Ritorna sul blog il birrificio californiano Firestone Walker fondato nel 1996 da Adam Firestone e David Walker a Paso Robles, Contea di Santa Barbara e, dall’estate 2015, partner dei belgi della Duvel Moortgat il cui denaro è stato utilizzato per finanziare un ambizioso piano d’espansione. I dettagli dell’accordo tra le due imprese private non sono stati resi noti, ma nel 2016 Firestone Walker è stato in grado di lanciare le prime lattine, inaugurare la Barrelworks di Buellton, una sede dedicata esclusivamente agli invecchiamenti in legno, e la nuova succursale con brewpub e ristorante di Venice Beach a Los Angeles.
Nel 2004 il birrificio aveva lanciato la sua prima stout all’avena, elaborazione di una ricetta che il birraio Matt Brynildson aveva realizzato da homebrewer traendo ispirazione dal libro The Real Ale Almanac di Roger Protz. La birra, come prevede la prassi, venne “benestariata” dai proprietari Adam Firestone e David Walker che decisero di introdurla inizialmente come produzione autunnale disponibile solo alla taproom del birrificio: il nome scelto fu Velvet Merkin. Solo in seguito, quando la crescente domanda dei clienti per birre “scure” ne permise la produzione su grande scala, venne decisa la messa in bottiglia: a quel punto il problema era nome. Il termine “merkin” in inglese indica infatti una “mini parrucca" che viene utilizzata per coprire i genitali e che, al giorno d’oggi, viene utilizzata dall’industria cinematografica quando bisogna girare delle scene di nudo.
Per la distribuzione al grande pubblico la birra fu allora rinominata Velvet Merlin, un riferimento al mago Merlino ma anche al soprannome del birraio Brynildson: “inizialmente non ero contento, ma poi ho dovuto ammettere che potevano sorgere dei problemi a distribuire una birra chiamata Velvet Merkin. Dopo tutto la parola davvero importante nel nome è Velvet (velluto) in quanto descrive la consistenza che ho voluto dare a questa birra”.
Scomparso dai radar, il nome Velvet Merkin dopo qualche anno d’assenza è ritornato quando il birrificio ha deciso di far uscire una versione barricata della Velvet Merkin, leggermente modificata e con aggiunta di lattosio.
La ricetta prevede malti Maris Otter, 2-Row Pale, Roast Barley, English Dark Caramel, Medium Caramel, Carafa e avena (15%); l’unico luppolo utilizzato è il Fuggle (coltivato negli Stati Uniti). Il suo colore è un ebano scurissimo e forma un generoso cappello di schiuma beige cremosa e compatta, dall'ottima persistenza. Ad un aspetto perfetto fa seguito un naso molto pulito e abbastanza elegante: orzo tostato, pane nero e caffè disegnano un bouquet arricchito da dettagli di mirtillo, cioccolato, cenere. La sensazione palatale non è esattamente vellutata ma comunque morbida e molto gradevole: davvero notevole per un birra dal contenuto alcolico non eccessivo (5.5%). La bevuta è molto bilanciata con l'orzo tostato ed il caffè bilanciati da caramello ed un velo di liquirizia; le tostature sono delicate ed eleganti, aumentano leggermente d'intensità solo nel finale dove accanto al caffè compare anche qualche suggestione di cioccolato. Elegante e molto pulita, facilissima da bere; stout semplice dove però ogni cosa è al punto giusto e non ti fa desiderare null'altro. Impeccabile esecuzione di una ricetta che non necessita di orpelli o artifizi, all'insegna del "less is more".
Formato: 35.5 cl., alc. 5.5%, IBU 27, imbott. 01/12/2016.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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