Bethnal Green è una zona di Londra nel distretto di Tower Hamlets, circa cinque chilometri a nord-est di Charing Cross, giusto per darvi un’indicazione: per quel che riguarda la birra la zona non gode della stessa fama del Beer Mile di Bermondsey ma anche da queste parti ci ci si sta attrezzando per attirare gli appassionati di craft beer: mi riferisco in particolare a quel miglio di strada che collega Bethnal ad Hackney lungo il quale potrete trovare le taproom di Mechanic Brewery, Old Street, Redchurch, Bethnal Green, Forest Road, London Fields, Hackney Church e Howling Hops, il beershop Mother Kelly’s, quello di Beer Merchants Tap, Il pub The Pembury Tavern di proprietà del birrificio Five Points, la Cock Tavern, il The King’s Arms e il The Experiment (a cura di Pressure Drop e Verdant).
Alla lista si è da poco aggiunto anche il birrificio Boxcar che alla fine del 2017 aveva debuttato con un impiantino da 200 litri sotto le arcate della ferrovia a Hackney; nell’agosto del 2019 Boxcar si è spostato a Bethnal Green (1 Birkbeck Street E2 6JY ) con il suo nuovo impianto da 20 ettolitri ed occupa ora due “arcate” della ferrovia: produzione e taproom. Dietro a Boxcar ci sono il birraio Sam Dickison e Stephen Finch, proprietario della Vagabond Wines un distributore di vino che possiede anche una decina di locali sparsi per Londra nei quali si possono assaggiare un centinaio di diversi vini al bicchiere. Finch era alla ricerca di un birraio per entrare nel business della birra artigianale e la scelta è caduta su Dickison un ex-homebrewer con alle spalle diciotto mesi di esperienza al birrificio Moncada, un anno alla Hammerton e altri diciotto mesi al brewpub People's Park Tavern, tutti a Londra.
Boxbeers si sta ovviamente facendo conoscere a ritmo di New England IPA ma il birraio Sam non nasconde la speranza di poter un giorno levarsi qualche soddisfazione con i grandi classici della tradizione: “vorrei fare una bitter o una dark mild in lattine da 44 centilitri, sarebbe bellissimo. Ma non voglio che si dica che noi vogliamo riportare in vita le Mild: ci sono già tante ottime Mild, è solo che si trovano così raramente”.
Per il momento concentriamoci sul luppolo: NEIPA e New England Pale Ale sono ancora in cima alle preferenze degli appassionati della craft beer del regno unito e Boxcar prova a soddisfarli con Peace, una Pale Ale che si presenta simile ad un succo di frutta alla pesca. La schiuma è cremosa e compatta ed ha buona ritenzione. Il naso è fresco, intenso, sfacciatamente fruttato ma non per questo cafone: mango, passion fruit, pesca percoca, albicocca, papaia, arancia rossa. Un percorso che continua anche al palato senza grosse deviazioni ma con meno pulizia e precisione: la frutta tropicale domina, arancia e pompelmo fanno qualche sporadica apparizione e nel finale c’è un tocco d’amaro resinoso, veloce come un battito di ciglia. L’intensità è comunque elevata e Peace è una quasi (4.8%) session beer dall’intensità davvero notevole: la bevibilità paga però il prezzo del voler essere alla moda. Il suo mouthfeel chewy è alla resa dei conti un fattore che riduce la frequenza dei sorsi e il bicchiere si vuota più lentamente di quanto potrebbe. A parte questo si vede la mano di un birraio razionale, consapevole e il risultato è di ottimo livello anche se ci sono ulteriori margini di crescita: se capitate a Londra Boxcar è da mettere sulla lista degli assaggi da fare.
Formato 44 cl., alc-. 4.8%, imbott. 07/11/2019, scad. 07/03/2020, 5.70 sterline (beershop) NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa lattina e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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