Una birra collaborativa è l’occasione per vedere debuttare sul blog due birrifici, uno inglese e l’altro olandese. Parliamo di North Brewing Co., fondata a Leeds nel 2015 da John Gyngell e Christian Townsley come costola della North Bar, una serie di locali (attualmente ce ne sono sette) che sono stati tra i primi ad offrire ai propri clienti craft beer a Leeds e dintorni. A gestire il birrificio sono stati chiamati i birrai Seb Brink (ex Golden Owl Brewery) e Darius Darwel, provieniente dalla Bristol Beer Factory. Nel primo anno di vita North ha prodotto ventuno birre collaborando anche con BrewDog, Dry & Bitter, Lervig, Magic Rock e Northern Monk; lo scorso gennaio il popolo di Ratebeer lo ha votato come miglior nuovo birrificio dello Yorkshire del 2016.
Ad Haarlem, nei Paesi Bassi, si trova invece Het Ultje, birrificio aperto nel 2013 da Robbert Uyleman: il nome significa “piccolo gufo”, più o meno lo stesso significato del cognome di Robbert. A settembre 2016 il birrificio ha traslocato ampliando la propria capacità produttiva (impianto da 40 ettolitri) e inaugurando una taproom con dodici spine aperta dal giovedì alla domenica; in centro ad Haarlem c’è invece l’Uiltje Bar, aperto a febbraio 2015 assieme al socio Tjebbe Kuijper: 30 spine e un centinaio di bottiglie vi aspettano tutti i giorni della settimana dal primo pomeriggio sino a notte inoltrata. Uyleman, ex-homebrewer poi divenuto professionista, ha oggi affidato l’esecuzione delle sue ricette al birraio Roel Wagemans.
La birra.
A maggio 2017 North Coast e Het Uiltje si ritrovano a Leeds la scorsa primavera per realizzare assieme una Double IPA che vuole seguire la moda delle New England IPA: per fare ciò viene utilizzata “un’irresponsabile” quantità di luppoli Mosaic, Citra, Simcoe e Chinook.
Il suo aspetto è torbido, di color arancio, con un buon cappello di schiuma cremosa e abbastanza compatta, dalla discreta persistenza. Non so se siano stati prodotti ulteriori lotti dopo quello dello scorso maggio o se si tratti di una lattina con tre mesi circa di vita, ma l'aroma di quella che dovrebbe essere una esplosiva Double NEIPA non è un trionfo. L'intensità è discreta, ma per pulizia ed eleganza bisogna rivolgersi altrove: ci sono mango e ananas, arancia e pompelmo, mentre un tocco di cipolla rovina un po' la festa. La sensazione palatale mi pare più masticabile che morbida: è una birra "impegnativa" dal punto di vista del mouthfeel e l'alcool che non mostra nessuna intenzione di nascondersi non aiuta ad accelerare il ritmo dei sorsi. La bevuta è succosa ma non tanto quanto si potrebbe sperare, e la pulizia è carente: c'è una generale sensazione tropicale che richiama alla lontana ananas, mango e un po' di pompelmo. Si chiude con un finale amaro resinoso poco aggraziato che raschia in gola, come purtroppo accade in molte New England IPA: purtroppo qui non c'è neppure quella opulenza tropicale che lo maschera o che per lo meno fa meglio tollerare quel "problemino". E' una Double IPA discreta, che si beve e che può piacere, ma siamo molto distanti dal livello di Stigbergets, Lervig e Cloudwater, giusto per nominare quei birrifici europei che ho assaggiato.
Formato: 33 cl., alc. 8.5%, scad. 12/2017, prezzo indicativo 5.50-6.00 Euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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