Sono due giovani intraprendenti (ed homebrewers) belgi a dare vita, nel giugno del 2013, al Brussels Beer Project: Olivier da Brauwere e Sébastien Morvan si rivolgono ad appassionati ed entusiasti birrofili o beergeeks per un progetto che si fonda sulla condivisione, sui social network e sulla partecipazione. La base di partenza è stata il finanziarsi attraverso un crowfunding chiamato #beerforlife e lanciato attraverso i social network: versando 140 Euro vi vengono garantite dodici birre all'anno, per il resto della vostra vita (o almeno finché il progetto resta in vita, suppongo). In soli sei mesi viene racimolato un budget di più di 50.000 Euro; le ricette di quattro birre vengono messe a punto in un garage, e vengono organizzati diversi incontri, in vari bar di Brussels, ai quali partecipano quasi un migliaio di persone. Lo scopo è di far scegliere al "popolo" quale dei quattro prototipi verrà poi messo in produzione appoggiandosi ad un birrificio vero e proprio. Nessun segreto, ricetta "open" e totale trasparenza sulle birre prodotte è quanto si propongono di fare i due ragazzi, come spiegato in questo bel video.
Tutte le birre vengono prodotte dalla Brouwerij Anders di Halen ed il voto avviene ovviamente tramite Facebook: al "referendum" partecipano Alpha (una belgian ale speziata con coriandolo e scorza d'arancia e Brettanomyces bruxellensis), Beta (una saison con bacche di ginepro e semi di papavero), Gamma (belgian ale con cardamomo, zucchero candito e Brettanomyces bruxellensis) e Delta (una IPA con challenger, citra e smaragd). A vincere (sorpresi?) è la IPA, che entra in produzione regolare mentre le altre tre, da quanto ho capito, non vengono più prodotte ma sono ancora reperibili sino ad esaurimento. Qualche mese dopo si aggiunge una Black IPA chiamata Dark Sister (ovvero la sorella "scura" della Delta) e a gennaio 2014 arriva una chocolate porter chiamata Babeleir de Saint-Jean, in collaborazione con la Microbrasserie du Lac Saint-Jean, in Canada. Al momento ci sono in fermentazione quattro nuovi prototipi di birra per un nuovo referendum popolare da tenersi nei prossimi mesi.
Il crowdfunding in ambito birrario non è una novità, ma forse lo è per il Belgio; il prossimo progetto annunciato dai due imprenditori belgi è quello di aprire un vero e proprio birrificio a Brussels. Le loro intenzioni sono quelle di mettere in piedi una "open brewery", ossia sempre aperta al pubblico, dove la gente possa venire a visitare gli impianti ed a bere le birre senza appuntamento e senza vincoli. Sono attualmente alla ricerca di uno spazio di almeno 500 metri quadri in zona centrale. Tutto bene o quasi; Brussels Beer Project dichiara esplicitamente sul proprio sito di produrre al momento le birre presso il birrificio Anders, ma l'informazione non è presente sull'etichetta della birra, dove compare invece solo un generico "produced for"; se si grida ai quattro venti la trasparenza, perché non metterla anche in pratica? Niente da dire invece sulla visual identity scelta dal birrificio; video promozionali molto ben assemblati, logo efficace, etichette minimali, forse un po' fredde, ma molto ordinate e di ottimo impatto visivo; il bicchiere "ufficiale" è il teku.
Ecco Delta, allora, una Belgian IPA biologica, 100% malto Pale e luppolatura affidata come già detto a challenger, smaragd e citra. E' a metà strada tra il dorato e l'arancio, opaco; si forma una testa di schiuma biancastra, cremosa, molto persistente. Il naso è intenso ed ancora fresco, con pungenti sentori di agrumi, lime, limone e pompelmo; c'è solo qualche accenno dolce di frutta tropicale, per una aroma molto pulito e dominato dagli agrumi. L'imbocco al palato (crosta di pane) è l'unica "tregua" che questa Delta concede: si vira subito verso l'aspro, la scorza d'agrumi che attacca i lati della lingua e che viene bilanciata da una parte più dolce (ma è sempre arancio) un po' sciropposa. L'effetto è quello di una spremuta d'agrumi, ma la birra è comunque pulita ed intensa, e riesce ad essere convincente. Il finale è secco ed amaro, ovviamente zesty con qualche richiamo erbaceo, mentre nel retrogusto ritorna a far capolino un po' della (sciropposa) polpa d'arancio. Belgian IPA solo di provenienza (brassata in Belgio), perché la massiccia luppolatura copre qualsiasi altra caratteristica belga che il bevitore si sforza di trovare; il risultato è una IPA "moderna", di quelle ruffiane e fruttatissime, come "vanno" adesso. L'aroma ammalia, i primi due sorsi stupiscono, ma non è una di quelle birre che berresti per tutta la serata e che risulta alla fine molto simile a tante altre. Abbastanza ben fatta, rinfrescante e dissetante: il popolo l'ha votata ed il popolo se la beve.
Formato: 33 cl., alc. 6%, IBU 45, scad. 10/2015, pagata 4,78 Euro (beershop, Belgio)
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