Con un impianto Speidel da 50 litri in una stanza di soli otto metri quadrati il birrificio Stijl è sicuramente tra i più piccoli in attività nei Paesi Bassi; lo inaugurano ad Almere nel gennaio del 2016 Raymond Geraads, la moglie Anneke Geraads-Broeren e l’amico nonché vicino di casa Robin de Winter. Raymond, pilota civile, ha partecipato come giudice birrario in diversi concorsi regionali e viene da cinque anni di homebrewing nel corso dei quali ha racimolato diversi premi con il proprio impianto casalingo “De Bolle Beer”; Robin è invece cuoco e lavora nell’horeca/catering.
Quattro sono le birre con le quali Brouwerij Stijl decide d’iniziare il proprio percorso: Saison, Wheat Ale, Double India Pale Ale e Russian Imperial Stout. Il nanobirrificio nasce essenzialmente dalla necessità di poter vendere commercialmente le birre prodotte in casa, ma a colpi di cinquanta litri alla volta non è ovviamente possibile far molta strada. Ben presto le ricette vengono eseguite su scala maggiore presso la Berging Brouwerij, a cinquanta chilometri di distanza. L’impianto da cinquanta litri, rinominato Stijl Bierlab, viene utilizzato per testare le nuove ricette o realizzare birre sperimentali/occasionali su piccola scala: la prima Bierlab ad essere commercializzata è stata una Milkshake IPA, disponibile in ben 24 bottiglie.
Internet non abbonda d’informazioni sul birrificio Stijl, ma da quanto ho capito all’inizio del 2017 Robin de Winter ha lasciato la società che è ora gestita solamente dai coniugi Geraads: Raymond in sala cottura, Anneke alle prese con la parte amministrativa e quella creativa, sia che si tratti di ricette, etichette o di social media.
Imperial Stout prodotta con sale marino e vaniglia: lo ammetto, in linea di principio non l’avrei presa in considerazione in quanto l’abbinamento tra i due ingredienti non mi pare particolarmente invitante. Mi è sfuggito quel “zeezout” (sale marino) su di un etichetta che annovera malti Pale Ale, Chocolate, Special B, Crystal , orzo tostao, luppolo Columbus e vaniglia.
Nel bicchiere si presenta vestita di nero, la poco generosa schiuma è cremosa e compatta ed ha una discreta persistenza. Al naso arrivano profumi di fruit cake, vaniglia, orzo tostato, tabacco, un filo di fumo; pulizia e finezza non sono esemplari ma l’intensità è piuttosto buona. Le bollicine sono fini ma un po’ troppo presenti e disturbano quella che sarebbe una sensazione palatale oleosa con un corpo medio-pieno. Il gusto? Segue con buona corrispondenza l’aroma riproponendone le caratteristiche: c’è intensità ma eleganza e precisione scarseggiano un po’ e i passaggi sono un po’ bruschi: il risultato è un agglomerato gradevole nel quale si riconoscono caramello e fruit cake, vaniglia, frutta sotto spirito. Il carattere tostato/torrefatto si fa più evidente nella seconda parte della bevuta, quando emerge anche una leggera nota salina/salmastra. L’alcool (10%) riscalda senza fare male e il percorso si chiude con l’amaro intenso di tostature e fondi di caffè, sospinto da una generosa luppolatura e “sporcato” da qualche frammento di cenere. Sale e vaniglia evitano lo scontro entrando in scena in momenti diversi: l’imperial stout di Stijl è apprezzabile nelle intenzioni, un po’ meno nell’esecuzione, discreta e non memorabile.
Formato 33 cl., alc. 10%, scad. 01/05/2019, prezzo indicativo 4.00 euro (beershop) NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio
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