La storia della Williams Bros. Brewing Co. inizia come un più umile negozio di homebrewing (Glenbrew) a Glashow. Nel 1988, una signora di origine gallese si presenta in negozio con la traduzione di un ricetta di un’antica birra gallese (la Leanne Fraoch, erica e mirto al posto del luppolo); vorrebbe (ri)produrre un po’ di questa antica birra per berla con la famiglia. Bruce Williams accetta di aiutarla con la condizione di poter poi avere “in uso” la ricetta. La prima cotta viene prodotta in un microbirrificio a Taynuilt ed ottiene un buon successo non solo tra i familiari della signora committente; il primo lotto viene infatti venduto completamente in poco tempo. Per due anni la produzione continua a Taynuilt, ed alla Froach Heather Ale si affiancano alcune altre riproduzioni di antiche ricette scozzesi, come un’antica birra alle alghe di mare ('Kelpie – Seaweed Ale'), una birra scura un tempo brassata dai druidi con bacche di sambuco ('Ebulum – Elderberry Black Ale') ed una birra con frumento ed uva spina ('Grozet – Gooseberry Wheat Ale') basata su una ricetta di un monastero del sedicesimo secolo. La limitata capacità produttiva dell'impianto di Taynuilt (permetteva di rifornire di cask solamente cinque pub locali) rende necessario perfezionare le nuove birre altrove, prima usando gli impianti del birrificio Maclay ad Alloa, e poi finalmente nel birrificio di proprietà che i fratelli Williams (entra in società anche Scott) acquistano a Craigmill, Strathaven, nel 1998. Nel 2004 una nuova espansione con l'acquisto del vecchio birrificio Forth Brewery a Kellibank, Alloa; grazie all'aumentata capacità produttiva, alle birre “storiche” si aggiungono altre 25 ricette questa volta contemporanee. Gli impianti consentono anche al birrificio di produrre ed imbottigliare birre per altri colleghi scozzesi, diventando così in breve tempo uno dei più prolifici birrifici scozzesi indipendenti.
Rispettosi della stagionalità, assaggiamo la loro birra estiva chiamata Birds and Bees (Uccelli ed Api) che vede l'utilizzo, secondo il sito del birrificio di malto lager, frumentato maltato, luppoli Bobek, Cascade, Amarillo e Nelson Sauvin. Secondo l'etichetta della bottiglia che abbiamo bevuto, il malto è Pale (belga), i luppolo sono Amarillo e Nelson Sauvin; in entrambi i casi, "confermato" l'uso di fiori di sambuco in infusione. Dorata, leggermente velata, forma un paio di dita di schiuma bianchissima, fine e cremosa, dalla buona persistenza. L'aroma non brilla particolarmente di fresco, ed appare un po' stanco, accaldato: arancio (marmellata), cereali, qualche remoto sentore floreale (sambuco). Lo stesso problema lo ritroviamo in bocca, con un gusto poco intenso e, privo di freschezza e fragranza, molto poco estivo; imbocco maltato di cereali e crosta di pane, agrumi, soprattutto polpa d'arancio ed un finale abbastanza corto, amaro di scorza di pompelmo. Golden Ale appena sufficiente, facile da bere ma in una bottiglia priva di quella freschezza e vitalità che vorremmo sempre trovare in una birra estiva; il corpo leggero e la bassa carbonatazione, uniti ad un gusto poco intenso, non fanno altro che metterne in evidenza le debolezze. Non ottiene grossi punteggi neppure sullo (spesso troppo) generoso Ratebeer, per quello che conta. Formato: 50 cl., alc. 4.3%, scad. 07/2014, pagata 5.50 Euro (enoteca, Italia).
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