Ritorna sul blog la Brasseria della Fonte, giovane birrificio che avevo ospitato l’anno scorso a pochissimi mesi dal debutto, avvenuto a giugno 2016. Gli impianti si trovano all’interno dell’agriturismo La Fonte (Podere Fonte Bertusi di Sopra) con con alloggi, piscina e ristorante a soli tre chilometri da Pienza, nella splendida cornice della Val d'Orcia.
La zona è terra di pregiati vigneti: Montalcino e Montepulciano sono a pochi chilometri ed era quasi inevitabile che prima o poi anche le birre realizzate da Samuele Cesaroni entrassero in contatto con il vino. E’ quello che è accaduto nel caso della Old Style Farmhouse, una saison che ha passato l’inverno 2016 a maturare in botti ex-vino rosso.
La birra è nata di collaborazione con la vicina (8 km) Azienda Agricola CasaGori, giovane realtà guidata da Matteo Gori che produce soprattutto miele, olio e vino. Ma CasaGori è anche beerfirm, con due saison (Fortuna 72 e Farmhouse) e che vengono prodotte sugli impianti della Brasseria della Fonte; Samuele e Matteo hanno poi voluto mettere a riposare la Farmhouse di CasaGori per tre mesi in botti ex-vino rosso con aggiunta del lievito Belgian Sour Mix; la ricetta della originale della birra (reperibile sul sito della Brasseria della Fonte) prevedeva malti Pale (70%), Pilsner (20%), segale (10%) e una luppolatura a base di Magnum, Cascade e Hallertauer Mittelfrüh. La fermantazione è avvenuta in botte di vino con lievito M29 (French Saison).
Il lotto prodotto è stato equamente diviso a metà: sono quindi nate la Old-Style Farmhouse 2016 della Brasseria della Fonte e quella di CasaGori.
La birra.
Il suo colore è un bel dorato carico che ricorda il sole dei tardi pomeriggi d’estate: la schiuma che si forma è cremosa e compatta ed ha un’ottima persistenza. Al naso c’è pulizia, intensità ed un bel equilibrio tra profumi floreali, crosta di pane, una delicata speziatura e le note di vino e legno. Ad una saison altro non si può chiedere che di scorrere a grande velocità e senza intoppi e questa Old-Style Farmhouse non fa eccezione: personalmente avrei forse gradito qualche bollicina in più. Sarebbe comunque un peccato non sorseggiarla con più calma, perché nel bicchiere c’è una buona complessità tutta da gustare: ritornano le note della crosta del pane, qualche accenno di cereali e di miele e una componente dolce che richiama la frutta a pasta gialla "zuccherata", senza mai sconfinare nel candito. Ma il carattere dominante è quello vinoso, con il passaggio in botte apporta anche qualche accenno legnoso ed una marcata asprezza di frutta acerba, sopratutto uva. L'alcool è molto ben nascosto, la chiusura è delicatamente amara e, oltre alle note terrose del luppolo, chiama in causa anche qualche tannino.
Una birra interessante e un "primo tentativo" piuttosto ben riuscito che regala soddisfazioni al palato: per il mio gusto forse la caratterizzazione vinosa va un po’ oltre le righe rilegando in secondo piano la birra in alcuni passaggi, e c’è una componente zuccherina un po’ troppo ingombrante che andrebbe limata a favore di una maggior acidità e secchezza. La base c'è comunque tutta, le idee sono ben definite e a questo punto si tratta più che altro di lavorare su poi dettagli.
Formato: 75 cl., alc. 6.8%, IBU 35, lotto 44/2016, scad. 15/01/2019, prezzo indicativo 12.00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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