Ogni anno il birrificio americano Stone organizza la Stone Homebrew Competition in collaborazione con l’American Homebrewers Association; in premio per il vincitore c’è l’opportunità di realizzare la propria ricetta in grande scala sugli impianti del birrificio di Escondido, California.
Lo scorso novembre si è tenuta l’edizione 2016, il cui verdetto non è ancora stato reso noto. Nel 2015 aveva vinto la homebrewer Juli Goldenberg, prima donna in assoluto, che aveva poi realizzato la Stone Carrot Golden Ale, praticamente la versione liquida di una Carrot Cake; nel 2013 Robert Masterson e Ryan Reschan realizzarono la Stone Coconut IPA, nel 2012 Kelsey McNair vinse con la San Diego County Session Ale, poi realizzata commercialmente in collaborazione con Ballast Point e Stone. Nel 2011 il primo posto era invece stato assegnato a Ken Schmidt, dalla cui ricetta erano poi nate la Stone Kona Coffee Macadamia Nut Porter e la Stone Mint Chocolate Imperial Stout.
Parliamo ora dell’edizione 2014 vinta da Chris Banker; la sua birra, dopo aver subito qualche aggiustamento per la realizzazione su scala commerciale, ha debuttato nel settembre 2014 con il nome di Xocoveza Mocha Stout; alla stesura finale hanno collaborato Mitch Steele, ex brewmaster di Stone ed Iván Morales, birraio della Cervecería Insurgente, Baja California, Messico.
Chris Banker ha iniziato con l’homebrewing nel 2009, quando dal Massachusetts si è trasferito in California; col tempo è diventato un Certified Beer Judge ed un membro della American Homebrewers Association, della North County Homebrewers Association, della Quality Ale and Fermentation Fraternity ed ha fondato la Queso Diego – The San Diego Cheese Club. “La ricetta - racconta Banler - è stata ispirata dalla torta di cioccolato messicana; cannella, vaniglia e noce moscata si abbinano benissimo al cioccolato. I miei genitori erano appena tornati da una vacanza in Messico e mi avevano portato dei baccelli di vaniglia messicana che ho utilizzato per la birra del concorso. Ho preso la ricetta di una mia stout e l’ho leggermente modificata per farla rientrare nei parametri dello stile stabiliti dal Beer Judge Certification Program (BJCP). Dopo aver vinto il concorso, Mitch Steele di Stone suggerì di aumentare la gradazione alcolica per darle potenziale d’invecchiamento e la Cervezería Insurgente apportò qualche altra modifica per rendere la birra più “piccante/caliente”.
La Xocoveza Mocha Stout ha riscosso un ottimo successo ed è entrata tra le birre stagionali che Stone produce ogni anno con il nuovo nome Xocoveza for the Holidays & the New Year; luppoli inglesi Challenger ed East Kent Golding ed un parterre non specificato di malti costituiscono la base per l’abbondante speziatura a base di cacao, caffè Mostra, peperoncini Pasilla, vaniglia, cannella, noce moscata e lattosio: l’edizione 2016 ha debuttato negli Stati Uniti il 3 ottobre. Mi era capitato di provare alla spina la Xocoveza a dicembre 2015, quando fu fatta in Italia la presentazione ufficiale di Stone Berlino e furono fatti arrivare alcuni fusti prodotti negli Stati Uniti.
Anche la succursale europea di Stone, a Berlino, ha deciso quest’anno di produrre per la prima volta la Xocoveza che, con un po’ di ritardo, è arrivata in Italia pochissimi giorni prima delle festività natalizie. Nel bicchiere è di colore ebano scuro e forma un bel cappello di schiuma cremosa e compatta, dalla discreta persistenza. L’aroma non è esattamente un manifesto di pulizia e di eleganza ma ci convivono con discreto successo caffè e cioccolato al latte, orzo tostato e peperoncino, vaniglia e cannella. Un po’ confuso ma comunque soddisfacente è anche il gusto, sebbene i vari elementi della “torta messicana” non mi sembrino amalgamati tra loro alla perfezione: caramello e caffè, noce moscata, vaniglia e cioccolato al latte. Al contrario di altre birre simili assaggiate (qui e qui) nelle quali il peperoncino si avvertiva solamente alla fine, nella Xocoveza di Stone Berlino si sente da subito. Il mouthfeel è per me un po’ troppo leggero: è un’imperial stout molto scorrevole ma completamente priva di viscosità o morbidezza e con un po’ di bollicine in eccesso; chiude il suo percorso con il calore del peperoncino e dell’alcool ad accompagnare l’amaro del caffè e delle tostature.
Nel complesso la bevuta risulta discreta, anche se priva del carattere e del “tiro” della versione USA che mi era capitato d’assaggiare qualche tempo fa: il rapporto qualità-prezzo inizia ad intravedersi, ma dal debutto delle prime lattine di Stone Berlino avvenuto a giugno 2016, il livello generale mi sembra purtroppo ancora ben lontano da quello della casa madre di Escondido.
Formato: 33 cl., alc. 8.1%, IBU 50, imbott. 09/12/2016, scad. 05/09/2017, prezzo indicativo 4.00 Euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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