venerdì 22 settembre 2017

Prösslbräu Adlersberg Palmator Doppelbock


Il birrificio Prössl viene fondato nel 1838 della omonima famiglia che – dopo sei generazioni – ancora lo controlla. I suoi edifici fanno parte di un vecchio monastero sull’Erkasberg, una montagna ricoperta di betulle, costruito nel tredicesimo secolo dal Duca di Baviera Ludovico II; pare che decise di costruirlo per espiare all’uxoricidio commesso dopo aver accusato ingiustamente la moglie di adulterio. Monache benedettine provenienti  da Weißenburg lo popolarono sino al 1542, quando il monastero venne abbandonato per sempre. I fabbricati divennero dapprima di proprietà del Palatinato e, per effetto della secolarizzazione, passarono poi nelle mani di diversi borghesi. 
Nel 1838 alcuni edifici del complesso furono acquisiti da Michael Prößl che decise di continuare l’attività del birrificio già esistente: al timone ci sono oggi i discendenti Heinrich e Dagmar Prößl assieme a – dicono orgogliosi – tre figlie, un cane, un cavallo, una capra e le galline della fattoria. Sono circa 7000 gli ettolitri prodotti ogni anno: oltre al birrificio con annesso ristorante e Biergarten, il complesso di Adlersberg dispone di un hotel con una dozzina di camere. In alternativa, a dieci chilometri di distanza, c’è la bella Ratisbona. 
Helles, Dunkel, Pils, Zwickel e Vollbier sono le cinque birre prodotte tutto l’anno alle quali s’affianca la più potente Palmator Doppelbock:  il suo nome fa riferimento alla domenica delle palme, giornata in cui veniva servita per la prima volta a tutti pellegrini (a volte anche cinquemila) che si recavano alle celebrazioni nell’adiacente chiesa. La domenica delle palme si trova ancora all’interno del periodo di quaresima, quello durante il quale i birrifici tedeschi erano soliti produrre birre alcoliche e “sostanziose” che potessero placare i malumori derivanti dal digiuno. La Palmator non è più una birra stagionale ma viene attualmente prodotta tutto l’anno.


La birra.

Il suo colore è un bellissimo mogano limpido e impreziosito da accese venature rosso rubino: la schiuma è impeccabilmente cremosa e compatta, con un’ottima persistenza nel bicchiere. Pane nero, caramello, delicate tostature, biscotto zuccherato, prugne e ciliegie disidratate formano un naso pulito e di buona intensità. L’aroma è caldo e avvolgente e introduce una bevuta che procede nella stessa direzione senza mai deviare. Il corpo è medio ma la sensazione palatale è molto avvolgente e morbida se paragonata agli standard della scuola tedesca: la facilità di bevuta non è comunque minimamente minacciata e l’alcool (7.4%) porta quel tepore che ci dovrebbe sempre essere in una Doppelbock e che rafforza le note maltate di biscotto, caramello e pane nero, gli esteri fruttati (ciliegia e uvetta) e le delicate tostature del finale.  Pulizia e fragranza rendono la bevuta molto soddisfacente e  il finale è un delicato – quasi tenero – e caldo abbraccio di dolce frutta sotto spirito. Una gran bella sorpresa da un birrificio a me era sconosciuto, una Doppelbock nella quale la precisione tedesca, spesso un po’ fredda, riesce anche a regalare qualche emozione.  Se amate questo stile, cercatela e non ve ne pentirete.

Formato: 50 cl., alc. 7.2%, lotto B5, scad. 12/2017, prezzo indicativo 3.50 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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