lunedì 20 gennaio 2020

Boia Fauss Lingera & Boia Fauss Sansa Cunisiun


Microbirrificio Boia Fauss e Ristoro Pensavo Peggio: l’originalità e l’eccentricità di certo non mancano a Diego Morengo e Ivan Castagno, soci che nel 2014 hanno inaugurato un piccolo brewpub ad Alba, capitale piemontese del tartufo e terra di grandi vini. Ma eccentricità ed estrosità non sono limitati alle parole; basta fare un salto nella piccola locanda/ristoro collegata agli impianti di produzione e dare un’occhiata agli arredamenti, alla mobilia e agli oggetti che adornano le pareti. 
Morengo è il birraio, figlio di un contadino che faceva il vino in casa, e che ha scoperto di avere una passione per la birra durante il servizio militare: i successivi quindici anni che hanno preceduto  l’accensione degli impianti sono passati a ritmo di cotte casalinghe, corsi per approfondire le proprie tecniche e la gestione di un locale dove la birra non veniva ancora prodotta ma solamente servita. Con i soldi ricavati dalla vendita di quest’attività Morengo si è recato in Germania, nel Baden-Württemberg, ad apprendere le ultime nozioni necessarie e prendere in eredità un impianto di seconda mano da cinque ettolitri che oggi ne produce circa duecento all’anno: la tradizione tedesca la fa ovviamente da padrone ma tra le etichette c’è anche qualche interferenza anglosassone. E In parallelo procede l’attività della piccola azienda agricola di proprietà chiamata Cascina Steilot, fornitrice del 95% dell’orzo che viene poi maltato ed utilizzato dal brewpub. 
Per i meno esperti di piemontese ricordo che Bòja Fàuss  (“boia falso”) è un’imprecazione dialettale che esprime stupore e rabbia: sulla sua origine ci sono due scuole di pensiero. Un’escamotage per evitare di bestemmiare il nome di Dio o un riferimento al periodo delle esecuzioni capitali in piazza, quando il boia azionava la ghigliottina. La gente non amava il boia e il fatto che si guadagnasse da vivere decapitando le persone, e dunque lo disprezzava dandogli del “falso”.  Ma l’uso del dialetto piemontese non si ferma qui: anche le birre, come stiamo per vedere, parlano rigorosamente locale.

Le birre.
Lingera“accattone, individuo poco lungimirante, che vive di espedienti. La lingera (indistintamente maschio o femmina), si manifesta sotto molte forme accomunate dalla poca lungimiranza: dallo squallido imprenditorino che trascorre le giornate girovagando di locale in locale incurante dell’azienda che va a rotoli, alla donna dai facili costumi”. 
Questo il nome dato alla Pils  (4.9%) della casa “in stile tedesco, foresta nera”: immagino sia  la ricetta che Morengo ha perfezionato nel corso della sua formazione in Baden-Württemberg. Nel bicchiere è di color giallo quasi paglierino, la candida schiuma è cremosa e molto compatta. L’aroma è fragrante, piuttosto pulito, fresco: miele millefiori, pane e crackers, delicati profumi erbacei e floreali anticipano una birra leggera e facilissima da bere, rispettosa della tradizione tedesca. Correttamente carbonata, la pils di Boia Fauss è una bevuta altrettanto fragrante nel suo panificato, nei dettagli di crackers e miele e nel suo finale abbastanza secco caratterizzato da tonalità erbacee delicate ed educate. Bella sorpresa questa Lingera: una pils semplice, dalla buona intensità che riesce ad abbinare pulizia ad un lieve carattere rustico. Ottima.

Sansa Cunisiun è un’altra espressone piemontese che significa “senza cognizione, essere giudizio” e che nel bicchiere si traduce in una bock ambrata dalla robusta gradazione alcolica (6.7%) e dalla schiuma compatta e perfettamente cremosa. Miele, frutta secca, biscotto, caramello e qualche nota floreale danno forma ad un’aroma pulito e abbastanza intenso. La sensazione palatale è però questa volta un po’ troppo pesante, dal punto di vista tattile, e non del tutto conforme alla scuola tedesca: l’alcool è comunque ben nascosto. La bevuta è meno pulita e meno precisa rispetto all’aroma: miele, biscotto e caramello danno forma ad una bock dolce e bilanciata da un amaro delicato di frutta secca e da qualche eccesso di cereale che disturba un po' quello che sarebbe un morbido finale abboccato. Tocca però annotare qualche leggero calo di tensione e  qualche passaggio un po’ troppo slegato: nulla di grave, intendiamoci. Non raggiunge l'ottimo livello della pils ma è comunque una buona bevuta. 
Da quanto ne so Boia Fauss non distribuisce in giro le proprie birre ma al brewpub potete farvi preparare qualche litro di birra per l’asporto in bottiglia con tappo meccanico, l'antesignana del growler.

Nel dettaglio:
Lingera, formato 100 cl., alc. 4.9%
Sansa Cunisiun, formato 100 cl., alc. 6.7%

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa lattina e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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