sabato 16 gennaio 2016

Gambolò Dark Age

La linea di questo blog è stata sempre quella di parlare onestamente di quello che si trova nel bicchiere, nel bene e nel male, senza pregiudizi o senza favori nei confronti di nessuno. Quando una birra è buona e fatta bene non c'è mai nessun problema, tutti sono felici e contenti ed è facile farne una descrizione positiva: diverso è quando ti trovi nel bicchiere qualcosa che ha molti problemi e che non riesci nemmeno a terminare di bere. La tentazione è quella di dimenticarsi della cosiddetta "bottiglia sfortunata" e di passare oltre: trattandosi però di un diario di bevute, per onestà verso chi legge mi tocca anche registrare gli episodi meno soddisfacenti. Dopo tutto la costanza produttiva nel tempo è un requisito che ogni birrificio dovrebbe avere  se vuole davvero "diventare grande": uno scoglio che separa ancora il cosiddetto "mondo artigianale" da quello industriale, nel quale le birre - sebbene blande e spesso insapori - sono sempre identiche nel tempo.
Veniamo al dunque. Dark Age è la Imperial Stout del Birrificio Gambolò (Pavia) guidato da Simone Ghiro; malti Pale e speciale, luppolature di Perle, Amarillo ed Aurora.
Già l'apparenza non è particolarmente invitante: marrone scuro, piuttosto torbido e schiuma che fatica a generarsi risultando in un piccolo assieme di bolle piuttosto grossolane di colore beige. Al naso c'è poca intensità e quello che c'è non è per nulla invitante: carne, acetaldeide (mela verde), etilico molto evidente, un sottofondo remotissimo di uvetta sotto spirito, fruit cake, un caramello rosicato reminiscente di creme brulee. 
Se l'aroma è quanto meno "comprensibile" il gusto è invece molto confuso e risulta parecchio difficile da descrivere: colpisce l'assenza totale di tostature e delle caratteristiche tipiche (caffè, cioccolato) di una Imperial Stout. Registro una partenza dolce e piuttosto zuccherina, con la componente etilica piuttosto predominante, di nuovo mela verde ed un finale un amaro terroso e vegetale, molto poco gradevole e leggermente astringente. In bocca è quasi piatta, con corpo medio ma piuttosto slegata: la consistenza è oleosa. Bevo alcuni sorsi giusto per tentare di registrare quello che c'è nel bicchiere, ma poi è davvero troppo difficile andare oltre e il lavandino ringrazia per la cosiddetta "bottiglia sfortunata". Segnatevi il lotto riportato in calce e fate attenzione in fase d'acquisto: potrebbe capitarvene una identica. 
Formato: 33 cl., alc. 12%, lotto 2414, scad. 01/10/2019, 4.50 Euro (beershop, Italia).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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