Prairie Artisan Ales, birrificio di Tulsa (Oklahoma), è una vecchia conoscenza per i lettori del blog: qui trovate tutte le loro birre assaggiate. Le imperial stout di Prairie sono state per qualche tempo tra gli oggetti più ambiti dei beergeeks americani. Poi, lo sappiamo, le mode passano e i desideri si rivolgono altrove: oggi Prairie non è più un oggetto di culto ma rimane tuttavia tra i migliori produttori di imperial stout americani, anche se il passaggio di mano dal fondatore Chase Healey al birrificio Krebs (che ha acquistato il marchio nel 2016) non è stato indolore, come ho potuto constatare di persona.
Nell’ultimo anno Prairie ha comunque continuato a battere il ferro delle imperial stout spostandosi sempre più (pericolosamente, per quel che mi riguarda) in territorio pastry. Il 2019 ci ha regalato Afternoon Regret (Barrel Aged Imperial Stout con vaniglia e purea di mirtilli), Moose Boots (mandorle tostate, sciroppo d’acero e vaniglia), Birthday Bomb (con salsa di caramello e toffee), Revenge of the Dawgs (invecchiata in botti di bourbon con Oreo al burro d’arachidi, noci tostate e crema di gianduia), Let’s Get This Done (con brigadeiros al cioccolato e latte condensato), Rum the Mules (invecchiata in botti di rum con banane, crema di marshmallow e noci pecan candite con cannella), Black Cherry Noir (invecchiata in botti di Whiskey con ciliegie, scorza d’arancia, mandorle e vaniglia), RuMallow Brownies (invecchiata in botti di rum con marshmallow e brownies), Nip Slip (invecchiata in botti di bourbon con cioccolato fondente, cocco e vaniglia), Mega Stuf’t (invecchiata in botti di bourbon con Mega Stuf Oreo, vaniglia e fave di cacao), Roll With It (con girelle alla cannella), Ain’t Nothin’ But a Hound Dawg (invecchiata in botti di bourbon con wafer al burro d’arachidi, banane e marshmallow), Peanut Butter Marshmallow Ripple Brownie (invecchiata in botti di bourbon con wafer al burro d’arachidi, marshmallow e brownie al cioccolato), Snack Size (invecchiata in botti di bourbon con tazzine Reese di cioccolato al burro d’arachidi e marshmallow), Nanner Puddin’ (invecchiata in botti di bourbon con banane, vaniglia e wafer alla vaniglia), Sippy Sippy Bang Bang (invecchiata in botti di rum con banane, cocco tostato e cannella messicana), Thinmant (invecchiata in botti di Whiskey con menta, fave di cacao e vaniglia). E ne ho volutamente tralasciata un’altra decina.
Vi è venuta fame? A me è venuta sete e quindi guardo altrove.
Un tempo, e non mi sto riferendo agli anni ’90 ma solamente al 2013, la maggior parte delle birre di Prairie sapevano ancora di birra e non di merendina. Erano bei tempi quando debuttava la semplice Noir, ovvero un’imperial stout all’avena invecchiata in botti ex-whiskey e niente altro.
Nera di nome e di fatto, forma una modesta testa di schiuma abbastanza cremosa e dalla discreta persistenza. Fruit cake, vaniglia, whiskey, fugde, melassa, liquirizia, legno e cioccolato: l’aroma è intenso e caldo, suadente, ricco e avvolgente, splendido. Al palato è oleosa ma nonostante sia dichiarato un abbondante utilizzo di avena non ci sono particolari cremosità o coccole: personalmente avrei gradito un po’ di “ciccia” in più. Al palato domina la frutta sotto spirito (bosco, prugna e uvetta) e bisogna scavare un po’ in profondità per trovare quei dettagli che fanno la differenza: fruit cake, cioccolato, vaniglia, legno e delicate tostature. L’alcool (11%) si fa sentire soprattutto nel finale e la Noir di Prairie è una birra che va sorseggiata prendendosi tutto il tempo necessario. Il gusto non raggiunge il nirvana dell’aroma e non regala le stesse emozioni ma è ugualmente coinvolgente e soddisfacente: si congeda con una scia lunga e morbida di whiskey, vaniglia e cioccolato. Sicuramente tra le migliori Prairie bevute negli ultimi anni.
Formato 35,5 cl., alc. 11%, lotto 32017, prezzo indicativo 13,00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa lattina e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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