Il birrificio Marble di Manchester l'avevo incontrato per la prima volta nel 2013, con la sorprendente Manchester Bitter: venne fondato nel 1997 da Vance Debechvel e Mark Dade per cercare di sostenere la poco solida situazione finanziaria del pub Marble Arch Inn. Da quell'anno le cose sono progressivamente migliorate, ed oggi Marble ha aperto altri due locali, la Beerhouse Chorlton e il bar 57 Thomas Street. Dopo l'abbandono di Mark Dade, vi ha lavorato come birraio James Campbell fino a settembre 2013 per poi andare ad aprire assieme al socio Paul Jones nel 2014 la molto promettente Cloudwater Brewery. In sala cottura a Manchester si sono rapidamente avvicendati Dominic Driscoll (poi passato alla Thornbridge) e Colin Stronge (ora a Buxton) fino all'arrivo a metà 2014 di Matthew Howgate che ha però dato le dimissioni proprio qualche settimana fa, rimpiazzato da James Kemp, ex Fullers, Thornbridge (2009-2010) e Buxton (2010-2013).
Kemp, neozelandese, ha la paternità di alcune tra le birre più rappresentative della "new wave" brassicola inglese dell'ultimo decennio: la Wild Raven Black IPA di Thornbridge e la Axe Edge di Buxton; sarà interessante vedere il suo contributo alla già consolidata ed ottima gamma che offre Marble.
La birra di oggi è tuttavia da attribuire a Matthew Howgate: una India Pale Ale dedicata a Lagonda, marchio inglese di automobili di lusso fondato nel 1906 da Wilbur Gunn e rilevato poi nel 1947 per 52.000 sterline dall'imprenditore David Brown che, appena una anno prima, aveva acquistato per 20.500 sterline l'Austin Martin. L'ultimo modello a nome Lagonda fu prodotto nel 1965: vi furono poi numerosi tentativi di riesumare il lussuoso marchio realizzando diversi prototipi che non entrarono mai in produzione di serie sino al 2015, quando venne presentata la Lagonda Taraf, duecento esemplari commercializzati per il mercato mediorientale e venduti alla modica cifra di circa 700.000 sterline.
Tornando alla birra, i luppoli utilizzati dovrebbero essere prevalentemente Centennial, Simcoe e Citra, ma non sono riuscito a reperire molte informazioni accurate sulla sua ricetta. Perfettamente dorata e quasi limpida, la Lagonda IPA forma un discreto cappello di schiuma bianca e cremosa, compatta, dalla buona persistenza. La bottiglia serigrafata (personalmente preferivo le vecchie etichette) recita "the modern classic" e mantiene le promesse.
Quello che c'è nel bicchiere è evidentemente "moderno" per quel che riguarda la scelta dei luppoli, mentre la "classicità" inglese è nella sua struttura e nella sua concezione: niente estremismi o fuochi d'artificio, a partire della gradazione alcolica (5%) nient'affatto esasperata (la American IPA di ieri, 5%, era stata invece definita "session") così come il livello d'amaro. L'aroma non è una sfacciata esplosione di sapori ma (complice qualche mese di troppo sulle spalle della bottiglia) un delicato e raffinato bouquet nel quale s'incontrano sentori floreali e agrumati (mandarino, arancia), tropicali (ananas, mango) con un tocco di miele e di cereali. La "scaletta" viene rispettata anche al palato, dove la priorità sembra essere "garantire una grande facilità di bevuta senza sacrificare l'intensità": e l'obiettivo è pienamente raggiunto, in una IPA dal gusto elegante, intenso ma mai sopra le righe, con una pulizia maniacale ed una grande attenzione all'equilibrio: pane, crackers ed un tocco di miele danno la base di sostegno al dolce della frutta tropicale a sua volta bilanciato dall'amaro "zesty" che ospita anche tracce erbacee e di lemongrass. Poche bollicine, corpo medio-leggero, consistenza al giusto livello "watery" e una bella secchezza finale a garantire un effetto dissetante e rinfrescante. La freschezza di questa bottiglia non è al top ma la bevuta risulta ampiamente coinvolgente e soddisfacente, con l'unico difetto di durare molto poco: troppo facile berla e quasi obbligatorio, se vi trovate sullo sgabello di un pub, ordinarne subito un'altra pinta. Birra molto ben riuscita, niente fuochi artificiali ma tanta sostanza, comprare senza esitare.
Formato: 50 cl., alc. 5%, lotto 1053, scad. 04/2016.NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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