Il birrificio Loverbeer è già transitato più volte sulle pagine del blog ma oggi facciamo un salto indietro nel tempo parlando di quella che se non erro è stata la birra dell’esordio per Valter Loverier, ex tecnico progettista di un’azienda di telecomunicazioni con l’hobby per i rally e l’homebrewing. Sin dall’epoca delle produzioni casalinghe l’interesse di Valter sono i lieviti selvaggi e le fermentazioni spontanee: il suo primo esperimento è ispirato dalle Kriek belghe: “quando assaggiai la prima Kriek mi venne subito l'idea di realizzare una birra che utilizzasse, con la stessa tecnica, un frutto fortemente legato al mio territorio. La scelta è caduta sul Ramassin della Valle Bronda (presidio Slow Food), una piccola susina damaschina dal profumo unico aggiunta ad una base in grado di supportare una fermentazione così complessa”.
La birra piacque a Lorenzo “Kuaska” Dabove che nel 2005, in occasione del Brassin Public di Cantillon la portò con sé facendola assaggiare a Jean Van Roy, il quale apprezzò molto; che gradisce. L’amicizia con Kuaska lo portò a conoscere Tomme Athur (Lost Abbey) e Vinnie Ciliurzo ( Russian River), gli incoraggiamenti e gli apprezzamenti ricevuti lo convinsero a lasciare il vecchio lavoro per aprire il proprio birrificio a Marentino, con fermentatori in legno di rovere e una bella batteria di barriques. Era il 2008 e oggi Loverbeer è diventato uno dei protagonisti della cosiddetta “birra artigianale” italiana: le sue birre, certamente non facili per un “novizio” e dal costo impegnativo, vengono esportate in molti paesi, Stati Uniti inclusi.
La birra.
Sono circa 5000 i litri di BeerBrugna che vengono prodotti ogni anno; la sua fermentazione avviene con inoculo di batteri lattici e lieviti, tra cui brettanomiceti, mentre la maturazione avviene in barrique per dodici mesi con aggiunta di susine damaschine (Ramassin) fresche. Per apprezzare al massimo il frutto è ovviamente meglio stappare una bottiglia giovane; oggi vado controcorrente e dalla cantina ne recupero invece una prodotta nel 2010 e poi messa in vendita l'anno successivo.
Il suo colore è un ambrato opaco con sfumature ramate, mente la grossolana schiuma biancastra si dissolve molto rapidamente. L'intensità dell'aroma dopo sei anni dalla messa in bottiglia è davvero sorprendente: la susina è ancora piena e "netta", accompagnata da profumi di ciliegia, mela e lavanda. Semplice, pulito e sopratutto incredibilmente "fresco". E' solo al palato che si avverte il passaggio del tempo, con la birra che in alcuni passaggi risulta un po' slegata. La carbonazione è piuttosto bassa, ma anche se poco vivace, questa Beerbrugna regala un'ottima e intensa bevuta ricca di prugna matura, more e lamponi; alla loro dolcezza si contrappone l'aspro del ribes, dell'uvaspina, della prugna acerba e del limone. Anche in bocca c'è una fresca sensazione floreale, mentre nel finale spunta qualche accenno di vino e di legno. Bevuta secca, molto dissetante e rinfrescante, con un'acidità non troppo spinta e comunque sempre spalleggiata da una dolce controparte: l'alcool non è pervenuto, il carattere funky dei brettanomiceti è quasi completamente sopraffatto dalla frutta. Non c'è forse una grande profondità ma c'è pulizia, eleganza e, soprattutto, emozione. E una freschezza davvero sconvolgente per questa "signora" che ha ormai sette anni.
Formato: 75 cl., alc. 6.2%, lotto PBGN02-0411, scad. 12/2015, pagata 15,40 Euro.NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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