Colmiamo oggi una lacuna abbastanza "grave", quella di non aver ancora ospitato su queste pagine nessun prodotto del Birrificio Italiano. Stiamo parlando di un pezzo di storia della birra "artigianale" italiana, che prende vita nel 1996 a Lurago Marinone (Como); l'uomo dietro tutto questo è Agostino Arioli, homebrewer negli anni ottanta, quando in Italia non esisteva ancora Mr. Malt e quando per fermentare il mosto l'unica risorsa era il lievito del pane. La difficoltà fortifica, e Agostino continua il suo percorso come operaio stagionale alla Carlsberg di Induno Olona, seguono tirocini in Germania e presso la Von Wunster in Italia; all'inizio degli anni novanta alcuni importanti cambiamenti legislativi rendono più facile la vita a chi vuole aprire un brewpub e produrre birra in piccola scala: in particolare, non è più richiesta la presenza sul posto di un funzionario dell'ufficio delle Finanze che deve accertare l'alcool di ogni singola cotta prodotta. Non è per caso che proprio a metà degli anni '90 abbiano aperto tutti i pionieri come Baladin, Lambrate, Beba e Turbacci. Nel 1994 Agostino fonda con altri undici soci il Nuovo Birrificio Italiano srl, ma per la prima cotta bisogna aspettare un paio di anni, tempo di installare gli impianti che vedono anche tre fermentatori aperti acquistati di seconda mano dal Birrificio Poretti. Se volete approfondire, vi consigliamo questa pagina di Fermento Birra. La prima birra che viene spillata nei locali del Birrificio Italiano nell'Aprile del 1996 è proprio la Tipopils, una birra che con il tempo è divenuta la capostipite di quello stile-non-stile che si è definito "italian pilsner". Prodotta con malti pilsner e caramunich, un ceppo di lievito proveniente da Weihenstephan, e tre luppoli tedeschi: Hallertauer Magnum (amaro), Hallertauer Saaz ed Hallertauer Hersbrücker (aroma); durante la fermentazione (tre settimane) viene effettuato un dry-hopping di Saaz. Nel bicchiere è di colore dorato, leggermente velato; la schiuma, bianchissima, è fine e cremosa, molto persistente. Aroma molto delicato ed elegante: sentori floreali (camomilla), erbacei e di cereali, più in secondo piano di agrumi; l'imbocco maltato è fragrante (cereali, pane), il percorso prosegue su note dolci di miele (acacia) e leggermente fruttate (agrumi). Il bilanciamento amaro/erbaceo è delicato ma esemplare; bella chiusura secca, cui segue un retrogusto amaro erbaceo, mediamente persistente. Ha corpo medio-leggero e carbonazione media; una birra che è esattamente come dovrebbe essere: facilissima da bere, che disseta e ri-asseta ad ogni sorso, molto pulita, bilanciata e profumata. Dà chiaramente il meglio di sè alla spina, magari quella del birrificio stesso; ma se siete fortunati da trovare una bottiglia che non ha subito troppi maltrattamenti, considerata anche la breve shelf life che il birrificio impone, riuscirete ugualmente a regalarvi una bevuta molto appagante. Formato: 75 cl., alc. 5.2%, IBU 35, lotto 138, scad. 12/06/2013, prezzo 8.50 Euro.
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