mercoledì 13 gennaio 2021

Tutto quello che inizia ha una fine. Tutto quello che finisce ha avuto un inizio da qualche parte.

Una perfetta Tmavy Lezák 
a Praga, 2010
No, non è il nome di una birra, anche se pensando alle stravaganti scelte fatte da Evil Twin,  ora birrificio a New York, potrebbe benissimo esserlo. Non rammento esattamente quando è nato il blog Unabirralgiorno: l’archivio attuale su blogspot arriva sono all’ottobre del 2009 ma l’avventura era partita un po' prima, nel 2008. Ricordo con certezza che il primo post,  poi cancellato, fu sulla Birra Magalotti un marchio storico italiano riesumato da un distributore nazionale e fatto produrre in Austria: non un buon inizio, insomma. Avrei voluto riberla per l’occasione ma non sono riuscito a trovarla.
Nel 2008 la birra artigianale italiana esisteva già da una decina d’anni (nel 1996 aprirono le porte Birrificio Italiano, Le Baladin, Beba, Turbacci e Mastro Birraio) ma io l'avevo incontrata solo sporadicamente in qualche fiera gastronomica senza peraltro contestualizzarla: per me era solo birra, una bevanda che mi è sempre piaciuta,  anche se era industriale. A cavallo tra gli anni ’80 e ’90 il massimo dell’eccentricità era per me bere una Weiss o una Guinness, trovare la rossa McFarland o la Foster’s alla spina, qualche Leffe in bottiglia. Collezionavo etichette, probabile evoluzione di qualche  precedente disturbo da accumulo in età pre-adolescenziale: biglie di vetro, tappi a corona, figurine Panini e, più avanti, dischi musicali.  

Una mia tipica valigia di ritorno
da una vacanza
Ero quindi spinto dalla curiosità di provare sempre una birra nuova, quella che non avevo ancora bevuto: ogni vacanza divenne per me occasione di provare birre diverse e di tornare con il baule della macchina carico di bottiglie. 
Nel frattempo la birra artigianale si stava pian piano diffondendo e l'incontravo sulla mia strada sempre più di frequente. Mi si apriva un nuovo mondo disapori, quelli che poco tempo prima non ero stato in grado di apprezzare: ricordo ancora la reazione disgustata nel bere la mia prima IPA a New York nel 2007. 
Quando aprii Unabirralgiorno non sapevo nulla sulla cosiddetta degustazione (termine che ancora oggi non amo) della birra, anche se ero un appassionato bevitore: il mio intento - oltre all’inevitabile narcisismo - era realizzare una semplice raccolta d'immagini.  Le mie conoscenze sensoriali sulla birra non andavano al di là del dolce/amaro o del  “sapore di malto” e quindi andai soprattutto alla ricerca di notizie storiche sul birrificio e sulla birra che mi accingevo a fotografare. I post più vecchi del 2009 ancora presenti su Unabirralgiorno sono solo fotografie: ho da tempo rimosso gli scritti, troppo imbarazzanti anche per la mia autoironia o per il mio black humor. 

Un normale giorno d'estate
nelle Fiandre, 2015.
Westvleteren 6, la session
beer perfetta.
La mia voglia di conoscere la birra aumentava ed internet era un alleato prezioso. Iniziai a spulciare gli archivi del vivace
Newsgroup It.Hobby.Birra sul quale scrivevano molti homebrewers diventati poi grandi birrai e soprattutto il forum di MoBi., vera e propria palestra formativa; purtroppo l’archivio storico del forum non è oggi più disponibile e non posso linkarvelo. Ero particolarmente terrorizzato dalla sezione “L’angolo della vergogna” nella quale venivano affondate vere e proprie coltellate nei confronti di birre poco riuscite (cit. “fogna di calcutta”), bloggers impreparati e birrifici imprudenti.  Era il periodo dei cosiddetti “sceriffi del web”:  Luigi Schigi D'Amelio, che non era ancora il birraio di Extraomnes, e Stefano Ricci erano implacabili nel punire chiunque avesse sbandierato inesattezze e la paura di finire un giorno in quella sezione mi spinse ad essere prudente e preciso, a verificare le informazioni e ad evitare di fare premature dissertazioni sulle cause dei difetti di una birra, anche se mi era evidente che ci fosse qualcosa che non andava. In quegli anni la birra artigianale italiana stava muovendo i primi passi, la costanza produttiva era per molti ancora un miraggio e non era affatto strano trovarsi tra le mani quelle che venivano definite bottiglie sfortunate. Più di una cavolata l’ho sicuramente scritta e se non sono finito nell’angolo della vergogna è probabilmente solo perché il blog non lo notava nessuno. 
Seguivo con grande interesse le trasmissioni della BQ TV , il canale televisivo di Paolo Polli, presidente dell’Associazione Degustatori Birra e ricordo ancora con emozione il mio primo Salone della Birra Artigianale e di Qualità a Milano. Non ho tuttavia mai voluto fare un vero e proprio corso di degustazione: un po’ per colpa della mia indole post-punk ho sempre preferito l’autoformazione alla teoria ed al nozionismo. E’ stato così anche in altri settori, come scrittura, musica e fotografia, con tutti i limiti che la mancanza di un fondamento tecnico/teorico comporta. Anche per questo ho sempre cercato di parlare di birra in termini semplici, comprensibili anche ai neofiti. Non mi è neppure mai interessato sviluppare o migliorare la parte grafica del blog: l'ho tenuto essenziale, rifiutando sempre l'inserimento di qualsiasi banner pubblicitario.

Anche sottozero... sole, birra
e sei in pole position!
Non posso negare l'importanza che hanno avuto siti come Ratebeer e Beer Advocate, oggi surclassati da Untappd: per molti anni mi sono stati alleati preziosi, le loro classifiche  hanno alimentato le mie liste dei desideri  e  ogni volta che bevevo una birra confrontavo le mie impressioni con quelle di altri utenti, alla ricerca di conferme sulle mie note gustative. Poi arrivò una manna dal cielo: il libro Tasting Beer di Randy Mosher, a quel tempo disponibile solo in inglese. 
Era il periodo in  cui mi entusiasmavo per la Elixir di Baladin, per la Reale di Birra del Borgo, per la Tipopilsla Zona Cesarini di Toccalmatto e  la Via Emilia del Ducato, giusto per citare le prime che mi vengono in mente. In questi dieci anni la birra artigianale italiana ha fatto dei cambiamenti impressionanti: è fortunatamente tramontata del tutto quell'idea della birra come alternativa al vino sulle tavole dei ristoranti ed è quasi scomparso l'odioso formato 75 centilitri.  La birra è tornata ad essere birra, anche se i prezzi sono purtroppo rimasti simili a quelli del vino. Ci siamo fortunatamente lasciati alle spalle il periodo degli ingredienti inusuali che tanto piacevano alla stampa italiana: la birra al tartufo, al basilico, al carciofo. In compenso abbiamo iniziato con le birre pastry e milkshake.

Birra con vista 1:  Ocean Beach a 
San Diego e Alesmith IPA, 2012.
Mancava giusto il sole.
Un'altra tappa fondamentale della mia formazione fu il Salone del Gusto di Torino del 2010. Il mio primo incontro consapevole con le birre acide in un laboratorio di Kuaska: sino ad allora le avevo assaggiate in autonomia ma non le avevo capite e ben mi guardavo dallo scriverne sul blog: per farlo ne ho dovuto bere molte altre ed ho scelto di aspettare
sino al 2013, quando mi sentivo un po' più confidente sull'argomento. E ancora oggi evito di parlare di quegli stili birrari che conosco solo marginalmente: consiglio che vorrei dare a tutti gli aspiranti beer-writer. Ma a quell'edizione del Salone del Gusto c'era anche un angolo di paradiso, almeno per me: lo stand dell'American Brewers Association. Per la prima volta potevo bere IPA americane fatte arrivare in perfetta forma, refrigerate: quello stand era sostanzialmente un bancone dietro al quale vi erano degli enormi frigoriferi. Mi fu consentito anche di portare a casa qualche bottiglia , mi diedero una enorme lista ma io non sapevo bene cosa scegliere, conoscevo pochissimi nomi, mi affidai ai loro: Ruination IPA, Lagunitas Hop Stoopid, Smuttynose IPA, Sculpin IPA,  Si raccomandarono di tenerle in frigorifero, ma io non capivo il perché. 

Birra con vista 2: Big Red Coq di Brewery Vivant 
Old Mission Peninsula, Michigan, 2017.
A quel tempo le IPA americane erano già di moda e in Italia se ne importavano molti esemplari, anche se arrivavano tutte con almeno quattro mesi di vita sulle spalle. Il frigorifero lo vedevano solo a casa del consumatore finale. Erano inevitabilmente scariche, ossidate, spesso prive di quella meravigliosa componente fruttata che doveva contrastare l'intenso amaro resinoso. A noi comunque piacevano e le prime IPA italiane si ispirarono proprio a quelle "vecchie" bottiglie: drammaticamente ambrate, caratterizzate da un bel caramellone dolce subito incalzato da un violento amaro resinoso. Bere quelle IPA fresche al Salone del Gusto fu per me una sconvolgente rivelazione sensoriale ed un punto di non ritorno: dovevo assolutamente pianificare una vacanza negli Stati Uniti.


Birra con vista 3: i tetti di Lille e Lager
di Kronenbourg.

Nel 2011 i blog birrari in Italia erano diventati più numerosi,
con tutti i pregi e i difetti del caso. Io leggevo avidamente i post quotidiani di Cronache di Birra, la cui sezione commenti era in quegli anni un affollato luogo di scambio di idee e polemiche; ammiravo i racconti di Mattia Simoni (oggi publican nel suo Birrlandina) su Pinta Perfetta, le ricostruzioni storiche di Marco Pion, ma tra le mie letture non posso non citare The Hoppy Hour di Alessio Leone  (Byvolume) e  Losing Hope Growing Hops di Eric Novielli (oggi beerwriter su riviste di settore e beergeek nazionale) che già allora mi faceva venire l’acquolina in bocca raccontando birre mostruose come la BORIS The Crusher di Hopping Frog.  La reperibilità di birre sul nostro territorio è ormai vastissima, ma dieci anni fa un vero appassionato avrebbe probabilmente scambiato un rene per delle birre che oggi si trovano sugli scaffali del supermercato, come la Centennial IPA di Founders, le IPA di Avery, Oskar Blues e Lagunitas.

Brasserie Cantillon, 2015
Ma devo ricordare soprattutto il blog di
Inbirrerya  tenuto da Alberto Laschi, vera e propria fonte d’ispirazione, il giusto mix tra notizie storiche sulla birra e note di degustazione: bevevo e leggevo i suoi scritti cercando conferma dei miei appunti di bevuta.  Decisi che Unabirralgiorno doveva assolutamente prendere quella direzione e mi piace pensare d’aver un po’ colmato il vuoto provocato dalla chiusura improvvisa di quel blog avvenuta nel 2013, se non erro.  Nel 2012 la maggior parte dei partecipanti al forum di Mo.Bi. traslocava su Il Barbiere della Birra: io iniziavo a sentirmi un po' più sicuro di quel poco che  sapevo sulla birra ed iniziai a partecipare alle discussioni. Nell'estate dello stesso anno mi recai in California: la birra riuscì a farmi innamorare di una nazione e di una cultura che avevo sempre considerato "inferiore" rispetto alla tradizione Europea. Mi riferisco sopratutto all'Ovest degli Stati Uniti: i suoi sconfinati spazi aperti, i suoi deserti e i suoi canyon furono per un misantropo come me una rivelazione, potevi vagare per ore senza quasi incontrare un anima viva. Il tutto accompagnato da luppolo fresco, IPA dorate (e non ambrate!) come il sole della California del Sud: ricordo ancora come fosse ieri l'emozione di scorgere una bottiglia di Pliny The Elder in un food store a San Diego: era la birra che avevo sempre sognato di bere. 
Mi soffermo volutamente sugli Stati Uniti perché dopo tutto sono la nazione che ha dato il via alla Craft Beer Revolution che  si è poi espansa in quasi tutti gli altri paesi. Che vi piacciano o no, le American IPA hanno cambiato per sempre la birra, arrivando a contaminare anche tradizioni birrarie secolari come quella belga, tedesca o inglese: quanti birrifici vi sono nel Regno Unito che ancora oggi  producono una English IPA?

Birra con vista 4: Dogfish Head 
90 Minutes IPA nella Monument 
Valley, 2012.
Non ho mai fatto molto caso alle statistiche della piattaforma Blogspot di Google ma è a partire dal 2013 che Unabirralgiorno ha iniziato ad avere una discreta visibilità, con una fase di crescita lenta ma costante. In quell'anno le visualizzazioni mensili delle pagine iniziarono a raggiungere quota 15.000 per poi superare 30.000 alla metà del 2016 e arrivare a 50.000 nel 2017, anno record. Nel 2018 si stabilizzarono tra le 30 e le 40.000 e nel 2019, anche a causa della ridotta frequenza dei post, sono scese a quota 25.000. L'anno che si è appena concluso ha visto una media di circa 500 visualizzazioni al giorno, ma se prendo in considerazione solo i nuovi post noto che sono visti/letti da solo 150 persone di media: nel 2018 venivano visualizzati da una media di circa 700-800 persone. Del resto su Unabirralgiorno ogni birra viene presentata solamente una volta, tranne pochissime eccezioni: dopo aver passato in rassegna tutti i classici è inevitabile finire a parlare di birre poco conosciute alla gente e poco interessanti. Le dinamiche attuali del mercato della birra artigianale che procede a ritmo di
one-shot e birre che spesso non vengono mai replicate non aiutano: che senso ha parlare di una birra che dopo qualche settimana nessuno sarà in grado di reperire sul mercato?  Io stesso ammetto di non leggere quasi più nessun blog.

Eat local, drink local:  Deep Dish pizza
e Daisy Cutter Pale Ale. Chicago, 2017.

Lo strumento blog è già obsoleto da tempo, sostituito prima da Facebook e poi da altri social network che mettono le parole ancora più nelle retrovie rispetto alle immagini, come Instagram. Non a caso un tempo i birrifici mandavano birre da assaggiare ai bloggers, oggi le vedo sopratutto arrivare a ragazzi e ragazze su Instagram che le stappano e si filmano  senza spesso proferire una sola parola sulla birra. 

Clam chowder e Red Trolley Ale. 
San Francisco, 2014
Negli ultimi anni ho scritto questo post nella mia mente più di una volta. Segno che dopo dodici anni di Unabirralgiorno è il momento di staccare la spina; stanchezza da parte di chi legge e anche da parte di chi scrive. Da un po' di tempo ho provato a ridurre il numero dei post privilegiando la "qualità" alla quantità ma non è servito a molto. Amo ancora la birra, la bevo quotidianamente ma la mia passione nei suoi confronti si è un po' raffreddata: ho sempre meno voglia di correre dietro all'ultima novità e di dover spendere quasi 18 euro al litro per bere una semplice IPA. Non ho più quella passione necessaria a farmi acquistare a quei prezzi delle cosiddette
birre quotidiane: le alternative per fortuna non mancano. Ma ho sopratutto voglia di bere con il bicchiere in mano lasciando da parte la penna e la scheda per le note di degustazione. Di bere una birra quando mi va di berla, senza dover rimandare perché pubblicarla sul blog avrebbe significato una mole di lavoro troppo onerosa nei giorni successivi. 

Russian River Brewing Company, 2014.
Ringrazio tutti i lettori che mi hanno seguito in questo percorso: spero di aver lasciato loro qualcosa e sopratutto di aver convertito neofiti appassionati alla birra "buona", che sia artigianale o no. E di essere riuscito a farli appassionare a questa splendida bevanda, a fargli scoprire magari qualche ottima birra che prima non conoscevano, com'era accaduto a me oltre dieci anni fa. Ringrazio tutti gli altri blogger, gli "sceriffi" e i forumisti che ho citato in precedenza e che ho virtualmente incontrato in tutti questi anni; tutti loro hanno contribuito, involontariamente, alla redazione delle pagine di Unabirralgiorno. Ringrazio tutti gli homebrewers che si sono fidati del mio umile parere e mi hanno mandato bottiglie da assaggiare: qualcuno di loro è oggi diventato un affermato birraio. Ringrazio infine mia moglie e mia figlia, anche se non leggeranno mai queste parole visto che la birra è l'ultimo dei loro pensieri: mi hanno sOpportato in ogni vacanza con improbabili deviazioni verso luoghi dove non c'era nulla d'interessante se non un birrificio o un beershop. 

Unabirralgiorno finisce qui. 
Rimarrà attiva la pagina Facebook, sulla quale probabilmente proseguirà una versione molto ridotta del blog (ne avete avuto sporadici assaggi in questi giorni), la relativa pagina Instagram e l'inevitabile account di Untappd.

Cheers,
Davide.

Deviazioni casuali verso luoghi privi di interesse turistico:
la vecchia taproom di Toppling Goliath, Iowa, 2017.


53 commenti:

  1. Grazie per aver condiviso con il prossimo la tua passione, perché questo traspare dai tuoi post: una grande passione ed un'umile competenza.
    E' da pochi mesi che ti ho scoperto e che ti seguo, da quando ho ricominciato ad appassionarmi a questo mondo dopo molti anni di oblio e saltuarie bevute distratte ed imbarazzanti (leggi GDO).
    Una macchina del tempo mi ha catapultato dalla fine anni '90 ad oggi: lo shock è stato notevole e ricostruire una base solida di partenza non è stato per nulla semplice, in questo mi sei stato d'aiuto.
    Mi aspettavo questo post, anche se sotto sotto speravo si trattasse solo una vacanza.
    Mi auguro che il blog rimanga comunque online e pienamente fruibile: è un buon approdo in un mare inutile di "like", post usa e getta, rating discutibili e privi di spessore.
    Grazie ancora e Cheers!

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    1. per il momento rimane ancora online. vedremo più avanti. grazie a te per le letture, felice d'esserti stato d'aiuto nel tuo percorso d'avvicinamento alla buona birra!

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  2. Ciao Davide,

    scrivo per ringraziarti per tutto l'aiuto che mi hai dato. Io sono stato uno di quei neofiti di cui hai parlato, che nel 2015 ha scoperto la birra artigianale dopo un viaggio in Belgio e che, subito dopo, ha trovato una casa nel tuo blog. Le tue parole mi hanno aiutato a capire ma soprattutto a emozionarmi. Ricordo quando cercavo le birre che tu recensivi per poterle poi degustare "insieme" la sera stessa, cercando di capire se fossi in grado di percepire ciò di cui tu scrivevi. Le informazioni su tutti quei birrifici sono state probabilmente la cosa più importante, un modo per costruire una vera passione per ciò che c'è dietro al bicchiere, per non rincorrere solo le rarità ma scoprire persone, tradizioni e birrifici. Insomma, sei stato tanto di più di una semplice ispirazione, sei tutt'ora una delle persone più importanti per la mia crescita birraia e soprattutto un amico di bevuta.

    Ricordo ancora con affetto quando ci siamo incontrati al Galaxy Beer shop in occasione dell'Arrogant sour del 2018, ero talmente contento di parlare con chi mi aveva fatto amare e conoscere questo mondo... Grazie ancora, ti auguro di passare un buon anno e di poter scoprire tante altre belle realtà, senza impegno ma con la voglia e la semplicità con cui è giusto affrontare questa passione.
    So che di questi tempi è difficile fare previsioni, ma se un giorno dovessi riuscire a passare da quelle parti sarà un immenso piacere potersi rivedere e bere una birra insieme.

    Leonardo


    P.S inutile dire quanto questo articolo mi abbia fatto vivere molti di quei momenti della birra che, per questioni anagrafiche, non ho potuto gustare di persona. Grazie ancora di tutto Davide, ciao!

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    1. Ciao Leonardo, grazie per le belle parole! Mi segno in calendario una birra assieme per quando questo casino sarà finito!

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  3. Grazie mille per gli anni "passati insieme", io da lettore attento e tu da bravissimo divulgatore. Ho scoperto molte birre grazie a questo blog! Ti ho mandato l'amicizia su Untappd :)

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    1. grazie a te! missione compiuta allora, felice di esserti stato utile.

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  4. :-( Grossa perdita, davvero. Grazie per gli articoli di questi anni. Cerchiamo almeno di vederci al bancone prima o poi! In bocca al lupo per tutto.

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    1. grazie Andrea! accetto invito per una birra assieme... tu non mollare! ringrazio anch'io per tutto quello che ho appreso dalle tue pagine.

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  5. Grazie veramente di cuore Davide.
    Oltre ad avere il piacere di avere le nostre birre nel tuo spazio, ho usufruito piú volte del tuo blog come utente. Mi hai insegnato molto ed hai creato uno strumento utile anche per il mio lavoro.Sei un esempio di puntualità e serietá in quello che hai creato.
    Veramente complimenti e grazie!

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    1. Grazie a te e felice d'esserti stato utile! non riesco mai a bervi, alle mie latitudini non vi trovo!

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  6. grazie a te! lieto di esserti stato utile in tutti questi anni!

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  7. Bella Davide, ubag per me è sempre stato un punto di riferimento fondamentale e una lettura piacevolissima

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  8. Mi dispiace molto, soprattutto perché ho sempre trovato molto interessanti i cenni storici sui birrifici e sulla genesi di una birra. Anche io ho perso un po' l'entusiasmo per il mondo brassicolo, pur continuando a bere birra quasi quotidianamente, per cui non mi sorprende la tua decisione. Grazie davvero per avermi fatto compagnia in tutti questi anni (quante ricerche ho fatto per vedere se avevi già recensito una birra di mio interesse!) e in bocca al lupo per tutto. Ciao, Daniele.

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  9. Grazie di tutto con il blog mi hai regalato tanti momenti di piacevole lettura.

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  10. Sono molto triste.
    Ho condiviso con te un percorso formativo e un approccio praticamente analogo, dall'avvicinamento timido ai viaggi, dai forum alla Pliny trovata per caso a SD, fino alla fatica di questi tempi di scrivere di birra su un blog.
    Grazie per il tuo lavoro, spero non verrà mai meno la voglia di bere bene e di condividerla, in un modo o nell'altro!
    Cheers!

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    1. la voglia di bere senz'altro no! cercherò di condividerla in maniera più leggera e meno impegnativa

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  11. Grazie per tutti questi anni di bevute condivise. Questo sito (non è un blog per me) è stato una fonte di nozioni, scoperte e confronti indiretti. Non farlo sparire. Sono i fegati di tutti che lo chiedono.

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    1. grazie! per il momento rimane, anche se forse per tutelare i fegati sarebbe meglio di no :)

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  12. Grande peccato, ma ti capisco.
    Complimenti e grazie per i contributi che hai dato al mondo della birra in questi anni.
    Il Salone del gusto, che hai citato, è l'unica occasione in cui, ogni due anni, siamo riusciti a incontrarci di persona, l'ultima volta al bancone di Open Torino nel 2018. Speriamo succeda di nuovo per bere un paio di cose insieme.

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    1. Purtroppo quest'anno l'appuntamento è saltato.. dai speriamo di recuperare nel 2022 se ce lo permettono!

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  13. Grazie per aver pubblicato tantissimi articoli e grazie alle tue recensioni dopo poi mi sono poi convinto della birra in questione ho comunque dei dubbi che avevo dopo non esistevano più ed e triste che una birra al giorno non ci sarà più,io comunque mi diverto ancora a leggere qualche tuo vecchio publicato

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    1. Grazie! In forma molto ridotta qualcosa continuerà sulla pagina Fabcebook

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  14. Mai interagito molto col sito, d'altronde sono estremamente pigro nell'interagire sui social ma ho consultato ed apprezzato tantissimo il sito come guida, riferimento, di sicuro il miglior sito di recensioni birrarie, ma di gran lunga!!!! Perdita parecchio imporante. Grazie per tutto.

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  15. Ciao Davide. Ultimamente ho notato un certo raffreddamento da parte tua, i post erano sporadici e le note di degustazione più scarne ma sempre non prive di professionalità e comunque sia passione. Comprendo la tua scelta. Io nel mio piccolo posto solo qualche foto su Instagram e spesso ho solo voglia di stappare e prendermi il mio tempo e la mia zona di comfort senza troppi indugi. I tuoi post resteranno sempre fantastici, ricchi di curiosità, dettagli ed informazioni. Mi sono spesso ritrovato nelle tue note di degustazione e mi hai fatto anche spendere tanti soldi nell'acquisto di birre difficili da reperire sempre spinto dalla curiosità e dall'amore per le buone birre. Ti seguirò su altri canali. Mancherà questo blog!

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    1. Grazie! Negli ultimi anni ho ridotto la frequenza per vedere se mi tornava la voglia di continuare ma non è servito a molto. Le note di degustazione a me sembrano sempre troppo lunghe ;) invidio quelli che riescono a farti capire una birra in tre righe. Io non ci sono mai riuscito.

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  16. Davide, per quello che conta, volevo ringraziarti per quelle che definisco "illuminanti fonti" con cui confrontarsi.
    Il tuo blog è stato per me, quello che quelli che hai citato sono stati per te.
    Non sai le volte che nel dedicarmi all'assaggio attento di una birra (non uso il termine degustazione appositamente eh 😉) poi andavo a cercarla sul tuo blog per raffrontare le mie sensazioni gustative con quelle di una delle fonti più affidabili con cui mi sono sempre confrontato. Anzi, spesso quando leggevo di qualcosa che non avevo preso in considerazione, non sai le volte che mi sono detto " ah è vero!!!".
    Mi ritrovo in molte esperienze...anche io sono "incappato" nel mondo delle birre artigianali ancora prima di saperlo...
    Bevo consapevolmente artigianale dal 2009, ma anche prima ho bevuto birre come le diverse TAP di Schneider Weisse (le prendevo da Blockbuster), Chouffe, TRIPEL Karmeliet ecc. ma proprio mi era completamente estraneo il concetto di "birra artigianale" e di conseguenza tutto il resto.
    Io sono un anti-social network, che lo giustifico solo per fini lavorativi o realmente rimanere in contatto con persone i cui legami sono difficili da mantenere causa le distanze...per tutto il resto... li vedo come vetrine, simili a quelle di Amsterdam per capirci...
    Detto questo, la notizia che UNA BIRRA AL GIORNO (il blog !) non verrà più aggiornato è stata per me come una sedia tirata indietro mentre sto per sedermi.
    Estremo rispetto per le motivazioni.
    Per me resterà un archivio prezioso a cui farò riferimento anche per gli assaggi dei prossimi anni, ne sono sicuro al 100%.
    È successo qualche volta che cercassi una birra "importante" e non one shot che non c'era e mi si spalancano gli occhi. Sicuramente se succederà da adesso in poi sarà più "una presa a male" che una sorpresa.
    Ma ribadisco che il tuo Blog resterà sempre una fonte a cui farò riferimento.
    Vorrei evitare ripetizioni o quelle che potrebbero sembrare smielate stucchevoli, anche se in realtà sono tutte cose che penso realmente. Quindi... semplicemente, ma non banalmente
    GRAZIE DI TUTTO.

    Giorgio "er Greco"

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    1. Grazie a te Giorgio per le belle parole. Le Schneider da Blockbusters.. davvero? Le avesse avute quello dove andavo io! C'erano periodi in cui ci passavo 2-3 volte a settimana.

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  17. grazie della .... citazione (inbirrerya.com)

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  18. Mi spiace molto perché leggevo spesso i tuoi pezzi e ogni volta che bevevo una birra, specie quelle che trovavo più difficili da decifrare, venivo a vedere se l'avessi assaggiata. E' stato fondamentale leggerti per riuscire a capirne un poco di più e sentirmi un consumatore più informato, per emozionarmi per la storia dei birrifici e per restare affascinato dalla produzione di questa bevanda.
    Grazie di tutto, e veramente non far sparire questo archivio appassionante e ancora da scoprire per tanti.

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    1. grazie Ettore per le belle parole. per ora l'archivio rimane ancora online.

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  19. Hai tenuto duro molto più di me, e ti ho letto tantissimo. E continuerò a farlo, perché mi serve. Complimenti sempre.

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  20. Porca miseria...mi sei stato molto utile per anni e pure io dopo una bevuta comparavo le mie sensazioni con la tua descrizione.

    Grazie per avermi salvato dalla mediocrità più abbietta

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  21. Ho scoperto questo sito/blog per caso qualche anno fa e non lo ho piu' mollato. Da semplice bevitore occasionale che ero mi aperto gli occhi su un mondo incredibile..
    Mi son piaciuti molto i riferimenti storici inseriti in tante recensioni e mi son messo pure a collezzionare i tappi corona delle birre . Che dire ..un grazie infinito al curatore del bblog.. e che la birra sia con voi.

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  22. Che dispiacere. Ti avevo scoperto da poco ed era un vero piacere leggerti e assorbire la tua passione che tanto bene riesci a trasmettere. Odio i social con tutte le mie forze quindi non ti seguirò lì, ma spero che troverai il modo di esprimerti su qualche altro strumento che leggerò volentieri. Un bel libro magari!
    Nel frattempo, mi rimetterò in pari con i post passati!!

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    1. Un libro lo escludo, per quelli che erano i contenuti del blog. Il mondo della birra è così dinamico che io stesso trovo i libri sulla birra che ho comprato obsoleti dopo pochissimo tempo... Gli unici libri sulla birra che durano nel tempo sono quelli che parlano in generale di storia degli stili e delle tecniche di degustazione. Ma anche in quelli trovi spesso citate delle birre che magari non vengono più prodotte.
      Anch'io sono poco social, ma è l'unico strumento che mi permette di scrivere ancora qualcosa, anche direttamente dal telefono, in pochi minuti. Portare quel nuovo formato sul blog non aveva senso.

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  23. Giusto voltare pagina se le sensazioni lo richiedono, rimane comunque il dispiacere di perdere una guida che mi ha aiutato molto nei dieci anni in cui sono stato assiduo lettore. Non riesco a quantificare le birre di cui ho sentito parlare prima qui, prima di avere la possibilità di berle. Per molto tempo le imperial stout sono state per me creature mitologiche a me note solo dalle descrizioni di unabirralgiorno, lo stesso per le birre acide all'inizio incomprensibili fino a diventare tra gli stili prediletti. Sin dall'inizio mi era chiara la cura metodologica delle schede delle birre, scritte con rigore scientifico.
    Grazie di tutto.

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  24. Accidenti, avevo appena scoperto il blog e messo tra i preferiti, che tempismo! XD

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  25. Mi spiace molto! Tantissimi complimenti davvero. Leggerti è davvero piacevolissimo

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  26. grazie mille per tutto, la prima cosa che facevo e faccio tuttora quando sento parlare di una birra che non conosco o la devo acquistare è leggere la tua recensione....spero che il blog rimanga visibile, anche se non aggiornato,
    ciao e buona birra

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  27. E' tempo di tornare tutti sul barbiere.
    Buone cose.

    Lupi

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