Difficile oggi non citare l'American Dream nel parlare di Ballast Point, San Diego, nato come "costola" del negozio per homebrewing Brew Mart di proprietà di Jack White che, in quest'avventura, viene affiancato da uno dei suoi abituali clienti Yuseff Cherney e, un po' più tardi, da Colby Chandler, ex-presidente della San Diego Brewers Guild. Ne avevo parlato qui.
Il Sogno Americano consiste nel fondare un microbirrificio nel retrobottega di un negozio, farlo crescere sino a diventare una delle più rinomate realtà della Craft Beer Revolution a stelle e strisce e poi venderlo dopo venti anni per 1 bilione di dollari. Sì, avete letto bene. La notizia della cessione al gruppo Constellation, proprietario di un centinaio di marchi di vini, birre e distillati, risale allo scorso novembre 2015: pensate a Corona, Modelo Especial, Negra Modelo, Pacífico e Tsingtao, tutti marchi che stridono fortemente con "dedicated to the craft" il motto che accompagna il logo del birrificio di San Diego. Personalmente m'interessa solo quello che c'è nel bicchiere, e poco importa se a produrlo sia un artigiano in un garage o una grande multinazionale. E - discorso generale - importa ancora meno se la vendita di un birrificio "artigianale" ad una multinazionale ne provocherà un deterioramento nella qualità: ci sono in giro così tante altre buone birre da bere.
Dal ricco portfolio di Ballast Point ecco Victory at Sea, una muscolosa imperial porter realizzata per accompagnare i tiepidi inverni della California del Sud. La birra nasce nel piccolo birrificio che si trova all'interno del negozio Brew Mart, sul quale Yuseff Cherney sperimenta le nuove ricette: è il 2007 e le reazione entusiaste dei clienti-homebrewer convincono Ballast Point a farla debuttare nel 2009 anche in bottiglia. Da allora, quella che Cherney dichiara essere "la birra più strana che abbiamo mai pensato, producemmo 100 galloni di caffè freddo con un macchinario improvvisato", viene solitamente presentata in dicembre nel "Victory At Sea Day" nel corso del quale è possibile assaggiarne anche diverse varianti: oltre alle classiche barricate (Bourbon, Rum, etc) ci sono la Pumpkin Pie Victory At Sea, la Gingerbread Victory At Sea, la Peppermint Victory At Sea, la Chocolate Ghost Pepper Victory At Sea, la Peanut & Chocolate Victory At Sea e la lista potrebbe continuare per molte righe. La versione classica vede "solamente" l'utilizzo di Caffè Calabria di San Diego e vaniglia.
Nel bicchiere non è completamente nera ma poco ci manca; la schiuma beige che si forma è cremosa e compatta, a trama fine ed ha una buona persistenza. Nella sua semplicità l'aroma mantiene quanto annunciato in etichetta e lo fa con grande eleganza ed estrema pulizia: è passato esattamente un anno dalla messa in bottiglia ma i profumi di caffè in grani sono ancora molto forti, accompagnati dal dolce della vaniglia, orzo tostato e cioccolato fondente, un lieve accenno di mirtillo e di cenere/tabacco. L'etichetta minaccia tempesta, naufragio e morte ma la birra al palato rivela una mansuetudine quasi sorprendente: corpo medio, poche bollicine, sensazione palatale setosa e morbida, con un'ottima scorrevolezza. Il gusto è amaro da subito, ricco di caffè e tostature sorrette dal dolce della vaniglia e del caramello bruciato che sono più evidenti a metà bevuta; il finale ritorna in territorio amaro, con eleganti note di caffè, liquirizia, tostature ed un lieve terrosità. L'alcool (10%) è nascosto in maniera impressionante, permettendo un sorseggiare per nulla difficoltoso: la sua presenza è evidente solo nel retrogusto, quando avvolge in un abbraccio ideale il sapore dei chicchi di caffè. La bevuta è complessivamente spostata sull'amaro ma risulta comunque bilanciata nel corso del suo svolgimento.
Una Imperial Porter abbastanza semplice che sposa la scuola del "less is more" concentrandosi sull'estrema pulizia e sulla finezza dei pochi elementi in gioco, realizzandole alla perfezione. Tanto basta per elevare molto in alto l'asticella e realizzare un'ottima birra dall'impressionante bevibilità che regala grande soddisfazione a chi se la trova nel bicchiere.
Formato: 35.5 cl., alc. 10%, IBU 60, lotto VS52 14364, 6.06 Euro (beershop, Germania).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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