Nuovo appuntamento con Eastside Brewing, birrificio laziale (Latina) fondato nel 2013 da Luciano Landolfi, Tommaso Marchionne, Alessio Maurizi, Cristiano Lucarini e Fabio Muzio. La loro storia ve l’avevo raccontata dettagliatamente in questa occasione; il birraio è Luciano il quale riesce ancora a coniugare gli impegni in birrificio con il suo lavoro quotidiano altrove: nel concreto questo “stakanovismo” si traduce nel recarsi in birrificio alla sera e ogni weekend.
Dopo Sera Nera e Sunny Side, Soul Kiss e Sweet Earth è il momento di assaggiare le ultime due birre delle sei che vengono regolarmente prodotte tutto l’anno; allo “zoccolo duro” se ne affiancano poi quattro stagionali, al momento disponibili solo in fusto.
Partiamo dalla Bear Away, una california common prodotta con luppoli Northern Brewer ed una piccola percentuale di Cascade. Ammetto la mia scarsa familiarità con uno stile che, per chi non lo conoscesse, invito ad approfondire su questa pagina. Il nome “Bear Away” fa riferimento alla manovra nautica che si fa quando la barca arriva in boa mure a dritta, poggia e subito dopo vengono issati Spinnaker e tangone, rimanendo sempre mure a dritta: il doppiaggio della boa rappresenta idealmente il passaggio di Eastside da beerfirm a birrificio, avvenuto nel 2015.
L'etichetta raffigurante una mappa ed un faro rimandano sempre alla nautica, mentre le palme richiamano idealmente la California, dove le prime Steam Beer vennero prodotte alla metà del diciannovesimo secolo. Il suo colore è ambrato scarico con riflessi oro antico e forma un buon cappello di schiuma ocra, cremosa e compatta dall'ottima persistenza. Al naso fragranti profumi di pane, biscotto e caramello vengono affiancati da quelli di prugna e ciliegia, frutta secca: aroma semplice ma pulito, non privo di una certa eleganza. Il gusto segue fedelmente l'aroma evidenziando una base maltata con crosta di pane, biscotto, caramello e qualche accenno di miele ad accompagnare le note di frutta; il corpo medio e le poche bollicine conferiscono una sensazione palatale morbida e una scorrevolezza di tutto rispetto. Chiude con un delicato alcool warning e un amaro che ospita frutta secca, mandorla amara, quasi impercettibili tostature: birra pulita, ben bilanciata e con un profilo di malti molto fragrante.
La Witbier di casa Eastside si chiama invece Bere Nice, gioco di parole italo-anglosassone che allude al "bere bene". L'etichetta mi dicono essere una dedica d'amore alla moglie di uno dei soci del birrificio: tra i luppoli e gli agrumi c'è anche un riferimento alla celebre fotografia Le violon d’Ingres di Man Ray, la donna violoncello. L'interpretazione di una witbier secondo Eastside prevede una generosa luppolatura di Citra, Equinox e Mandarina Bavaria e una speziatura "quasi" classica: coriandolo, arancia amara, bergamotto e scorza di limone.
Nel bicchiere si presenta del classico color paglierino sormontato da un generoso cappello di cremosa schiuma bianca, compatta e dall'ottima persistenza. La generosa luppolatura genera un'aroma intenso e pulito, ancora piuttosto fresco, ricco di agrumi: arancia, bergamotto, cedro e scorza di limone; in sottofondo si scorgono pesca bianca, profumi floreali, un delicato tocco di coriandolo e di cereali. Al palato scorre senza intoppi come una "session beer" dovrebbe sempre fare: corpo medio-leggero, forse le manca qualche bollicina in più ma è un dettaglio che passa in secondo piano rispetto ad un'intensità davvero notevole. Il gusto segue fedelmente l'aroma riproponendo un profilo ricco di agrumi bilanciato da lievi suggestioni di frutta tropicale ed una spolverata di coriandolo e cerale: chiude con un bell'amaro dalla discreta intensità ricco di scorza d'agrumi e qualche nota erbacea. Witbier atipica e molto luppolata ma assolutamente convincente quella pensata da Eastside: i tratti caratteristici dello stile ci sono, ma rimangono in sottofondo ad accompagnare il profumato bouquet dei luppoli utilizzati che è il vero protagonista, sia al naso che al palato. Ottimo livello di pulizia con una gradevole acidità a renderla rinfrescante ed un'intensità davvero sorprendente se si considera la gradazione alcolica. Birra molto ben riuscita, con personalità e carattere.
Nel dettaglio:
Bear Away, 33 cl., alc. 5.8%, IBU 24, lotto 33 16, scad. 09/2017, prezzo indicativo 4.50 Euro.
Bere Nice, 75 cl., alc. 4.6%, IBU 14, lotto 46 16, scad. 11/2017, prezzo indicativo 10 Euro.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
L'etichetta raffigurante una mappa ed un faro rimandano sempre alla nautica, mentre le palme richiamano idealmente la California, dove le prime Steam Beer vennero prodotte alla metà del diciannovesimo secolo. Il suo colore è ambrato scarico con riflessi oro antico e forma un buon cappello di schiuma ocra, cremosa e compatta dall'ottima persistenza. Al naso fragranti profumi di pane, biscotto e caramello vengono affiancati da quelli di prugna e ciliegia, frutta secca: aroma semplice ma pulito, non privo di una certa eleganza. Il gusto segue fedelmente l'aroma evidenziando una base maltata con crosta di pane, biscotto, caramello e qualche accenno di miele ad accompagnare le note di frutta; il corpo medio e le poche bollicine conferiscono una sensazione palatale morbida e una scorrevolezza di tutto rispetto. Chiude con un delicato alcool warning e un amaro che ospita frutta secca, mandorla amara, quasi impercettibili tostature: birra pulita, ben bilanciata e con un profilo di malti molto fragrante.
La Witbier di casa Eastside si chiama invece Bere Nice, gioco di parole italo-anglosassone che allude al "bere bene". L'etichetta mi dicono essere una dedica d'amore alla moglie di uno dei soci del birrificio: tra i luppoli e gli agrumi c'è anche un riferimento alla celebre fotografia Le violon d’Ingres di Man Ray, la donna violoncello. L'interpretazione di una witbier secondo Eastside prevede una generosa luppolatura di Citra, Equinox e Mandarina Bavaria e una speziatura "quasi" classica: coriandolo, arancia amara, bergamotto e scorza di limone.
Nel bicchiere si presenta del classico color paglierino sormontato da un generoso cappello di cremosa schiuma bianca, compatta e dall'ottima persistenza. La generosa luppolatura genera un'aroma intenso e pulito, ancora piuttosto fresco, ricco di agrumi: arancia, bergamotto, cedro e scorza di limone; in sottofondo si scorgono pesca bianca, profumi floreali, un delicato tocco di coriandolo e di cereali. Al palato scorre senza intoppi come una "session beer" dovrebbe sempre fare: corpo medio-leggero, forse le manca qualche bollicina in più ma è un dettaglio che passa in secondo piano rispetto ad un'intensità davvero notevole. Il gusto segue fedelmente l'aroma riproponendo un profilo ricco di agrumi bilanciato da lievi suggestioni di frutta tropicale ed una spolverata di coriandolo e cerale: chiude con un bell'amaro dalla discreta intensità ricco di scorza d'agrumi e qualche nota erbacea. Witbier atipica e molto luppolata ma assolutamente convincente quella pensata da Eastside: i tratti caratteristici dello stile ci sono, ma rimangono in sottofondo ad accompagnare il profumato bouquet dei luppoli utilizzati che è il vero protagonista, sia al naso che al palato. Ottimo livello di pulizia con una gradevole acidità a renderla rinfrescante ed un'intensità davvero sorprendente se si considera la gradazione alcolica. Birra molto ben riuscita, con personalità e carattere.
Nel dettaglio:
Bear Away, 33 cl., alc. 5.8%, IBU 24, lotto 33 16, scad. 09/2017, prezzo indicativo 4.50 Euro.
Bere Nice, 75 cl., alc. 4.6%, IBU 14, lotto 46 16, scad. 11/2017, prezzo indicativo 10 Euro.
Buone davvero, specialmente la bere nice.
RispondiEliminaBuone davvero, specialmente la bere nice.
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