“Non c’è più l’Orval di una volta” potrebbe essere ormai l’equivalente brassicolo di alcuni detti popolari come “non ci sono più le mezze stagioni”. Le discussioni sui cambiamenti del “goût d'Orval” sono iniziate oltre una decina di anni fa (questo ad esempio è un articolo dal 1998) e le cose sono forse ulteriormente peggiorate con il passare del tempo e con l’aumentare dei volumi di produzione. Tim Webb e Joris Pattyn nel loro “100 Belgian Beers to Try Before You Die” (2008) si tolgono dall’impaccio definendola “un classico che avrebbe bisogno di nuovo vigore”. Di recente, Alberto Laschi sul blog di “In Birrerya” ) ha degustato due Orval, una proveniente dalla Grande Distribuzione italiana ed una direttamente dal Belgio. Le differenze riscontrate potrebbero far pensare all’esistenza ipotetica di “due” Orval diverse, una destinata al consumo locale, ed una forse destinata alla grande distribuzione all’estero. Non ci sono, ovviamente, prove a sostegno di questo, anche se la ricetta è stata sicuramente modificata nel trascorrere degli anni. Oppure, che le modalità di distribuzione e stoccaggio nei supermercati influiscano così tanto su questa birra da renderla quasi una Orval sbiadita. Siccome tra le birre degustate su questo blog mancava ancora l’Orval, abbiamo deciso di stapparne non una ma due, entrambe provenienti dalla grande distribuzione, e di divertirci nell’annotare le differenze. Ovviamente ciò che andrete a leggere non ha l’ambizione di voler dimostrare nulla, troppe sono le variabili in gioco al di fuori del controllo nostro e del monastero stesso, principalmente quelle relative al trasporto ed allo stoccaggio di queste birre. La bottiglia più recente ha una anzianità di 7 mesi dalla data d'imbottigliamento; la sua “sorella” maggiore di mesi ne ha invece 15, poco più del doppio.
Esame visivo: la 15 è di colore rame/ambrato scarico, velato. La schiuma, leggermente ocra, è fin e cremosa. La 07 è leggermente più chiara, tendente all’arancio (anche se dalla foto sembrerebbe quasi il contrario. La schiuma è molto più abbondante e persistente, costringendoci ad un’attesa prolungata per poter riempire il bicchiere. Nel frattempo, la schiuma della 15 iniziava a "collassare".
Esame olfattivo: la schiuma della 07 regala sentori principalmente vegetali; c’è anche qualcosa di floreale, leggeri sentori di pepe e s’inizia già ad avvertire l’azione dei brettanomiceti, con sentori terrosi e di “pelle” animale. La 15 ha un aroma molto meno pronunciato, soprattutto dalla schiuma. In evidenza troviamo esteri fruttati, soprattutto arancio e mandarino; con nostra sorpresa c’è assenza di qualsiasi caratteristica collegabile ai brettanomiceti, che invece avevamo ritrovato nella bottiglia giovane.
Esame gustativo: entrambe molto “watery”, con la 07 che mantiene ovviamente un carbonatazione più vivace rispetto alla 15. La “giovane” 07 ha un imbocco subito amaro, vegetale, abbastanza complesso e “rustico”, seguito da note più fruttate che richiamano gli agrumi. C'è una base maltata (biscotto) ed una nota alcolica che riscalda il palato a fine corsa. Molto secca, chiude con un retrogusto appena amaro, vegetale. La 15 risulta molto più morbida e rotonda in bocca, avendo limato le asprezze di gioventù. L’attacco amaro è meno pungente, meno vegetale e più "terroso"; anche la frutta è meno pronunciata, in favore del malto. L'alcool è meno percettibile, il gusto è complesso e molto più difficile da scandagliare. Perse le caratteristiche di gioventù, sembra aver solo appena iniziato una maturazione verso qualcos'altro che però non è ancora emerso con chiarezza. Il finale è un po' meno secco della 07, seguito da un retrogusto amaro vegetale.
Per concludere: abbiamo trovato l'aroma della 07 senz'altro più interessante. L'Orval è considerata praticamente una session beer "fuori ordinanza" in Belgio, e ci ha un po' sorpreso trovare la "giovane" 07 un po' meno beverina della 15, che ha invece acquisito un'interessante morbidezza in bocca. Entrambe le bottiglie non ci sono sembrate particolarmente in forma, a testimoniare il fatto che, se volete ancora bere un'Orval con soddisfazione forse dovete ormai diffidare da quelle che arrivano sugli scaffali dei supermercati.
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