domenica 10 settembre 2017

Surly Brewing Company: Xtra-Citra Pale Ale, Bender, Overrated West Coast Style IPA, Todd - The Axe Man, Furious

Surly è un birrificio che nasce e prende il nome dalla frustrazione di non riuscire a trovare della buona birra da bere: “surly” (burbero, scontroso) era Omar Ansari che, tornato a Minneapolis dopo una vacanza in Oregon con la moglie Becca, faceva fatica a trovare qualcosa di buono da mettere nel bicchiere. La soluzione è l’homebrewing  che, in poco tempo, sfocia nella decisione di trasformare il business di famiglia (prodotti abrasivi) in un birrificio. 
Todd Haug è un chitarrista heavy metal che ha scoperto la buona birra all’età di diciannove anni mentre era in tour con il gruppo Powermad: a casa si esercitava anche nell’homebrewing e, una volta capito che la carriera musicale non gli avrebbe permesso di vivere, trova un lavoro come apprendista al birrificio Summit di St. Paul, la città “gemella” di Minneapolis. Non gli viene però concessa nessuna licenza creativa e allora si sposta al più piccolo brewpub Rock Bottom che invece gli lascia carta libera sulle ricette. Vi rimane per dieci anni, sino a quando non apprende tramite un amico comune che Omar Ansari – reduce da un tirocinio presso la New Holland Brewing Company  -  sta cercando un birraio per far partire il proprio birrificio. Nel 2005 Haug viene assunto e il primo febbraio 2016 Surly vende il suo primo fusto di birra: “quello che volevamoracconta Ansariera mettere in piedi un impresa con sette-otto dipendenti e arrivare a fare  7-8000 ettolitri l’anno, sperando che bastasse per vivere. Non volevamo convertire alla birra artigianale chi beveva Coors, volevamo fare delle birre potenti e aggressive, ovvero quelle che ancora mancavano nel mercato del Minnesota. Siamo rimasti tutti sorpresi del successo avuto nei primi anni di vita: considerando il prezzo e il gusto non riuscivamo a credere che la nostra birra potesse richiesta da così tanti locali”. 
Surly parte con una distribuzione limitatissima (grolwers da asporto al birrificio e fusti in alcuni locali di Minneapolis e St. Paul)  ma questo basta agli utenti di Beer Advocate , a sedici mesi dal debutto, per eleggerlo miglior birrificio americano; contemporaneamente Ratebeer incorona  la imperial stout Darkness come miglior birra americana al mondo, davanti alla Dark Lord di Three Floyds e alla Speedway Stout di Alesmith; nello stesso anno il beer-rating incorona nelle rispettiva categorie anche la brown ale Bender, ma è soprattutto la IPA chiamata Furious a saturare la capacità produttiva di Surly. 
Nel 2011 Ansari  vuole espandersi e vuole costruire un nuovo birrificio, ma per farlo funzionare reputa assolutamente fondamentale la presenza di una taproom; vi è tuttavia una legge dello stato del Minnesota che vieta a qualsiasi birrificio con una produzione superiore a 4000 ettolitri l’anno di vendere birra direttamente al pubblico. Grazie alla mobilitazione del “popolo Surly” sui social network e al coinvolgimento di alcuni deputati e senatori,  il 25 maggio del 2011 il governatore Mark Dayton approva quello che è stato chiamato “il progetto di legge Surly”, che alza l’asticella del divieto a 234.000 ettolitri.  Può così partire la costruzione del nuovo birrificio, capacità 110 hl e investimento da 20 milioni di dollari, che inizia nell’autunno del 2013 nel quartiere periferico Prospect Park di Minneapolis e  e termina alla fine del 2014: nel frattempo la produzione passa dai 25.000 ettolitri del 2012 ai 55.000 del 2015, anno in cui il nuovo birrificio arriva ad aiutare lo storico impianto da 35 ettolitri che si trova al Brooklyn Center.  
Un complesso davvero molto bello che include taproom con beer garden, ristorante, negozio di merchandising e tour guidati: di recente il birrificio ha installato otto nuovi fermentatori per aumentare la propria capacità produttiva da 115 a 230.000 ettolitri l’anno. Nonostante questo, Surly mantiene una distribuzione ancora confinata nel Midwest: Minnesota, Wisconsin, South Dakota, Nebraska, Iowa e Illinois. 
Tutto bene quindi? Quasi, perché a ottobre del 2016 il birraio Todd Haug ha rassegnato le dimissioni per raggiungere il birrificio Three Floyds, in Indiana: pare che dopo anni di servizio alla Surly e dopo  aver creato numerose birre di successo si aspettasse che gli venisse offerto il passaggio da semplice dipendente a socio, cosa che non è invece avvenuta: Surly rimane nelle mani della famiglia Ansari. A guidare la produzione sono oggi rimasti Jerrod Johnson e Ben Smith, entrambi assistenti di Todd da molti anni. 


Le birre.
La Xtra-Citra Pale Ale è un'aggiunta abbastanza recente alla gamma Surly e viene commercializzata a partire da inizio 2016. Il protagonista è ovviamente il luppolo Citra, utilizzato in un abbondante dry-hopping e affiancato dal Warrior in bollitura; i malti sono 2-Row, Acidulato, Gambrinus Honey e fiocchi d'avena. Viene utilizzato un ceppo di lievito inglese per una pale ale sessionabile (4.5%) dorata e dall'aroma fresco, intenso e pulito, valorizzato da una lattina che ha solo due settimane di vita; dominano gli agrumi (pompelmo, arancia e cedro) ma non manca neppure l'ananas. In bocca è leggera ma l'avena  e la bassa carbonazione le donano una morbidezza davvero notevole per una session beer.  Lieve presenza maltata (pane, crackers), ananas e poi la bevuta chiude con un amaro zesty ed erbaceo delicato, che non stanca mai; birra pulitissima e fragrante, ottimo livello d'intensità e ottima secchezza. Una di quelle birre che potresti bere dalla mattina alla sera senza mai stancartene.

Bender è invece un'American Brown Ale (5.1%) prodotta con malti 2-row, Aromatic, Medium Crystal, Dark Crystal e Chocolate, avena, luppoli Columbus e Willamette, un ceppo di lievito inglese. Il suo colore è il mogano con intensi riflessi rubini: profumi di pane nero, orzo tostato e frutti di bosco danno il benvenuto e sono accompagnati, in secondo piano, da accenni di panna, quasi vaniglia. Il mouthfeel mi sembra invece privilegiare la scorrevolezza, senza indugiare sul morbido, nonostante le bollicine siano molto poche; la bevuta si dimostra consistente con l'aroma aggiungendo un po' di caffelatte al caramello e alle tostature dell'orzo e del pane. Anche qui c'è un ottimo livello di pulizia con l'amaro del torrefatto che aumenta d'intensità nel finale bilanciando perfettamente un piccolo dessert che a tratti chiama in causa anche panna e vaniglia. Personalmente l'ho trovata meglio della sua celebrata versione al caffè, quest'ultimo ingrediente molto predominante e non adeguatamente supportato da altri elementi.

Overrated!, ovvero "sopravvalutata", è l'interpretazione di una West Coast IPA (7.2%) secondo il birraio Todd Haug; malti 2-Row e Crystal, quest'ultimo di origine belga, luppoli Columbus, Centennial, Cascade ed El Dorado, lievito English Ale. Il suo colore tra il dorato e l'arancio è effettivamente quello delle IPA californiane, mentre l'aroma di una lattina con un mese di vita sulle spalle non è esplosivo, anche se pulito e ancora fresco: spiccano mango, papaya e pompelmo zuccherato. Ottima la sensazione palate, davvero morbidissima, e gusto che continua in territorio tropicale, con i luppoli sostenuti da una base maltata di miele e biscotto. L'alcool non si nasconde affatto, e forse si manifesta per più di quanto dichiarato: la bevuta è potente e sfocia in un finale  amaro resinoso abbastanza aggressivo e pungente. IPA molto muscolosa ma altrettanto godibile, che si beve senza difficoltà: non è la livello delle migliori IPA prodotte in California ma non è assolutamente "sopravvalutata". Livello alto anche qui.

Todd The Axe Man è una IPA realizzata assieme al birrificio danese Amager che avevamo già incontrato nella versione prodotta in Europa; quella americana utilizza gli stessi ingredienti (malto Golden Promise inglese, luppoli Citra e Mosaic) ma alza l'ABV da 6.5 a 7.2%, perché negli Stati Uniti the bigger the better. Si tratta di un'altra West Coast IPA e il colore (oro/arancio) non mente ma la schiuma è un po' scomposta e un po' troppo rapida nel dissiparsi. A tre settimane dalla messa in lattina il naso è ancora molto fresco e pungente, con la macedonia tropicale del Mosaic (mango, papaia, passion fruit e melone) a farla da padrone. La bevuta è ricca di frutta tropicale senza sconfinare nel cafone, sostenuta da fondamenta leggermente biscottate, con arancia e pompelmo che arrivano ad arricchire ulteriormente una macedonia fresca e fragrante; l'amaro resinoso è di modesta intensità e durata, necessario  a bilanciare una IPA molto elegante che nasconde benissimo l'alcool e che si beve con pericolosa velocità. Mouthfeel ancora una volta ottimo, come quasi tutte le Surly bevute: morbido ma scorrevole, carbonazione delicata.  

Chiudo questa rassegna con la birra che ha contribuito maggiormente al successo del birrificio di Minneapolis: Furious,  in verità una Imperial Red Ale che oggi ospita la parola IPA sulla lattina. Haug la elabora pensando ad una delle sue birre preferite, la Hop Rod Rye dei californiani Bear Republic. Una birra ambrata, aggressivamente luppolata, estrema: quello che nel 2006 non esisteva in Minnesota, le cui birre equilibrate erano "figlie" della tradizione tedesca. Il 40% dei residenti in Minnesota oggi hanno infatti antenati nati in Germania. 
Malti Pale Ale, Golden Promise, Aromatic, Medium Crystal, orzo tostato; luppoli Warrior, Ahtanum, Simcoe, Amarillo e lievito English Ale. Nel bicchiere è ambrata, quasi limpida e colpisce subito le narici con pungenti e balsamiche note di resina e aghi di pino, caramello e biscotto, terriccio umido. Un aroma semplice ma molto intenso e pulito, preludio di quello che sarà poi la bevuta: l'amaro intenso, pungente e resinoso è supportato da una robusta ma fragrante base maltata di caramello e biscotto. Tutto l'opposto del "caramellone" che spesso troviamo in alcune IPA europee. Il gusto è vigoroso e aggressivo, rigoroso, quasi implacabile, con qualche concessione di pompelmo a movimentare un po' una birra semplice ma pulitissima, fragrante e sostenuta da un contenuto alcolico non particolarmente elevato (6.7%) che tuttavia si fa sentire. Non è facile fare una birra mettendo in gioco pochi elementi facendo sì che non diventi mai noiosa: Furious ne è uno splendido esempio. Lontana dalle mode fruttate, se avete voglia di un cazzotto amaro che vi colpisca in pieno volto questa è la birra che fa per voi. Furiosa di nome ma anche di fatto.

Nel dettaglio:
Xtra-Citra Pale Ale, 35.5 cl., alc. 4,5%, imbott. 02/08/2017, prezzo $ 1,99.
Bender, 47.3 cl., alc. 5,1%, imbott.  27/04/2017, prezzo $ 2,99
Overrated West Coast Style IPA,  47.3 cl., alc. 7,2%, imbott. 13/07/2017, prezzo $ 2,99
Todd - The Axe Man, 47.3 cl., alc. 7,2%, imbott. 26/07/2017, prezzo $ 2,99
Furious, 47.3 cl., alc. 6.7%, imbott. 16/07/2017 , prezzo $ 2,99

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