venerdì 23 novembre 2018

Hoppin’ Frog Rocky Mountain DORIS

Ammetto il mio debole per le imperial stout di  Hoppin’ Frog, birrificio guidato dal 2006 da Fred “la rana” Karm ad Akron, Ohio.  BORIS The Crusher, DORIS The Destroyer  e TORIS The Tyrant rappresentano per me una delle massime espressioni dello stile: pochi fronzoli, tanta sostanza, e lontane dall’ondata di birre-dessert che ha invaso negli ultimi tempi il mondo della birra artigianale, soprattutto americana. BORIS viene prodotta dal 2006 ed è la birra che ha portato a Karm i primi riconoscimenti e le prime medaglie (oro nel 2008 e nel 2011) al Great American Beer Festival, contribuendo in maniera decisiva al successo di Hoppin’ Frog:  le sue sorelle maggiori DORIS e TORIS non sono da meno.
Giusto sfruttarne il successo realizzando quelle molteplici varianti che rappresentano uno strumento indispensabile per assecondare la sete di novità dei beer geeks: in questa occasione avevamo passato in rassegna quelle di BORIS; per quel che riguarda DORIS il proliferare è stato meno evidente. Oltre a tre diversi invecchiamenti (Barrel Aged DORIS, Barrel Aged DORIS Royale e Rocky Mountain DORIS) abbiamo le derive Marshmallow DORIS e Peanut Butter DORIS, avvistate sporadicamente solo alle spine della taproom.

La birra.
Fred  Karm è notoriamente molto restio nel divulgare informazioni sulle proprie birre e quindi nulla sappiamo sulla ricetta di DORIS; non è neppure mai stata rivelata la provenienza delle botti di whiskey (Heaven Hill?, si mormora) utilizzate per produrre la versione “standard” della Barrel Aged DORIS.  Nel 2016 Hopping Frog ha comunque messo in vendita due nuove edizioni “Rocky Mountain” di BORIS e DORIS, realizzate con botti ex-whiskey single malt provenienti, come il nome suggerisce, dal Colorado. Rocky Mountain DORIS debutta al birrificio il 14 maggio 2016 con, garantisce Karm, un “carattere molto più assertivo rispetto alla nostra standard Barrel-Aged D.O.R.I.S. Questa versione è una dimostrazione di come lavoriamo duro per dare ai nostri clienti solo il meglio”.   
DORIS è vestita completamente di nero ma come al solito ad impressionare è il colore scuro e minaccioso della propria schiuma che, in questa versione, ha una discreta ritenzione. Il naso è ricco e caldo, avvolgente: il whisky bagna delicatamente fruit cake, cioccolato, toffee, prugne e uvetta, tostature e qualche accenno di vaniglia. La sensazione palatale è oleosa e densa, ma leggermente meno morbida e “delicata” (per quanto può essere una imperial stout da 10.5%) della versione non barricata. Potente ed esuberante, bilanciata e non priva di una certa eleganza: nessuna sorpresa nel bicchiere, anche questa versione di DORIS regala grandi soddisfazioni a colpi di melassa, fruit cake, vaniglia, cioccolato e frutta sottospirito; l’amaro delle tostature e qualche ricordo di caffè viene enfatizzato dalla generosa luppolatura. Lascia una calda, lunga e morbida scia etilica ricca di whisky, legno e frutta sotto spirito. 
Il modus operandi è sempre quello: comodi in poltrona, bicchiere tra le mani, sorseggiare in tutta tranquillità, riscaldati e coccolati. I due anni dalla messa in bottiglia l’hanno ammorbidita e resa un po’ più mansueta: amaro, tostature ed alcool sono molto ben amalgamati tra di loro e nessuno cerca di prevalere. Livello alto e, anche se impegnativa, delizia per il palato e piacere per i sensi. 
Formato 65 cl., alc. 10.5%, imbott.05/2016, prezzo indicativo 19,00-27,00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio

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