Liquidata nel 2012 la propria società di informatica, Chris Lewis ha deciso d’investire 300.000 sterline per trasformare l’hobby dell’homebrewing in una professione. Nell’estate del 2015 nella bella Bath,Somerset inglese, nasce il birrificio Electric Bear: 450 metri quadrati in un edificio industriale (curiosamente chiamato The Maltings) nel quale ha trovato posto un impianto da 23 ettolitri. Il nome scelto è un tributo al vecchio birrificio Bear che ha operato nella stessa area sino all’aprile del 1942, quando fu distrutto da un bombardamento tedesco. I maligni vociferano che le produzioni casalinghe di Lewis non fossero granché: che sia vero o no, per avviare il birrificio viene assunto Guillermo Alvarez giovane birrario predestinato. Suo nonno era uno dei proprietari del Gruppo Modelo in Messico (quelli della Corona, per intenderci) e suo zio possiede tre birrifici (BridgePort in Oregon, Trumer in California e Spoetzl in Texas) nonché un distributore di birra negli Stati Uniti. Tra le precedenti esperienze professionali di Alvarez nel Regno Unito si sono St Austell e Rebel Brewing in Cornovaglia. All’agenzia media Clarity viene affidata la campagna #BuildingaBrewery che documenta su tutti i social media la costruzione e il debutto del birrificio: “mi ha facilitato il lavoro, era come se i clienti mi stessero già aspettando – dice Justin Roberts, Electric Bear sales manager – ci avevano visto su Twitter ed erano già ansiosi di conoscere le nostre birre”.
Il birrificio festeggia il primo compleanno aggiungendo due fermentatori da 4000 litri e aumentando il ritmo da due a quattro cotte la settimana per poter soddisfare tutta la domanda; la Milk Stout Mochachocolata Ya Y0, la Heisenberg Doppelbock e la lager alla segale SamuRye portano a casa medaglie ai World Beer Awards del 2016. Nello stesso anno viene anche inaugurata la taproom dove viene attivato lo Speidel Braumeister da 20 litri un tempo usato da Lewis nel proprio garage di casa: a lui il compito di produrre birre sperimentali e in esclusiva per la taproom, aperta sabato e domenica da mezzogiorno alla sera. Tutti i giorni è comunque possibile recarsi in birrificio per acquistare direttamente bottiglie, lattine e merchandising.
A gennaio del 2017 Alvarez viene sostituito dal nuovo head brewer Ian Morris, proveniente da Arbor Ales e Bingham Brewery: assieme al nuovo birrario arrivano anche le prime lattine, formato ormai imprescindibile per competere nella scena UK. In quasi tre anni d’attività sono già state commercializzate un centinaio di diverse etichette.
Debutta nel febbraio del 2017 la Above the Clouds (6.2%) una IPA che il birrificio promette essere poco amara, morbida e più facile da bere di un succo di mango. La ricetta prevede malti Pale e Cara Light, frumento, luppoli Summit, Citra e Chinook. Il suo colore è dorato e piuttosto velato, la schiuma generosa schiuma candida è compatta e mostra buona ritenzione. Ananas, arancia, lime, litchi e mango formano un aroma pulito e di buona intensità anche se non troppo definito. Le premesse comunque positive non vengono completamente soddisfatte al palato: gli elementi in gioco sono sempre gli stessi ma l’intensità subisce un calo, soprattutto per quel che riguarda la componente fruttata. C’è poca secchezza e non metterei la mano sul fuoco del diacetile, ma l’impressione c’è: l’amaro è abbastanza intenso ma di breve durata, l’alcool non è in evidenza ma potrebbe essere celato maggiormente. Nel complesso è una IPA discreta ma ancora poco definita, la bevuta è piacevole ma risulta un po’ anonima e priva di personalità. Difficile ricordarsela in un mercato sempre più affollato di birre più o meno simili.
Passiamo ora alla Inspector Remorse (4.7%), prima Porter prodotta dal birrificio di Bath: il nome “ispettore rimorso” è abbastanza singolare ma non sono riuscito a capire se dietro a questa scelta ci sia un riferimento cinematografico, musicale o cos’altro. Non ci sono ingredienti aggiunti ma il birrificio asserisce di aver prodotto una specie di biscotto (digestive) al cioccolato in forma liquida; la ricetta elenca malti Pale, Chocolate, Biscuit, Crystal, avena, frumento e luppolo Willamette.
Nel bicchiere si presenta di color ebano, la schiuma è cremosa, compatta ed ha buona persistenza. Annusando il bicchiere “alla cieca” punterei sicuro su di una Brown Ale: affiorano profumi di biscotto e pane nero, frutta secca, caramello, qualche remoto accenno di frutti di bosco e di caffè. Nonostante l’utilizzo di avena Electric Bear realizza una Porter che asseconda la sua gradazione alcolica quasi sessionabile, puntando a scorrere veloce senza nessun impedimento. Il gusto è invece molto più “in stile” e offre una buona intensità nella quale caramello e tostature trovano un ottimo equilibrio per supportare l’amaro del caffè (e mi ritrovo perfettamente con la descrizione dell’etichetta) estratto a freddo. Il percorso va poi via via scemando in un finale meno amaro nel quale si fanno strada biscotto e cioccolato: pulizia ed equilibrio non mancano in una bevuta facile ma non banale, piuttosto gradevole. Una birra ben riuscita, ha quella personalità che manca alla IPA, ma secondo me si potrebbe osare ancora un po’ di più.
Nel dettaglio
Above the Clouds IPA, 44 cl., alc.6,2%, lotto 1193, scad. 10/04/2019, prezzo indicativo 6,00 euro (beershop)
Inspector Remorse, 44 cl., alc. 4,7%, lotto 1191, scad. 03/04/2019, prezzo indicativo 6,00 euro (beershop)
Nessun commento:
Posta un commento