Brett VanderKamp e Jason Spaulding sono cresciuti assieme a Midland (Michigan) dove hanno frequentato l’Hope College; è qui che iniziano i loro primi passi con l’homebrewing. Terminati gli studi i due ragazzi riescono a trovare i finanziamenti necessari da parenti e amici per inaugurare, dopo due anni, il brewpub New Holland Brewing Company. Curiosamente, un loro compagno e amico di confraternita nello stesso college era Mike Stevens, poi fondatore di Founders.
E’ il 1997 e la prima location di New Holland apre a Fairbanks Avenue, una posizione strategica ad un chilometro di distanza dal college e di fronte ai campi di calcio e di baseball. Nel 2005 il brewpub si sposta nei locali più centrali di 8th Street, a soli quattrocento metri dall’Hope College, dove ancora si trova: in quell’anno New Holland diviene anche il primo produttore del Michigan che ottiene distillati senza partire dall’uva. La produzione di birra cresce a 590 ettolitri anno, per poi toccare gli 880 nel 2007, anno in cui viene inaugurata una seconda sede, in 690 Commerce Court, dedicata alla produzione di birra in bottiglia. Nel 2014 prende il via un ambizioso piano d’espansione, completato nel 2016 che aumenta la produzione annua a 40.000 ettolitri e permetterà in futuro di arrivare sino a 100.000; nello stesso anno viene anche inaugurato un nuovo brewpub, The Knickerbocker, a Grand Rapids, Michigan.
Oggi New Holland conta circa quattrocento dipendenti e distribuisce in 38 stati americani, grazie anche all’accordo raggiunto nel 2016 con la Pabst Brewing Company. VanderKamp ci tiene a sottolineare che la partnership riguarda esclusivamente la distribuzione e che Pabst non ha acquistato una sola azione societaria di New Holland: l’operazione è stato soprattutto finalizzata ad incrementare la distribuzione della imperial stout Dragon’s Milk, una birra sulla cui produzione il birrificio ha fatto grossi investimenti: “rappresenta il 35% della nostra produzione e il 50% delle nostre vendite; tuttavia ritengo che la distribuzione di questa birra, ad essere generosi, sia solo al 2-3% di quello che potrebbe essere. Ecco perché avevamo bisogno di un partner commerciale”.
Sulla Dragon’s Milk tornerò quando le temperature scenderanno un pochino; oggi vediamo invece altre due produzioni New Holland: l’IPA Mad Hatter e la stout The Poet.
Le birre.
La IPA Mad Hatter è la seconda birra commercializzata da New Holland: VanderKamp la produce per la prima volta nel 1998, quando aveva 25 anni, e il primo fusto viene aperto il 6 giugno, quando all'Hope College veniva celebrato "il giorno del cappellaio matto". "Il primo lotto - ricorda Brett - era da quattrocentro litri per i quali avevamo utilizzato 1,3 chili di Centennial. Quelli della Hop Union che ce lo avevano fornito non volevano crederci, dicevano che eravamo dei pazzi!". Per diciassette anni la Mad Hatter è una delle IPA più popolari nel Michigan, ma nell'aprile 2015 VanderKamp annuncia che la ricetta è stata completamente rivisitata per renderla più moderna: "pensavano che eravamo pazzi quando abbiamo fatto il primo lotto e ora probabilmente diranno che lo siamo a cambiare la ricetta di una delle nostre birre più vendute. Ma abbiamo sempre detto che il nostro birrificio non si adagia sugli allori".
La nuova Mad Hatter viene prodotta con malti 2 row, munich e carapils, frumento, mentre il Centennial viene affiancato da Citra e Cascade raccolto nel Michigan. Nel bicchiere è di colore oro carico leggermente velato, l'aroma è pulito ma non particolarmente intenso nonostante la bottiglia abbia un mese di vita: profumi floreali, di marmellata d'agrumi, biscotto e caramello, terriccio umido. Il percorso prosegue in linea retta rispettando quelle che sono le caratteristiche tipiche di molte IPA del Midwest: equilibrio, base maltata ben presente (biscotto e caramello), arancia e pompelmo, amaro finale abbastanza intenso nel quale convivono resina, terra e scorza d'agrumi. Bevuta molto pulita e facile nonostante l'alcool non cerchi di smentire quanto è stato dichiarato in etichetta; una Midwest IPA solida e ben fatta che trovate ad un prezzo davvero ottimo se acquistata nel six pack: 1,50 euro a bottiglia circa!
The Poet non è la stout più famosa di New Holland ma è anch'essa una delle produzioni storiche del birrificio, datata 1999. Si tratta di una Oatmeal Stout prodotta con malti Pale Ale, Munich, Crystal e Chocolote; i luppoli sono Glacier e Nugget. Si veste di un bell'ebano scuro ma la schiuma è un po' grossolana, di dimensione modeste e poco persistente. Al naso orzo tostato, caramello, mirtilli, carne affumicata e qualche accenno di cacao: bene la pulizia, intensità abbastanza dimessa. La sensazione palatale è deludente: il corpo è un po' troppo leggero e non c'è quella morbidezza che mi aspetterei di trovare in una Oatmeal Stout. C'è qualche lieve sconfinamento nell'acquoso e la bevuta in alcuni passaggi è un po' slegata: per quel che riguarda la pulizia il gusto fa qualche passo indietro rispetto all'aroma, risultando in una sensazione generale di torrefatto dalla quale emerge giusto un po' di caramello e qualche ricordo di cioccolato. Chiude con il delicato amaro delle tostature e qualche accenno di carne affumicata, ma nel complesso è una bottiglia che delude, sopratutto se confrontata con le stout prodotte a poche decine di chilometri di distanza da Founders, Bell's e Dark Horse.
Mad Hatter, formato 35.5. cl., alc. 7,0%, IBU 65, imbott. 14/07/2017, pagata 2,10 $
The Poet. formato 35.5 cl., alc. 5,8%, IBU 37, imbott. 15/06/2017, pagata 2,10 $
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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