lunedì 26 novembre 2018

DALLA CANTINA: Extraomnes Quadrupel 2018 vs 2013


Sembra ieri ma sono già passati otto anni. Correva l’anno 2010 e debuttava uno dei birrifici italiani più attesi al varco: Extraomnes capitanato dal sanguigno Luigi “Schigi” D'Amelio. Blond, Saison, Bruin e Tripel  le birre scelte per iniziare un percorso che vide, per le festività natalizie dello stesso anno, l’arrivo della Kerst “qui pensiamo di fermarci per un bel po’, ci concentreremo per migliorare sempre di più queste piuttosto che ad allungare la lista delle referenze”. Così dichiarava D’Amelio in un intervista a Cronache di Birra, ma a pochi mesi di distanza, nella primavera del 2011, fu presentata all’Italian Beer Festival di Milano una birra destinata a diventare in poco tempo uno dei grandi successi del birrificio di Marnate, Varese:  la Zest. Nello stesso anno arrivarono anche la imperial stout al caffè Donker e, a Natale, la prima Kerst Reserva. 
Facciamo ora un salto in avanti nel tempo, tralasciamo altre novità arrivando al 2013 quando il birrificio festeggiava la cotta numero 200. Le celebrazioni per la numero cento erano state affidate alla Hond.erd, ma questa volta a Marnate decisero di fare le cose più in grande andando a colmare un importante vuoto nella gamma di un birrificio che si rispecchia nella tradizione belga: quella delle grandi Belgian Strong Dark Ales, o Quadrupel che dir si voglia. Una birra celebrativa ma non solo, come riportava a suo tempo il blog Varesenews: “vogliamo che la Quadrupel entri nella produzione standard; ovviamente aspettiamo il responso del mercato ma da questa birra ci attendiamo molto”.  Così è stato oggi la Quadrupel è una presenza fissa anche alle spine dei due locali di Extraomnes:  il Bier & Cibo a  Castellanza (Varese) e l’ultimo nato a Savona.

La birra.
Come ogni Quadrupel che si rispetti anche quella di Extraomnes  dovrebbe essere una buona candidata per passare del tempo in cantina. Mesi, anni? A voi la decisione e la scelta di correre il rischio che ogni invecchiamento porta inevitabilmente con sé.  Ho voluto oggi mettere a confronto una delle prime bottiglie prodotte nel 2013 con una nata all’inizio di quest’anno. 
Partiamo con la Quadrupel 2018 (9.3%) che si presenta vestita con la classica tonaca di frate (cappuccino, per i pignoli) la cui torbidità è illuminata da bagliori rossastri; la schiuma non è particolarmente generosa ma è cremosa, compatta ed ha una discreta ritenzione. Il naso è ricco, dolce, piacevolmente complesso: uvetta e datteri, prugna,  pera, miele e biscotto, caramello e zucchero candito, qualche accenno di pasticceria, una delicata speziatura infusa dal lievito trappista. La bevuta è perfettamente coerente con l’aroma anche se risulta un po’ meno definita e seducente:   il dolce è ben attenuato e bilanciato da un lieve amaro finale nel quale convivono note di frutta secca a guscio e delicate tostature, il congedo è un morbido e caldo ricordo etilico di frutta sotto spirito. Gran bel naso, interessante e complesso,  bevuta che forse non mantiene tutte le aspettative ma che rimane di ottimo livello. Alcool abbastanza ben gestito ma piuttosto evidente in alcuni passaggi.

La Quadrupel 2013 è visivamente più torbida della 2018  ed è sporcata da piccolissime particelle di lievito in sospensione; la schiuma  fa molta fatica a formarsi e si dissolve molto rapidamente. Dopo cinque anni in cantina l’aroma non regala piacevoli note ossidative che portano alla mente vini marsalati e liquorosi: scomparse le spezie, sono protagonisti gli esteri fruttati (prugna, uvetta, fico), lo zucchero candito e il caramello. Il naso è gradevole ma per eleganza ed ampiezza dello spettro aromatico la mia preferenza va alla bottiglia più giovane. Al palato la birra risulta molto morbida e tutti gli elementi molto ben amalgamati tra di loro; l’alcool è meno in evidenza ma la bevuta è ancora potente e vigorosa. Dominano prugna e uvetta ma numerose sono le suggestioni di vino fortificato e liquorose; anche in questa bottiglia il dolce è molto ben attenuato e bilanciato da leggere tostature ed è un piacere abbandonarsi alla lunga scia etilica che accompagna ogni sorso. Questa “vecchietta” di cinque anni è ancora in ottima forma anche se più mansueta rispetto alla giovane nipote: ogni spigolo è stato smussato e per quel che mi riguarda vince il confronto. E’ davvero un piacere passare una serata assieme a lei, come ad ascoltare il racconto dei nonni su di un tempo che non c’è più ma che sembra essere sempre più affascinante di quello in cui viviamo oggi.
Il verdetto? Lasciate qualche anno in cantina questa Quadrupel e lei saprà ricompensarvi.
Nel dettaglio:
Quadrupel 2018, 33 cl., alc. 9,3%, lotto 015 18, scad. 01/01/2020 
Quadrupel 2013, 33 cl., alc. 9,3%, lotto 136 13, scad. 31/05/2016
Prezzo indicativo 4.00-5.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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