Velvet Merlin, Nitro Merlin e Velvet Merkin; chiudiamo il cerchio con la birra che ha dato origine a tutto. Nel 2004 il birrificio californiano Firestone Walker aveva lanciato la sua prima stout all’avena, elaborazione di una ricetta che il birraio Matt Brynildson aveva realizzato da homebrewer traendo ispirazione dal libro The Real Ale Almanac di Roger Protz. La birra, come prevede la prassi, venne “benestariata” dai proprietari Adam Firestone e David Walker che decisero di introdurla inizialmente come produzione autunnale disponibile solo alla taproom del birrificio: il nome scelto fu Velvet Merkin. Solo in seguito, quando la crescente domanda dei clienti per birre “scure” ne permise la produzione su grande scala, venne decisa la messa in bottiglia: a quel punto il problema era nome. Il termine “merkin” in inglese indica infatti una “mini parrucca" che viene utilizzata per coprire i genitali e che, al giorno d’oggi, viene utilizzata dall’industria cinematografica quando bisogna girare delle scene di nudo. Per la distribuzione al grande pubblico la birra fu allora rinominata Velvet Merlin, un riferimento al mago Merlino ma anche al soprannome del birraio Brynildson: “inizialmente non ero contento, ma poi ho dovuto ammettere che potevano sorgere dei problemi a distribuire una birra chiamata Velvet Merkin. Dopo tutto la parola davvero importante nel nome è Velvet (velluto) in quanto descrive la consistenza che ho voluto dare a questa birra”.
Scomparso dai radar, il nome Velvet Merkin è stato assegnato alla versione invecchiata in botti di bourbon della stessa birra: una variante che è sporadicamente apparsa per molti anni solo in fusto alla taproom del birrificio e che veniva principalmente utilizzata per formare l’Anniversary Ale (blend di birre barricate) con la quale ogni anno Firestone festeggia il proprio compleanno. Ciò non le ha comunque impedito di racimolare nel 2010 e nel 2011 due medaglie d’oro al Great American Beer Festival.
E’ soltanto a settembre 2013 che Firestone Walker si decide ad imbottigliare la birra nell’ambito della Proprietor’s Reserve; questo l’annuncio del birraio Matt Brynildson: “sino ad ora si poteva assaggiare la Velvet Merkin solo in occasione di eventi speciali o alla nostra tasting room. Questa birra è diventata oggetto di culto e la gente ci perseguitava per averla. Quando si parla d’invecchiamenti in botte è facile orientarsi su birre dall’elevato contenuto alcolico, almeno 10%, perché ciò favorisce la stabilità nel tempo della birra all’interno della botte. Ma col tempo siamo diventati sempre più bravi a gestire in botte anche birre dal contenuto alcolico più basso. L’alcool gioca un ruolo fondamentale nel carattere di una birra barricata, e se riesci ad abbassarlo tutti gli altri sapori emergono maggiormente. Nel caso della Velvet Merkin, nella birra di partenza dominano il caffè e il cioccolato fondente ma dopo un anno in botte emergono cioccolato al latte e vaniglia; per questo utilizziamo solamente botti ex-bourbon”. Per l’occasione vennero messe in vendita 3500 casse di bottiglie da 65 centilitri. Nel 2015 la terza edizione della Velvet Merkin vede una piccola modifica: “abbiamo aggiunto in botte una piccola percentuale di Milk Stout per arrotondare la sensazione palatale – dice Brynildson - E’ difficile da percepire, ma fa la differenza; avremmo potuto evitare di rivelare questo dettaglio, ma vogliamo essere trasparenti”. Anche nel 2015 furono commercializzate 3500 casse di bottiglie da 65 centilitri.
Non è ben chiaro quale percentuale di Firestone Walker sia rimasta in mano ai fondatori Adam e David dopo la “fusione” del 2015 con i belgi della Duvel Moortgat. L’aumentata capacità produttiva ha comunque permesso a noi europei di mettere le mani su birre un tempo inaccessibili per chi non si trovasse in California al momento della mesa in vendita. In Italia sono di recente arrivate bottiglie della edizione 2017 di Velvet Merkin, apparsa negli Stati Uniti nel settembre dello scorso anno nel nuovo e ridotto formato da 35,5 centilitri. La birra è stata invecchiata in varie botti di bourbon provenienti dalla distilleria Heaven Hill ed utilizzate per produrre marchi come Elijah Craig e Old Fitzgerald; la ricetta (della Velvet Merlin) include malti Maris Otter, 2-Row Pale, Roast Barley, English Dark Caramel, Medium Caramel, Carafa e avena (15%); l’unico luppolo utilizzato è il Fuggle coltivato negli Stati Uniti.
Vestita di ebano scuro, forma un bel cappello di schiuma cremosa e compatta che mostra buona ritenzione. Il naso è pulito ma poco intenso; orzo tostato, caramello e caffè sono in primo piano e il contributo del passaggio in botte è un po’ sotto traccia. Si avvertono comunque sfumature di bourbon, legno, cocco tostato. Nonostante l’utilizzo dell’avena la sensazione palatale non è particolarmente cremosa e risulta meno morbida rispetto alla sorella non barrel-aged. Il carattere barricato è molto più evidente al palato dove il bourbon è subito protagonista e costringe al ruolo di semplice comparsa caramello, tostature, caffè, cioccolato. La chiusura (legno e tannini) è abbastanza secca, il retrogusto di bourbon è caldo e avvolgente. Naso meno intenso ma più interessante e complesso di un gusto intenso che tuttavia risulta un po’ troppo monocorde: la Velvet Merkin 2017 di Firestone Walker si sorseggia con piacere ma suscita qualche interrogativo, soprattutto perché il prezzo del biglietto è di prima fascia.
Formato 35.5 cl., alc. 8.5%, IBU 33, imbott. 21/08/2017, prezzo indicativo 12.00-20.00 euro (beershop) NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Io non ho potuto fare a meno di prenderle tutte!! Ahaha aspetto altre tue recensioni se ne hai prese altre...a breve vorrei assaggiare un sucaba 2013!! :-)
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