Workpiece è il nome dato dal birrificio Hammer ad una serie di birre occasionali/sperimentali che vengono prodotte di tanto in tanto. Workpiece in inglese è il pezzo grezzo da lavorare sul quale si abbatte il martello (Hammer) del fabbro o gli attrezzi del centro di lavoro che danno poi origine al pezzo finito.
Sette sino ad ora le birre realizzate in quest’ottica: Imperial IPA, American Wheat , Hoppy Saison, Imperial Dark Ale, Keller Pils, Pacific IPA e Session IPA : di queste la Pacific IPA è stata la prima ad entrare poi in produzione regolare con il nuovo nome di Koral, seguita dalla Session IPA che se non erro è diventata Microwave.
L’ultima a trasformarsi da “pezzo grezzo” a "finito" è stata la Hoppy Saison, che dalla fine dello scorso gennaio è entrata ufficialmente in produzione regolare e continuativa con il nome di Deville. Non sono riuscito a trovare particolari motivazioni dietro al nome scelto, se non un riferimento all’omonima cittadine francese nel dipartimento delle Ardenne, confinante con quell’Hainaut belga dove le Saison nacquero, prodotte dai birrifici in inverno per dissetare i braccianti agricoli che lavoravano d’estate nei campi. La birra era rinfrescante, fortificante e, soprattutto, più sicura dell’acqua, spesso fonte di possibili infezioni. Ogni fattoria/birrificio aveva la propria ricetta e a quel tempo si faceva la birra con i cereali e le spezie che erano disponibili di volta in volta; sarebbe quindi più corretto parlare di “famiglia di birre” anziché di “stile”.
La birra.
Malto 100% pils, luppoli Hallertau Blanc, Citra, Saaz e Styrian Golding, lievito French Saison: questa la ricetta per una birra che non utilizza nessuna spezia ed affronta il non semplice compito di far convivere una generosissima luppolatura con l’espressività del lievito Saison.
Il suo colore è un dorato un po’ pallido e leggermente velato, sormontato da un generoso cappello di schiuma candida, un po’ grossolana ma dalla buona persistenza. Al naso c’è quella “estate” che vorresti sempre trovare in una Saison: profumi floreali, una bella nota rustica di paglia, pepe bianco; l’asprezza degli agrumi (cedro e lime) è contrastata da un velo dolce che richiama la polpa d’arancia, la pesca gialla e l’ananas, in secondo piano c’è anche un accenno di banana. Fresco e pulitissimo, l’aroma riesce a far convivere l’eleganza dei luppoli con quel carattere rustico che non dovrebbe mai mancare in una Saison. La sensazione palatale è pressoché perfetta: vivaci bollicine, corpo medio-leggero, ottima scorrevolezza. L’intento di creare una Hoppy Saison trova qualche difficoltà in più al palato, dove i luppoli dominano decisamente la scena mettendo un po’ in un angolo la Saison: il mio è un appunto puramente teorico perché la pratica – ovvero bere – dice che nel bicchiere c’è un’ottima birra. Malti molto lievi (pane e crackers), un tocco dolce di tropicale e pesca gialla e poi la bevuta passa in mano agli agrumi, il cui amaro è il vero protagonista affiancato da quelle note terrose che, assieme a qualche spigolo un po’ ruvido (bollcine, speziatura del lievito) ci ricordano in fondo in fondo che stiamo pur sempre parlando di una Saison, anche se più ruffiana che rustica.
Secchissima e molto pulita, attraversata da una delicata acidità, facilissima da bere, la Deville di Hammer non può non entrare tra le mie birre fondamentali per affrontare i mesi più caldi dell’anno: i luppoli e le IPA dominano ancora il mercato della cosiddetta birra artigianale, ma quando incontri “il Belgio luppolato fatto come si deve“ per quel che mi riguarda non c’è proprio partita.
Formato: 33 cl., alc. 5%, lotto 3548, imbott. 01/2017, scad. 31/07/2017, prezzo indicativo 4.50 Euro (beershop).NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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