Ve li abbiamo presentati in questa occasione i due "allievi"'di Mikkeller, anch'essi birrai zingari senza impianti propri. Questa First Frontier inaugura una mini serie di birre che hanno come tema la "frontiera". Se questa "prima frontiera" è un'american IPA (warrior, simcoe e centennial i luppoli), l'ultima frontiera di To Øl non puó essere altro che una Double IPA; completa la serie una Sans Frontiere, una saison molto luppolata che vede anche l'utilizzo di brettanomiceti. Iniziamo dal principio, da questa IPA brassata negli impianti dello stakanovista De Proef che, ormai, si puó ritenere a tutti gli effetti il "miglior birrificio danese" (cit.). Deliberatamente "povera" di malto, dichiarano i due creatori della ricetta, con solamente un pochino di malto caramello ed avena a fare da contorno ed a colorarla di un pallido arancio, opaco; la schiuma, biancastra, è abbondante, cremosa, molto persistente. Naso pulito ed elegante, anche se non particolarmente pronunciato: pompelmo, lime e varie declinazioni d'agrume ne compongono l'ossatura, lasciando emergere qualche nota più dolce di pesca gialla solo quando la birra si scalda. Nessun colpo di scena in bocca: ancora agrumi, più scorza che polpa, per una IPA secchissima e molto rinfrescante che trabocca di pompelmo e limone/lime. Dissetante, leggermente astringente, ha un corpo leggero ed una carbonatazione vivace; alcool (7.1%) non pervenuto, grande scorrevolezza al palato. Chiude ovviamente zesty, amara; molto pulita, porta in dote un notevole livello di ruffianeria che la rende molto piaciona al primo incontro, ma forse due pinte di questa spremuta di agrumi potrebbero essere troppe. Un bel giochino insomma, che però rischia di stancare presto. Per trentatré centilitri, comunque, va (molto) bene così. Formato 33 cl., alc. 7.1%, scad. 20/03/2015, pagata 5.00 Euro (beershop, Italia).
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