sabato 8 febbraio 2014

Struise Black Albert

Oggi si parte da lontano, nella piccola cittadina di Lovell, USA, nello stato del Maine: qui si trova l'Ebenezer's Restaurant & Pub, che il sito di rating Beer Advocate ha per cinque anni di fila eletto miglior pub americano. Gestito dal 2004 da Jen and Chris Lively, vi accoglie con trentacinque spine ed un impressionante selezione in bottiglia che conta un migliaio di etichette, con ampia selezione vintage. Nel 2007, per celebrare il terzo anniversario del locale, Chris contatta il birrificio belga De Struise per avere una birra speciale da offrire durante l'annuale Belgian Beer Festival che si tiene presso l'Ebenezer. Gli "amici" Struise decidono di produrre una birra completamente nuova, in onore di Alberto II, sesto re belga, utilizzando solamente ingredienti belgi. Il risultato - molto soddisfacente - è una Imperial Stout che viene chiamata Black Albert. Terminato il festival, la birra continua comunque ad essere prodotta in Belgio dagli Struise mentre Chris decide di mettere quella che è avanzata ad invecchiare in botti di bourbon "Four Roses". Anche questo esperimento risulta molto bene riuscito, e la "Four Black Roses" ottiene un grande successo all'Ebenezer; gli Struise decidono ovviamente di fare lo stesso in Belgio, ma preferiscono evitare problemi legali (copyright) e scelgono di non utilizzare il nome Four Black Roses. La Black Albert finisce comunque in botte, diventando la base per una serie molto ampia di birre barricate che vengono in seguito commercializzate dagli Struise; lo stesso esperimento (dodici mesi in botti di bourbon Black Roses) prende allora il nome di Cuvée Delphine. Segue poco dopo la serie Black Damnation (2010-2012); a seconda della versione,  la Black Albert viene di nuovo invecchiata in diverse botti, oppure il 50% di Black Albert serve come base per un blend con altre birre degli Struise o di altri birrifici.
Restiamo per il momento fermi alla versione basica, quella Black Albert prodotta per la prima volta nel 2007. Assolutamente nera, maestosa nella sua oscurità; la schiuma è splendida, color marrone chiaro, molto cremosa e molto persistente, al punto che ne rimane un "dito" nel bicchiere quasi sino alla fine della bevuta. L'aroma è incredibilmente ricco e complesso, sorprendentemente dolce e zuccherino rispetto al colore della birra: fichi, uvetta, tortino al cioccolato, canditi, liquirizia, caramello bruciato, panettone (con vino moscato, o passito, nell'impasto), cioccolato amaro al rum. Basterebbe solamente questo per essere già soddisfatti, ma la festa deve ancora iniziare: in bocca è imponente, massiccia, con un corpo pieno, quasi masticabile. La carbonazione è scarsa, la consistenza è morbida, cremosa, assolutamente appagante, quasi vellutata al palato. Più che una birra risulta un vero e proprio dessert o, volendo, un pasto intero. Prugna disidratata, tostature, liquirizia, datteri, cioccolato amaro, zucchero candito, qualche nota legnosa: l'alcool (13%) è ovviamente presente ma è una birra che si beve con una buona facilità. Proprio quando il palato è saturo di sapori, c'è una lieve acidità che porta un leggero sollievo prima di un retrogusto opulente, ricco di caffè, cioccolato amaro, rum, tostature e qualche nota di cenere; la bocca rimane quasi avvolta da una coltre calda di frutta sotto spirito, densa, appiccicosa. Una birra intensissima, complessa e maestosa, da assaporare e gustare sorso dopo sorso; come detto, si lascia bere abbastanza facilmente presentando il conto quando è ormai troppo tardi. Ma dopo aver bevuto una Black Albert, potete considerare la vostra serata conclusa ed andare a letto felici e soddisfatti. 
Formato: 33 cl., alc. 13%, lotto "D", scad. 09/2015.

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