North Coast Brewing Company, ovvero uno dei pionieri del movimento “craft” Americano, fondato nel 1988 come brewpub nella cittadina di Fort Bragg, Mendocino, a nord di San Francisco. Birraio, e fondatore/proprietario assieme ad alcuni soci è Mark Ruedrich, ovviamente ex-homebrewer; in 25 anni di vita il birrificio (con ristorante/grill annesso) ha preferito concentrarsi sul perfezionamento di un nucleo stabile di birre, piuttosto che inondare il mercato di novità, di birre one-shot e stravaganti esperimenti. Fa quasi impressione, se confrontato con i birrifici più in voga in questo momento, vedere su Ratebeer solamente una quindicina di birre in produzione (più alcune prodotte per i supermercati "gourmet" Whole Foods e con il marchio Acme). Era ancora un homebrewer, negli anni '80, quando Mark Ruedrich assaggia una imperial stout di Bert Grant, uno dei primissimi pionieri brassicoli negli Stati Uniti, scomparso nel 2001 e - si dice - il fondatore del primo brewpub "moderno" sul suolo americano. Era il 1982 e negli USA c'erano solamente una cinquantina di produttori di birra in tutto. Mark assaggia la imperial stout di Bert ed ha l'impressione di aver bevuto la birra più buona di tutta la sua vita. Una decina di anni dopo, in una notte del 1995, Mark ha un "sogno gustativo" che risveglia in lui le stesse identiche sensazioni che aveva provato, molti anni prima, bevendo la birra di Bert. La mattina seguente si reca al suo birrificio e assaggia, direttamente dal fermentatore, la imperial stout che sulla cui ricetta stava lavorando. La birra suscita in lui le stesse sensazioni "del sogno". Nasce così la Old Rasputin Russian Imperial Stout, con la bella etichetta che raffigura un ritratto, un po' sbiadito di Grigorij Efimovič Rasputin, il monaco russo/siberiano che, pare, amasse proprio questo stile brassicolo. Se torniamo per un attimo sulle pagine dei siti prediletti dai beer raters, notiamo che le sensazioni evocate dal sogno di Mark si sono rivelate poi abbastanza concrete e reali: per Beer Advocate la Old Rasputin è la migliore Russian Imperial Stout al mondo (punteggio 96/100) mentre Ratebeer, ormai irrimediabilmente inflazionato dalle produzioni scandinave, non la ospita neppure nella top 25. Ma, se qualcuno avesse dei dubbi, ecco la lista di medaglie d'oro ottenute nei vari concorsi in giro per il mondo: 2006 e 2012 Stockholm Beer and Whiskey Festival; 2004, 2005 e 2006 World Beer Championships, Chicago; 2004 Spring Beer & Wine Fest, Portland, 1999 e 2002 GABF, Imperial Stout; 1996, 1997, 1998 e 1999 World Beer Championships, Chicago; 1996 World Beer Cup, Imperial Stout. Sontuosamente nera all'aspetto, con una splendida schiuma beige, fine e cremosa, molto persistente; una meraviglia. Al naso c'è meno caffè di quanto ci aspettassimo: l'inizio è ricco di frutti di bosco "scuri" (mirtilli e more), ma con qualche sentore che a tratti ci ricorda il lampone. Seguono tostature, cacao e, finalmente, caffè in grani. Aroma molto pulito, ma poco pronunciato. Lo scenario si capovolge in bocca, dove sin dall'inizio c'è una presenza massiccia di orzo tostato e caffè, di torrefatto e di cacao amaro; birra molto amara, con l'alcool (9%) nascosto in maniera superlativa. Si beve con commuovente facilità, risultando molto più docile e digeribile delle tante imperial stout catramate che oggi invadono il mercato. Anche in bocca c'è presenza di frutti di bosco "scuri" ed una leggera acidità che alleggerisce ulteriormente la bevuta; bel finale secco, preludio ad un lungo retrogusto amaro, persistente ed appagante, ricco di caffè in chicchi e tostature molto intense. Solo qui, alla fine dei giochi, emerge una calda nota etilica; al posto giusto ed al momento giusto. Corpo medio, carbonazione media, grande morbidezza in bocca: imperial stout pulita, solida, intensa e molto ben fatta che ha, come detto, nella facilità di bevuta il suo più grande merito. Rapporto qualità prezzo (americano) più che sconvolgente. Formato: 35.5 cl., alc. 9%, IBU 75, lotto e scadenza sconosciuti, prezzo 1.74 Euro (supermercato, USA).
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