Inaugurato agli inizi del 2014 il birrificio laziale Vento Forte si è subito imposto tra i migliori produttori nazionali di birre luppolate. Ve ne avevo parlato proprio a qualche mese dal debutto, avvenuto con la Starter IPA. Lo fonda Andrea Dell’Olmo assieme alla sorella Fabiana: la sua avventura nel mondo della birra era iniziata nel 2007 quando, studente universitario con la passione per il surf, viene a contatto per la prima volta con la Craft Beer Revolution americana. A quel tempo Roma era avamposto nazionale del luppolo USA grazie soprattutto al lavoro di Alex Liberati che alla Brasserie 4:20 ospitava i grandi birrifici della California, organizzando anche incredibili tap takeover: qualcuno ricorderà quelli di Port Brewing, con i fusti fatti arrivare via aerea per preservarne la freschezza.
E sembra sia stata proprio la Port Brewing Anniversary Ale, a conquistarlo: del resto, in etichetta vi sono tre tavole da surf e sullo sfondo la spiaggia di San Diego. Dopo due anni di homebrewing nel seminterrato della propria casa, a pochi passi dal mare, il progetto birrificio sarebbe già pronto ma la burocrazia italiana non vuole farsi da parte. Il debutto viene così rimandato di quasi cinque anni; Andrea vorrebbe un birrificio vicino alla spiaggia ma deve accontentarsi del lago di Bracciano. Il nome? Sembra un’idea della mamma, un po’ preoccupata dall’amore del figlio per le onde del mare e per il vento che deve soffiare forte.
Tra gli appassionati romani all’inizio del 2014 c’è grande attesa per il debutto di Vento Forte, al punto che la prima cotta di Starter IPA viene letteralmente prosciugata in un weekend alla spine del Ma che siete venuti a fa’ e di altri locali della capitale. Sarà questa la strategia commerciale perseguita dal birrificio di Bracciano negli anni a venire: una crescita lenta, destinata soprattutto al mercato locale, perennemente insufficiente a soddisfare tutta la richiesta. Le prime bottiglie del 2014 che vengono distribuite nel resto dell’Italia sembrano essere quasi dei “campioni commerciali” per far conoscere il nome: la produzione si concentrerà esclusivamente sui fusti, il 90% dei quali venduti all’interno del Grande Raccordo Anulare e solo a quei locali che ne garantiscono ottimale conservazione e servizio. La distribuzione limitata ha inevitabilmente sempre precluso al birrificio di Bracciano il palco di Birraio dell’Anno, manifestazione nazionale che premia ogni anno i migliori birrai; gli appassionati ricorderanno le polemiche nate sui sociali dopo il quarto posto ottenuto da Andrea Dell’Olmo tra i birrai emergenti del 2015. Nulla di strano, a pensarci bene: impossibile per la maggior parte dei “giudici” votare un birrificio che non riescono a bere. Io stesso dal 2014 a oggi avrò bevuto Vento Forte quattro-cinque volte, non di più.
Per gli appassionati Vento Forte è il “birrificio del luppolo, delle IPA e delle Double IPA” ma già nel 2013 Dell’Olmo aveva iniziato con gli esperimenti in botte, creando blend di Farmhouse Ales in bottiglia con aggiunta di frutta che hanno avuto bisogno di molti anni di prove e di affinamenti prima di essere rivelate al pubblico.
L’emergenza Covid-19 e la chiusura di molti locali ha inevitabilmente costretto il birrificio di Bracciano a rivedere i propri piani e a rimandare l’apertura della taproom, prevista per la fine del 2020; sono quindi arrivate le prime lattine che il birrificio spedisce anche direttamente in tutta Italia. Oggi la gamma Vento Forte è composta da quattro birre fisse (Follower IPA, #53 Session IPA, Pale Ale e Pro Follower Double IPA) affiancate da un ampio numero di etichette occasionali e stagionali.
Tra gli appassionati romani all’inizio del 2014 c’è grande attesa per il debutto di Vento Forte, al punto che la prima cotta di Starter IPA viene letteralmente prosciugata in un weekend alla spine del Ma che siete venuti a fa’ e di altri locali della capitale. Sarà questa la strategia commerciale perseguita dal birrificio di Bracciano negli anni a venire: una crescita lenta, destinata soprattutto al mercato locale, perennemente insufficiente a soddisfare tutta la richiesta. Le prime bottiglie del 2014 che vengono distribuite nel resto dell’Italia sembrano essere quasi dei “campioni commerciali” per far conoscere il nome: la produzione si concentrerà esclusivamente sui fusti, il 90% dei quali venduti all’interno del Grande Raccordo Anulare e solo a quei locali che ne garantiscono ottimale conservazione e servizio. La distribuzione limitata ha inevitabilmente sempre precluso al birrificio di Bracciano il palco di Birraio dell’Anno, manifestazione nazionale che premia ogni anno i migliori birrai; gli appassionati ricorderanno le polemiche nate sui sociali dopo il quarto posto ottenuto da Andrea Dell’Olmo tra i birrai emergenti del 2015. Nulla di strano, a pensarci bene: impossibile per la maggior parte dei “giudici” votare un birrificio che non riescono a bere. Io stesso dal 2014 a oggi avrò bevuto Vento Forte quattro-cinque volte, non di più.
Per gli appassionati Vento Forte è il “birrificio del luppolo, delle IPA e delle Double IPA” ma già nel 2013 Dell’Olmo aveva iniziato con gli esperimenti in botte, creando blend di Farmhouse Ales in bottiglia con aggiunta di frutta che hanno avuto bisogno di molti anni di prove e di affinamenti prima di essere rivelate al pubblico.
L’emergenza Covid-19 e la chiusura di molti locali ha inevitabilmente costretto il birrificio di Bracciano a rivedere i propri piani e a rimandare l’apertura della taproom, prevista per la fine del 2020; sono quindi arrivate le prime lattine che il birrificio spedisce anche direttamente in tutta Italia. Oggi la gamma Vento Forte è composta da quattro birre fisse (Follower IPA, #53 Session IPA, Pale Ale e Pro Follower Double IPA) affiancate da un ampio numero di etichette occasionali e stagionali.
La birra.
Attualmente la Pale Ale di Vento Forte (5.1%) è una birra la cui ricetta varia leggermente ad ogni cotta in base alla disponibilità dei luppoli. La sua ultima versione vede l’utilizzo di Ekuanot, Nugget, Belma, Columbus, Crystal e Mosaic. Leggermente velata, si presenta di color oro con un bel cappello di schiuma cremosa e compatta che ha ottima ritenzione. Cedro, pompelmo, bergamotto, qualche nota tropicale e dank danno forma ad un naso pulito e fresco, nel complesso gradevole. Lo spettro aromatico non è particolarmente ampio o intenso, caratteristiche tutto sommato accettabili in una Pale Ale che non vuole richiedere particolari attenzioni, ma solo essere bevuta. Il corpo è medio, le bollicine sono quelle giuste e la birra ha ottima scorrevolezza senza trascurare una bella presenza tattile al palato. Pane e crackers, un tocco di miele e qualche accenno tropicale iniziano un percorso che sfuma gradualmente in un amaro dalle tonalità erbaceevegetali che non tralascia qualche ricordo dank e resinoso. E’ una Pale Ale pulita e ben fatta che si beve con piacere ma – devo essere sincero – non m’impressiona per definizione, intensità e personalità. Mi sembra viaggiare un po’ col freno a mano tirato o, contestualizzando, sembra uno di quei pomeriggi in cui il maestrale, vento amato dai surfisti, si fa un po’ desiderare.
Formato 50 cl., alc. 5.1%, lotto 06/11/2020, scad. 06/02/2021, prezzo indicativo 8,00 euro (beershop)
Formato 50 cl., alc. 5.1%, lotto 06/11/2020, scad. 06/02/2021, prezzo indicativo 8,00 euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questo esemplare e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio
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