Del micro birrificio Buddelship di Amburgo vi avevo parlato in questa occasione: la baltic porter Gotland 1394 mi aveva impressionato in positivo e non ho quindi esitato di fronte all'occasione d’acquisto di altre birre realizzate da Simon Siemsglüß.
In breve: nativo di Amburgo, Simon ha vissuto quattro anni in Canada dove si è laureato in Economia e si è appassionato di birra; dopo un corso di sei mesi al VLB di Berlino, con un periodo di praticantato alla Paulaner di Nockherberg in Baviera e in Cina, dove rimane un anno. Arrivato a Londra nel 2010, lavora per un po’ come birraio allo Zerodegrees Brewpub proprio mentre la “craft beer” londinese iniziava la sua rinascita con Camden Town e Kernel, che Simon visita regolarmente. Nel 2011 è di nuovo a studiare birra e distillati alla Heriot-Watt University di Edimburgo; terminato anche questo percorso formativo, nell’autunno del 2012 si trasferisce ad Hong Kong per raggiungere la propria fidanzata con l’intenzione di aprire un brewpub. Le complicazioni pratiche e burocratiche gli consigliano però di ripensare il proprio progetto nella natia Amburgo. Ottenuto dalle banche il mutuo necessario per l’acquisizione e la ristrutturazione dei locali che un tempo ospitavano un’azienda produttrice di prodotti ittici in scatola nel quartiere Eimsbüttel di Amburgo, è lui stesso a progettare e ad installare l’impianto da 10 hl che diventa operativo a partire da maggio 2014.
Una decina le birra prodotte sino ad ora dalla Buddelship, equamente suddivise tra rivisitazione della tradizione tedesca (Pils, Weissbier, Schwarzbier) ed escursioni in campo anglosassone e belga. Da quanto capisco le cose stanno andando bene visto che Simon, un tempo da solo ad occuparsi di tutto il birrificio, è oggi aiutato da due collaboratori. Detto dell’ottima baltic porter, il doppio appuntamento di oggi riguarda Saison ed IPA.
Brugge è il nome scelto per la Saison o “farmhouse ale” (come riportato sul retro dell’etichetta) che vede l’utilizzo di una percentuale di frumento maltato e una luppolatura di Centennial, Citra e Galaxy. Nel bicchiere è opalescente, di colore arancio, con un esuberante cappello di schiuma bianca, pannosa ed abbastanza compatta, dalla lunga persistenza. Al naso (un po’ troppa) banana e pera, una suggestione di coriandolo, fiori bianchi, il dolce del mandarino e dell’arancio, qualche sentore di marmellata e di paglia, una rinfrescante nota acidula: un aroma pulito e dall’ottima intensità nel quale però il carattere “rustico“ (o “farmhouse”che dir si voglia) non è particolarmente evidente. Tante le bollicine al palato, un po’ troppe persino per una Saison, che inizialmente disturbano un po’ la percezione del gusto; meglio lasciarle un po’ calmare. L’intensità del gusto è ottima, lieve biscotto e cereale, poi il dolce di miele, albicocca e arancia (e una suggestione tropicale) dominano la bevuta che viene bilanciata dalle note acidule del frumento; non vi è quasi amaro, fatta eccezione per un accenno di scorza d’arancia. Ottima la facilità di bevuta, con un elevato potere rinfrescante e dissetante per una birra abbastanza secca e particolarmente adatta ai mesi più caldi dell’anno. L’unica cosa che manca (e non è poco, visto che secondo me in una Saison dovrebbe sempre esserci) è il carattere rustico: la birra risulta fin troppo pulita e precisa, bisognerebbe quasi “sporcarla” per portare qualche sussulto emotivo. Livello buono, in ogni caso.
Great Escape (la grande fuga) è invece la IPA che viene dedicata ad Amburgo, un tempo luogo (porto) di partenza di molti emigranti verso i sogni, la libertà e le opportunità. Malto Pale inglese, luppoli Galaxy, Simcoe, Chinook e Mosaic per una birra che si presenta tra l’arancio ed il dorato con una compatta testa di schiuma bianca, cremosa e molto persistente. La macedonia di frutta dell’aroma vede soprattutto agrumi (pompelmo, arancia, mandarino, cedro) che mettono un po’ in disparte il tropicale del mango, del melone e il litchi; avverto anche una discreta presenza di erbe officinali, piuttosto insolita e fuori luogo nel cocktail di frutta. Solo discreta l’intensità, mentre l’ottima pulizia del naso non viene mantenuta in bocca: solo un accenno biscottato e poi la bevuta è dominata dagli agrumi sia nelle tonalità dolci (polpa) che in quelle amare (scorza). Questa volta la carbonazione è giusta, ma la birra rimane un pelino pesante a livello tattile, pur scorrendo bene; l’inizio fruttato è buono, anche se potrebbe essere più pulito e raffinato, mentre quello che mi convince meno è il finale dove l’amaro “zesty” viene quasi schiacciato da quelle erbe officinali presenti anche all’aroma, con un risultato un po’ distante da una classica American IPA e dalle mie corde. Complessivamente ci sono comunque carattere e intensità (cosa che non ho sempre trovato nelle IPA tedesche che mi è capitato di bere), resta da migliorare la pulizia e da snellire un po’ la pesantezza.
Tra queste due birre provate mi convince senz’altro di più la Saison: Buddelship è una realtà giovane partita con buone premesse e che si colloca già ad un buon livello, al birraio spetta ora il compito - non facile, in verità - di elevare l'asticelle per queste due birre da "buone" a "ottime".
Nel dettaglio:Brügge Belgian Saison, formato 33 cl., alc. 5.6%, IBU 35, scad. 27/01/2016, 3.18 Euro (beershop, Germania)
Great Escape IPA, format 33 cl., alc. 6.5%, IBU 60, scad. 02/03/2016, 3.18 Euro (beershop, Germania)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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