Ancora Amager, uno dei birrifici più presenti nel 2015 e in questo inizio di 2016; ma ho ancora qualche loro birra in frigorifero e non è il caso di farle invecchiare. Ancora Amager e ancora una collaborazione con un birrificio americano: si tratta di Cigar City, fondato a Tampa (Florida) nel 2009 da Joey Redner e guidato, in sala cottura, dal birraio Wayne Wambles. Qui il riassunto della storia.
Amager e Cigar City avevano già collaborato nel 2013 realizzando la imperial stout Xiquic And The Hero Twins, prodotta con pepe e legno di cedro; a Copenhagen ammettono che non avevano quindi in cantiere un’altra birra con Cigar City, ma il birraio Wayne Wambles si trovava in zona per la Copenhagen Beer Celebration 2014 e alla sua offerta di fare una nuova collaborativa non hanno saputo dire di no. Viene così elaborata la Session IPA chiamata Orange Crush, la cui ricetta prevede malti Pale, Crystal e Cara-pils, luppoli Citra, Simcoe e Mosaic, scorza d’arancia americana. Il concetto di “session” applicato ad una birra con un ABV 5% stride un po’ se si considera la tradizione europea (English IPA), ma ha un suo senso se applicato ad un’American IPA, i cui confini sono di solito posti tra 5.5 e 7.5%. Siamo comunque al di sopra del contenuto alcolico di altre Session IPA americane come ad esempio Lagunitas DayTime (4.7%), Stone Go To IPA e Firestone Walker Easy Jack (4.5%), giusto per citare quelle che sono transitate sul blog.
Si presenta nel bicchiere di colore dorato carico con riflessi ramati, quasi limpido: la generosa schiuma biancastra che si forma è compatta e cremosa, molto persistente. Al naso emerge un bel boquet pulito ed elegante nel quale sentori floreali vengono affiancati da quelli di pompelmo e arancio, ananas e mango, un tocco di resina e di miele in sottofondo. Bottiglia “nata” lo scorso ottobre, buona intensità e freschezza ancora accettabile.
L’intensità al palato è notevole, partendo da una base maltata abbastanza sostenuta per quella che viene definita una Session IPA: biscotto e lieve caramello fanno da introduzione e da supporto al dolce della frutta tropicale che richiama l’aroma, mentre l’amaro evolve in parallelo dalla delicata scorza del pompelmo a più intense note resinose e vegetali. La chiusura è abbastanza secca, retrogusto amaro intenso ed elegante nel quale se la giocano la resina ed il pompelmo. Morbida al palato, con una carbonazione abbastanza bassa e un corpo medio-leggero, è una (session)IPA molto intensa che sacrifica però un pochino il fattore “bevibilità”, scendendo veloce ma non ai livelli “standard “ di una vera e propria “session”: può essere comunque una piacevole compagna di una intera serata, da ordinare più di una volta. Il caramello – per quel che è il mio gusto personale – spunta un po’ più del dovuto ma finchè la bottiglia è ancora fresca il suo dolce è piacevole e ben integrato con la frutta tropicale, con un risultato coinvolgente. Per il resto, eleganza e pulizia rispettano gli elevanti standard ai quali Amager ci ha ormai abituato.
Formato: 50 cl., alc. 5%, IBU 32, lotto 1170, scad. 10/2016.NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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