Monaco di Baviera è il regno delle “sei sorelle”, unici produttori di birra ai quali è permesso partecipare all’Oktoberfest: Augustiner, Hacker Pschorr, Hofbräu, Lowenbräu, Paulaner e Spaten-Franziskaner non sono monopolizzano la manifestazione monacense ma controllano anche la maggior parte delle spine nei bar, nei Biergarten e nei ristoranti. Uno scenario che è rimasto immutato per oltre un secolo: dal 1889 in città non sono più stati aperti birrifici sino all’arrivo nel 2007 del micro Giesinger, inaugurato in un garage da Steffen Marx, al quale hanno poi fatto seguito solo alcune beerfirm come Tilmans Biere e Crew Republic.
Mi sono divertito a mettere a confronto le grandi produzioni industriali con quelle del minuscolo microbirrificio di Monaco: lo stile scelto è quello delle Weissbier/Hefeweizen da sempre in competizione con le Helles per lo scettro di birra più venduta in Baviera; al momento entrambe si dividono equamente il 50% del mercato. Purtroppo non sono riuscito a reperire la Hefeweizen prodotta da Löwenbräu, e così il numero delle sorelle partecipanti alla "sfida" si è ridotto a cinque.
Il microbirrificio Giesinger è una minuscola realtà che con i suoi 5.000 hl prodotti all’anno non può chiaramente impensierire i 300.000 hl di Hofbräuhaus (dato del 2014), i 1.230.000 hl di Spaten-Franziskaner-Bräu (2015, gruppo InBev), i 1.590.000 hl di Augustiner (2015) e i 2.420.000 hl di Paulaner e Hacker-Pschorr (2015, gruppo Schörghuber); ma al di là dei freddi numeri, in una birra “craft/artigianale” mi aspetterei di trovare una qualità ed un “carattere” che dovrebbe permetterla di riconoscerla immediatamente da quelle industriali. E’ davvero così? Per evitare di farmi influenzare ho assaggiato queste sei birre alla cieca, senza sapere quello che c’era nel bicchiere. Premetto di non essere un gran appassionato di Hefeweizen o Weissbier, come vengono abitualmente chiamate a Monaco; non le vado volontariamente a cercare, le bevo quasi solo quando mi trovo in Germania, magari in un Biergarten all’aperto nei mesi estivi, sfruttando al massimo le loro caratteristiche di birre leggere, rinfrescanti e dissetanti.
Una volta versate nel bicchiere cinque birre su sei appaiono abbastanza simili tra di loro per quel che riguarda il colore, con minime differenze che riguardano soprattutto la limpidezza: solo una appare completamente fuori dal coro, spostandosi dal dorato ad un sorprendente ambrato che esce palesemente dai confini stilistici. Terminati gli assaggi e svelato il legame tra birra e bicchiere, ecco le conclusioni nella sequenza con cui sono state bevute.
A - Augustiner Weissbier (5.4%)
Dorata e leggermente velata, al naso presenta i classici profumi di banana matura e di chiodi di garofano, cereali; tra esteri fruttati e fenoli c’è un buon equilibrio, senza che né uno né l’altro risultino troppo invadenti. La sensazione palatale è quella classica di una Weizen: leggera, bollicine vivaci, consistenza acquosa senza risultare sfuggente. Il gusto ripropone il buon equilibrio banana/chiodi di garofano/cereali dell’aroma, aggiungendo qualche suggestione d’agrume; il dolce è ben bilanciato dall’acidità del frumento. L’intensità è discreta, non c’è traccia d’amaro e la bevuta risulta gradevolmente rinfrescante e dissetante.
Il nome “Hefe” fa riferimento alla presenza in bottiglia di lievito; il colore è effettivamente opalescente, tra l’arancio ed il dorato. L’aroma offre una buona intensità, maggiore dell’Augustiner, anch’essa rispettoso del canovaccio banana, chiodi di garofano, cereale; la banana è abbastanza in secondo piano da risultare tollerabile anche a chi non la ama. Avverto anche una leggerissima presenza d’arancia. Leggera, ben carbonata e scorrevole, evidenzia al palato un’intensità minore della Weizen appena bevuta: stessi elementi in gioco (banana, cereali, arancia e garofano) ma questa volta la componente acidula non riesce a bilanciare del tutto il dolce. Il palato rimane un po’ troppo appiccicoso alla fine di ogni sorso, perdendo un po’ il potere rinfrescante. Amaro assente.
C - Franziskaner Weissbier Naturtrub (5%)
La meno alcolica delle cinque sorelle è all’aspetto identica all’Hacker-Pschorr; arancio-dorato opalescente. L’aroma è pulito ma non regala molta intensità: si dividono quasi equamente la scena banana, chiodi di garofano, cereale con l’arancia in sottofondo. In bocca risulta meno carbonata delle altre due birre, perdendo un po’ di vitalità nonostante il suo corpo leggero; al gusto la Franziskaner finirà per risultare la più “bananosa” di tutte le sei birre, portandosi dietro anche una nota acidula del frumento più marcata. L’intensità è buona, ma nonostante nel finale si percepisca anche un accenno d’amaro le manca un po’ di secchezza per risultare davvero rinfrescante. Per il mio gusto personale, troppa banana.
L’assaggio numero quattro è quello che m’incuriosisce di più, con un colore ambrato fuori stile che la fa somigliare ad una Weizenbock o ad una Dunkelweizen; la schiuma fa un po’ di fatica a formarsi e, al di là del colore, l’aspetto non preannuncia quel nulla di buono che viene poi confermato al naso: l’odore è di cereali/muesli andati a male (se mi passate il descrittore), trebbie, cartone bagnato. Al palato risulta quasi piatta, con un gusto equamente diviso tra banana, acido lattico e plastica/gomma; la birra è imbevibile, e considerando la perfezione della macchina industriale tedesca non mi resta che puntare sicuro (vincendo!) sul fatto che si tratti della birra del microbirrificio Giesinger.
E - Paulaner Hefe-Weissbier (5.5%)
Opalescente e dorata con riflessi arancio, la Weiss non filtrata (naturtrübe) di Paulaner sarà quella con l'aroma più interessante; la speziatura è delicata (chiodo di garofano ma anche tracce di pepe e coriandolo) e affianca le note di cereali, banana e la suggestione d'arancia in un bouquet abbastanza intenso. Gli stessi elementi ritornano in bocca con un percorso pulito e dolce ma bilanciato dalla nota acidula del frumento; non c'è amaro, la birra rimane forse un pelino troppo dolce e le bollicine non sono particolarmente vivaci. L'intensità non è al massimo ma banana, chiodi di garofano e cereali si controllano a vicenda per una bevuta d'una precisione quasi chirurgica che non presenta né imprevisti né emozioni.
F - Hofbräu Münchner Weisse (5.1%)
Il birrificio più rumoroso di Monaco e più amato/frequentato dagli italiani realizza una Hefeweissbier dal colore dorato più pallido delle concorrenti e solo leggermente velato. La presenza di banana al naso è molto leggera, quasi si nasconde dietro ai sentori di cereali, chiodi di garofano, arancia, pepe e forse coriandolo. Al palato è predominante la frutta (banana e arancia) con fragranti note di cereali e crackers; la speziatura (chiodo di garofano) fa da collante e la chiusura è abbastanza secca e persino leggermente amara. Molto leggera, non lascia troppi residui dolci e svolge alla perfezione la sua funzione rinfrescante. L'intensità è delicata ma la birra non dà mai l'impressione di essere scarica o acquosa: banana molto ben nascosta, per la gioia di chi non la ama. Alla fine - mai avrei scommesso sulla HB - risulta essere quella che mi è piaciuta di più.
Sono un po' dispiaciuto per la pessima bottiglia di Giesinger, un microbirrificio che lavora di solito bene ma che in questo caso è risultato pessimo; il recente cambio d'impianto produttivo ha forse portato qualche problema nella costanza produttiva che va risolto subito. La costanza qualitativa è fondamentale: pensate ad un curioso che s'avvicina per la prima volta alla cosiddetta birra artigianale e si trova nel bicchiere una birra imbevibile: ritornerà subito verso il mondo industriale senza mai più voltarsi indietro. Le sorelle industriali giocano la loro partita sui dettagli: in uno stile piuttosto semplice si tratta di equilibrare esteri e fenoli cercando di realizzare una birra profumata, bilanciata e dolce che dev'essere anche facilissima da bere, rinfrescante e dissetante. Più o meno banana, più o meno spezie, più o meno dolce: sono tutte birre pulite e sempre uguali a se stesse, al bevitore il compito di scegliere secondo il proprio gusto o di ordinare semplicemente una Weizen senza preoccuparsi di quello che gli verrà versato nel bicchiere.
Nel dettaglio, e per una volta metto anche il voto:
Augustiner Weissbier, formato 50 cl., alc. 5.4%, lotto L0614361 T, scad. 01/05/2016, 0.97 Euro (supermercato, Germania). Voto 34/50.Hacker-Pschorr Hefe Weisse, formato 50 cl., alc. 5.5%, lotto L 35651 W, scad. 01/09/2016, 1.04 Euro (supermercato, Germania). Voto 33/50
Paulaner Hefe-Weissbier, formato 50 cl., alc. 5.5%, lotto L 34455, scad. 01/09/2016, 0.97 Euro (supermercato, Germania). Voto 35/50.
Hofbräu Münchner Weisse, formato 50 cl., alc. 5.1%, lotto 11:51, scad. 23/11/2016, 0.93 Euro (supermercato, Germania). Voto 36/50.
Franziskaner Weissbier Naturtrub, formato 50 cl., alc. 5.0%, lotto L342526 04:45, scad. 01/12/2016, 0.97 Euro (supermercato, Germania). Voto 29/50.
Giesinger Weissbier, formato 50 cl., alc. 5.0%, lotto A, scad. 01/04/2016, 2.50 Euro (drinkstore, Germania). Voto 11/50.
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