  e lentamente iniziare ad avvertire l'effetto dell'alcool. Non l'ho mai bevuta fresca, ma a due anni d'età mi sembra una birra che si trova un po' in una terra di nessuno; perso l'amaro di gioventù, non ha ancora assunto quelle caratteristiche interessanti (vinose, marsalate, ossidate) tipiche del passaggio del tempo.
Calagione la consiglia in abbinamento alle mandorle affumicate (?), a carne affumicata, agnello alla griglia e gingersnaps (biscotti allo zenzero). Per l'immancabile il video di presentazione realizzato da Sam Calagione, andate qui. Per invece tentare di replicarla a casa, con le vostre pentole, vi consiglio di dare un'occhiata qui. Non ha probabilmente molto senso confrontarla con le due sorelle minori, la 60 e la 90 Minute IPA, visto che la 120 è una birra completamente diversa. Dovessi comunque scegliere tra le tre, la preferenza va in assoluto alla 90 Minute, e non per il luogo in cui l'ho bevuta per la prima volta.
Formato: 35.5 cl., alc. 18%, IBU 120, lotto 2012F.

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