Põhjala è il rappresentante più noto della birra artigianale estone, ma non è più solo: è stato il primo (2011) ed ha ispirato altri birrai a contrastare il dominio dei tre marchi nazionali A. Le Coq, Saku Õlletehas (Carlsberg) e e Viru Õlu (Harboe). Oggi ce ne sono quasi una cinquantina, tra microproduttori e beerfirm. Lehe Pruulikoda (Birrificio Lehe Brewery) è stato fondato nel 2013 da Tarmo e Gristel Tali. Nel 2009 in Estonia non c’erano molte risorse per gli homebrewers, ma la coppia riesce ugualmente a reperire qualche kit e a sperimentare nella sauna della loro casa. Sono però i viaggi, prima in California e poi a Londra per lavoro, a far entrare Tarmo in contatto con la craft beer e con un mondo di profumi e sapori a lui sconosciuti; ogni volta che si trova in Inghilterra porta a casa con sé luppoli, malti e lieviti, materie prime difficili da reperire nel proprio paese.
I complimenti degli amici e i primi segni di vita della Craft Beer Revolution estone lo convincono nel 2013 a scendere in campo: ottiene un mutuo, lascia la propria precedente occupazione e assieme alla moglie apre il birrificio Lehe a Keila, venti chilometri da Tallinn. L’attrezzatura arriva in autunno e nel febbraio 2014 sono pronte le prime tre birre: l’American Pale Ale Blackmouth Cur, la Black IPA Lõbus Njuufa e la Session IPA Väike India. “Nessuna di quelle tre birre uscì dal birrificio - ricorda Tarmo – Adattare le ricette casalinghe a un impianto professionale da 10 ettolitri non fu facile e ne pagammo il prezzo. Meritavano un debutto migliore e quindi decidemmo di buttarle via e rifarle da capo”.
Con i necessari aggiustamenti Lehe diventa in pochi anni uno dei protagonisti della birra artigianale estone, aumentando ogni anno la propria capacità produttiva con l’acquisto di nuovi fermentatori e di una nuova linea d’imbottigliamento americana. Sino ad ora Lehe ha sfornato quasi 100 diverse etichette, incluse numerose collaborazioni con birrifici esteri: la gamma va dall’analcolica Kas Te Olete Täna õhtul Vaba? (Are You Free Tonight – 0.5%) alla esagerata Triple (Quintuple!) IPA Übermensch (20%).
La birra.
Confesso la mia più completa ignoranza sulla birra artigianale russa, ma da quanto leggo anche là le cose si sono messe in moto. Il primo produttore artigianale di San Pietroburgo è il birrificio Vasileostrovskaya, attivo dal 2002; nel 2016 l'incontro con Lehe per realizzare assieme l’Imperial Stout Ravnodenstvie (Equinozio) con aggiunta di vaniglia del Madagascar. Dopo qualche mese è arrivata anche la versione Barrel Aged, invecchiata in botti ex-rum. Una scelta quasi obbligata: collabori con un birrificio russo e non fai una Russian Imperial Stout?
Il suo colore è molto prossimo al nero, la schiuma è cremosa e compatta ed ha una discreta persistenza. La vaniglia è indisturbato protagonista di un aroma dolce che accoglie anche fruit cake, cioccolato al latte, melassa e qualche accenno di tostato: l’intensità sopperisce alle lacune di pulizia ed eleganza. Un agglomerato dolce comunque piacevole e avvolgente. Al palato è piena e densa ma le manca un po’ di morbidezza: c’è qualche bollicina di troppo. La bevuta segue pedissequamente l’aroma e porta quindi la vaniglia in primo piano su di un palcoscenico che ospita caramello, fruit cake, cioccolato e qualche nota di frutta sotto spirito. Anche qui c’è intensità, l’alcool (11%) si rivela completamente in un finale caldo e lungo nel quale appare anche qualche timida nota amaricante proveniente dai luppoli anziché dai malti tostati. E’ proprio della componente tostata/torrefatta che si sente un po’ la mancanza in questa birra che ricalca la scuola “dolce” estone, leggasi Pohjala. Pulizia ed eleganza sono ampiamente migliorabili ma nel complesso è una Imperial Stout che si beve con buona soddisfazione. In una bottiglia che dovrebbe avere almeno un paio di anni di vita la vaniglia è ancora predominante: non oso pensare come fosse quando era appena stata imbottigliata.
Formato 33 cl., alc. 11%, IBU 110, lotto 5, scad. 05/09/2019, prezzo indicative 5.00 euro (beershop) NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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