mercoledì 1 marzo 2017

Saison Dupont Cuvée Dry Hopping 2016

Sta diventando ormai un appuntamento annuale fisso quello del blog con la versione Cuvée Dry Hopping della Saison Dupont; variante di un classico realizzata ogni anno selezionando una diversa varietà di fiori di luppolo (no pellets) utilizzati per il dry-hopping.  A dirla tutta, quella che sembra una novità non è però altro che un ritorno al passato; come riporta infatti Yvan de Baets nel suo saggio sulle Saison contenuto nel libro Farmhouse Ales, Culture and Craftmanship in the Belgian Tradition, la Saison Dupont "normale" sino al 1960 veniva sempre dry-hoppata. 
Tutto è iniziato nel 2010 quando 250 fusti e circa 500 bottiglie magnum  di Cuvée Dry Hopping vengono destinate ai migliori clienti del mercato domestico; l’esperimento ebbe successo e venne ripetuto ogni anno  in quantità sempre maggiori, sotto le pressanti richieste del mercato statunitense che la richiedeva a gran voce. 
Nel 2013 è nata la versione con il luppolo l'alsaziano Triskel, mentre nel 2014 è stata la volta del Challenger, coltivato in Belgio;  lo scorso anno ho avuto la fortuna di bere a pochi mesi dall’imbottigliamento la versione 2015 che ha utilizzato il luppolo inglese Minstrel. 
La Saison Dupont Cuvée Dry Hopping 2016 è arrivata lo scorso maggio; purtroppo mi tocca assaggiarla a dieci mesi dalla nascita, condizione non ideale per apprezzare gli effetti del dry-hopping. Il luppolo scelto dal birraio Olivier Dedeycker è il Brewers Gold, del quale mantengo ancora uno straordinario ricordo per come è stato utilizzato in questa Golden Ale di Crouch Vale. La varietà scelta da  Dedeycker non è però inglese ma tedesca: secondo quanto ci dice il birraio, il dry-hopping dovrebbe intensificare i profumi fruttati, soprattutto quelli di agrumi e “frutti bianchi”. 

La birra. 
Il suo colore è dorato, leggermente velato e sormontato da un impeccabile e generoso cappello di schiuma bianca, cremosa e compatta, "croccante", dall'ottima persistenza. All'aroma il tipico carattere rustico del lievito Dupont che richiama la paglia e il fieno, il granaio, la campagna assolata; una delicata speziatura lega assieme profumi floreali, di limone e scorza d'arancia, accenni di banana. Naso pulitissimo, splendida introduzione ad una bevuta che al palato si rivela altrettanto perfetta: vivacemente carbonata, scorre a velocità record solleticando ad ogni sorso il palato, dissetandolo e rinfrescandolo. Pane, un tocco di miele, agrumi e frutta a pasta gialla, accenni di canditi e banana formano una saison intensa che chiude bilanciata da una leggera acidità e da un amaro di buona intensità dove convivono note terrose e di scorza d'agrumi. Alcool ben nascosto, mirabilmente in equilibrio tra l'elegante ed il rustico: la bevibilità è ovviamente quella "assassina" della Saison Dupont, idem per quel che riguarda secchezza e capacità di rinfrescare e dissetare chi se la trova nel bicchiere. Il Brewer's Gold tedesco aggiunge forse un po' più di agrumi alla Saison Dupont regolare, ma sono già passati dieci mesi dalla sua messa in bottiglia: difficile farsi un idea veritiera dell'apporto di quel dry-hopping. Rimane comunque un'ottima occasione per tornare a bere uno splendido classico senza tempo o, per quel che mi riguarda, la birra che mi porterei su di un isola deserta. Bottiglia in ottima forma, rapporto qualità prezzo senza rivali, soprattutto se l'acquistate in Belgio.
Formato: 37.5 cl., alc. 6.5%, lotto 1620A, scad. 07/2019, prezzo indicativo 3.50-4.50 Euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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