Ultima bevuta “di Natale” e di birre realizzate appositamente per le festività: la stagione si chiude con il “botto”, ovvero con una massiccia Belgian Strong Dark Ale prodotta dalla Brouwerij Kerkom, che mancava dal blog da un po’ di anni. Il birrificio fondato nel 1878 e guidato dal 1999 da Marc Limet ha realizzato nel 2009 una versione estremamente più robusta della sua birra natalizia, quella Winterkoninkske che vi avevo raccontato in questa occasione.
Birra dedicata allo Scricciolo, in fiammingo appunto chiamato Winterkoninkje (ovvero “il re dell’inverno”), il piccolo uccello che tradizionalmente “annuncia” l’arrivo dell’inverno quando dalla campagna si sposta verso i centri abitati alla ricerca di un luogo meno freddo dove costruirsi il nido. Ma nella tradizione celtica lo scricciolo è anche legato al giorno di Santo Stefeno (Wren’s Day): fu proprio questo uccello, con il suo canto, a rivelare ai romani dove fosse il rifugio di Stefano che fu poi catturato e lapidato.
La ricetta della Winterkoninkske prevede sette tipologie di malto (incluso avena), due luppoli e nessuna spezia, ma quando il birraio è belga non ci si può mai fidare delle dichiarazioni ufficiali. La versione Grand Cru della Winterkoninkske utilizza quattro diversi malti scuri rispetto a quella “base” e soprattutto eleva il tasso alcolico da 8.3 a 13%, rendendosi disponibile solamente nel formato da 75 cl. Ne esiste anche una versione “American Oak “ che viene invecchiata in botti di rovere (ex Bourbon?) americano. Ed è di questa che vado a parlarvi.
Lo stappo risulta essere operazione abbastanza complicata ed è impossibile estrarre con la mani il sughero di plastica che sporge dal collo avvolto in un’elegante plastica argentata: bisogna ricorrere al cavatappi. Marrone scurissimo, riflessi che richiamano la tonaca del frate, schiuma beige di modeste dimensioni ma – considerato il contenuto alcolico – apprezzabile per compattezza, cremosità e discreta persistenza. Il naso è una sorta di caminetto accesso in una stanza dalla cui finestra potete ammirare la neve e i rami degli alberi ricoperti da una coltre di ghiaccio: caldo, etilico, morbido e avvolgente con dolci profumi di zucchero candito, marzapane, uvetta-prugna-datteri, frutti di bosco. Vaniglia, bourbon, qualche traccia di vino liquoroso, sherry, legno. Davvero notevole l’intensità, ottima la pulizia.
Se ancora non vi siete scaldati con l’aroma, è sufficiente un piccolo sorso per ricevere tutto il conforto di cui avete bisogno. L’alcool (bourbon) non si nasconde affatto e accompagna la bevuta dall’inizio alla fine assieme al caramello, ai frutti di bosco, all’uvetta e alla prugna, alla liquirizia e all’anice: il tutto è “impreziosito” da sfumature di vino liquoroso, legno e cioccolato, vaniglia, con un finale leggermente amaricante che ricorda il rabarbaro. Poche le bollicine, consistenza oleosa, morbida e molto gradevole al palato, con un corpo tra il medio e il pieno: in quella che si autodefinisce “la birra più forte di tutta la regione del Limburgo” il dolce e l’alcool abbondano, è vero, ma l’ultimo svolge la funzione necessaria di “asciugare” il primo rendendo la bevuta un lento e appagante sorseggio da assaporare in tutta tranquillità, senza fretta, seduti in poltrona: una birra imponente e impegnativa che regala tuttavia un adeguata ricompensa, magari abbinata a del cioccolato fondente, un’associazione quasi naturale.
L’etichetta riporta il millesimo 2014 in etichetta, ma dopo averla bevuta la sensazione è quella di una birra che non teme molto il passare del tempo e che può riposare per molti mesi in cantina traendone anche beneficio.Formato: 75 cl., alc. 13%, lotto 2014, scadenza non riportata, 13.11 Euro (beershop, Belgio).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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