Una Pale Ale generosamente luppolata con Galaxy e Citra: ci sono tutti gli ingredienti giusti per fare una birra moderna e di successo. E’ questa l’idea alla base della Galaxy Citra Flicker, una delle ultime nate (novembre 2018) in casa Lervig, birrificio norvegese e ospite quasi regolare sulle pagine del blog. Una birra dal moderato contenuto alcolico (5.5%) che quasi si sovrappone alla sorella Lervig Easy (4.5%) la quale all’irrinunciabile Citra affiancava l’altrettanto moderno luppolo Mosaic. Come vedremo tra poco, il risultato non cambia molto ma non ha importanza: il mercato ha sempre sete di novità e i birrifici stanno al gioco. Una birra “nuova” ha sempre più fascino del “ritorno” di una già nota, anche se buonissima. E per un birrificio non è un grosso sforzo fare qualche leggero aggiustamento ad una ricetta già collaudata e sfornare una nuova etichetta capace di catturare lo sguardo dei consumatori.
L’identità visiva è un aspetto che non va assolutamente sottovalutato se si ambisce ad una determinata fetta di mercato; alla Lervig lo sanno benissimo e hanno profondamente modificato le loro grafiche negli ultimi anni. Nel 2017 è stata assunta stabilmente la giovane designer danese Nanna Guldbæk. “La cosa è nata quasi per caso – racconta il Mike Murphy di Lervig - ma ora ha preso il sopravvento; le agenzie grafiche tradizionali non hanno la necessaria flessibilità per seguire il mercato e ad esempio realizzare un nuova etichetta in poche settimane. Avevamo bisogno di un designer creativo come noi: Anna è perfetta perché è una bevitrice di birra e ha già lavorato nell’ambiente” .
“Le mie illustrazioni sono fatte sia a mano che al computer e combinano diversi elementi e materiali che potete sentire al tatto” dice Nanna. “Non sono semplici etichette incollate sulle lattine: l’illustrazione si relaziona direttamente con l’alluminio della lattina, con chi la tiene tra le mani e con la birra che contiene. Sono questi gli aspetti che vorrei maggiormente sviluppare in futuro con Lervig”. E l’etichetta della Galaxy Citra Flicker non fa eccezione: ruvida al tatto con il grigio sfocato a predominare richiamando il materiale della lattina stessa. In primo piano un alienato soggetto dal quale spuntano quattro braccia, indossare un visore per la realtà virtuale e armeggiare un rudimentale telecomando che non sembra funzionare molto bene. Davanti a lui un’inquietante marea grigia (uno schermo TV rotto?) sulla quale si scorgono due particelle: lievito? I due luppoli? Non lo sapremo mai.
La birra.
Rispetto alla Easy, la Galaxy Citra Flicker semplifica ulteriormente il parterre dei malti: soltanto Pilsner e Pale accompagnati da avena e frumento per adeguare il mouthfeel agli standard che la moda oggi richiede.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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