Torniamo in Austria ad affrontare le birre “crafty”, ovvero prodotti industriali che emulano quelli artigianali cercando d’intrufolarsi nello stesso segmento di mercato, spesso a prezzi più competitivi. Vi avevo parlato qualche tempo fa dell’offerta di Stiegl, birrificio dai grandi numeri ma ancora in mano ad un famiglia, la Huemer-Kiener.
Un altro dei grandi giocatori sul mercato domestico austriaco è il marchio Zipfer, birrificio fondato nel 1842 da Friedrich Hofmann nella città austriaca – ovviamente – chiamata Zipf; il birrificio non ebbe gran successo e nel 1858 fu acquistato a prezzo di “saldo” dal banchiere Franz Schaup. Questa famiglia lo controllò sino al 1970, riuscendo a sopravvivere ai disastri delle due guerre mondiali; in quell’anno avvenne la fusione con il brrificio Brau AG, già proprietario di diversi altri marchi austriaci. La Brau AG continuò ad accorparsi con altri birrifici cambiando nome ad ogni operazione: la denominazione attuale Brau Union Österreich AG risale al 1993 quando avvenne la fusione con la Steirerbrau. La Brau Union venne fagocitata nel 2003 dal gruppo Heineken per 769 milioni di euro: si formò allora il più grande produttore di birra dell'Europa centrale ed orientale, che oggi controlla il 60% del mercato austriaco (nove milioni di ettolitri circa) con sette siti produttivi e una quindicina di marchi tra i quali, oltre a quelli di Heineken, ci sono Edelweiss, Gösser, Kaiser, Puntigamer, Reininghaus, Schladminger, Schlossgold, Schwechater, Wieselburger e Zipfer: praticamente quasi tutto quello che trovate da bere nel locali dell'Austria!
A settembre 2016 Zipfer annuncia la nascita di due ambiziose Meisterwerke, ovvero "capolavori": due birre prodotte in autunno con una varietà di luppolo appena raccolta, nel caso specifico l'americano Calypso, che viene utilizzata per il dry-hopping.
Le birre.
Partiamo con una Pils dorata e perfettamente limpida che forma un bel cappello di schiuma fine, bianca e cremosa, dalla buona persistenza. L'aroma non brilla per intensità o finezza ma è nel complesso pulito: profumi erbacei, qualche remoto ricordo d'agrumi, cereali ed una delicatissima speziatura. Bene la sensazione palatale, scorrevole e morbida: il "pericolo acquosità" che affligge molte birre industriali é scampato. Il gusto segue fedelmente l'aroma nel riproporre pane e cereali, un tocco di miele e di agrumi, un finale amaro erbaceo delicatamente speziato dalla discreta intensità. Abbastanza secca, pulita e bilanciata, non regala molte emozioni ed è priva di quella fragranza che vorresti sempre trovare in una pils. Una pils scolastica e precisa con un lieve carattere agrumato conferitole dal luppolo americano; l'intensità complessiva è buona, direi quasi quasi una piacevole sorpresa per quello che è un prodotto industriale.
L'American Pale Ale si presenta di un colore dorato un po' più carico e leggermente velato; la schiuma è generosa e perfettamente cremosa e compatta. Il naso predilige la delicatezza all'intensità, purtroppo la freschezza lo ha già abbandonato: profumi floreali e di marmellata d'agrumi provano a replicare il bouquet dell'American Pale Ale per eccellenza, la Sierra Nevada. Anche questa Zipfer è piuttosto gradevole al palato: corpo e carbonazione nella media, mouthfeel morbido ma forse un pochino pesante a livello tattile. Caramello, biscotto e cereali formano una base maltata che rimane in secondo piano lasciando il palcoscenico al pompelmo. Anche qui c'è una buona intensità che non è tuttavia valorizzata dalla necessaria fragranza e freschezza: dopo tutto dovrebbero essere ormai sei i mesi passati dalla messa in bottiglia. Un po' deludente il finale, dove l'amaro vegetale e terroso, di modesta intensità, si mostra molto meno elegante di tutto quello che l'ha preceduto.
Nel complesso anche questa crafty industriale non è affatto disastrosa come alcuni prodotti simili che si trovano sugli scaffali dei supermercati italiani. L'intensità è tutto sommato buona, non ci sono ovviamente emozioni ma alla fine il prodotto risulta molto più godibile di alcune "vere" artigianali austriache che s'incontrano nella stessa sezione delle "craft biere" dei supermercati austriaci. Elemento che dovrebbe fare riflettere visto che la differenza di prezzo, al contrario di quanto avviene in Italia, non è così ampia rispetto ai prodotti dei microbirrifici. Tra le due Zipfer Meisterwerke la pils mi sembra comunque un gradino sopra rispetto all'American Pale Ale.
Nel dettaglio:
Pils Calypso, 33 cl., alc. 5.2%, IBU 33, lotto 374G2, scad. 06/2017, 1.39 Euro (supermercato, Austria)
Pale Ale Calypso, 33 cl., alc. 5.4%, IBU 35, lotto 372G2, scad. 06/2017, 1.39 Euro (supermercato, Austria)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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