venerdì 16 ottobre 2020

Track Brewing Co.: Track Half Dome Pale Ale & Paper Moon IPA


Torniamo a parlare di Track Brewing, birrificio di Manchester che avevamo incontrato per la prima volta un paio di anni fa.  La sua sede è in quel Piccadilly Beer Mile che cerca di replicare il più famoso Bermondsey Beer Mile di Londra, ovvero un chilometro di strada ad alta concentrazioni di birrifici  e pub sotto le arcate della ferrovia.  Partendo dalla stazione di Piccadilly passerete in rassegna Beer Nouveau, Chorlton Brewing Company, Manchester Brewing Company, Manchester Union Brewery, Alphabet Brewing Company, The Runaway Brewery, Blackjack Brewery, The Marble Arch, Cloudwater e Track Brewing. La maggior parte di loro è aperta solo il weekend, ma negli altri giorni la birra non manca grazie al Beatnikz Republic Bar, alla Port Street Beer House e alla Seven Brothers Beerhouse. 
Track fu fondato alla fine del 2014 da Sam Dyson: aveva fatto un po’ di  homebrewing ai tempi dell’università ma fu un lungo tour in bicicletta (7500 chilometri!) negli Stati Uniti, dall'Oregon al Colorado, passando per la California, a far scattare in lui la voglia di mettere in piedi un microbirrificio: “in ogni città, in ogni paese c’era un birrificio e – credetemi-  dopo un giorno passato a pedalare tutto quello che desideri è una birra fresca. Ho bevuto degli stili che neppure sapevo esistessero da birrifici a me sconosciuti come Russian River o New Belgium. Ma oltre alla birra mi colpì la gente che incontravo in quei posti, di ogni ceto sociale, tutti che bevevano assieme. Mi chiesi se posti come quelli esistessero nel Regno Unito. Avrei dovuto iniziare a  fare birra al ritorno dal mio viaggio negli USA ma non conoscevo nessuno nel mondo della birra. Così mi rimisi in sella e passai altri due anni in giro per Nuova Zelanda e Australia, Turchia, Sud America”.
Rientrato a Londra, Dyson scopre che le cose stanno cambiando anche nel Regno Unito: lavorava e alloggiava proprio nella zona di Bermondsey, viveva la rinascita brassicola londinese e iniziò a frequentare un corso sulla produzione per poi fare pratica alla Camden Brewery, anche se  ma “mi fu subito chiaro che non mi sarei mai potuto permettere di aprire un birrificio a Londra”La scelta cade sulla nativa Manchester, nei pressi della stazione ferroviaria di Piccadilly (5 Sheffield Street), sfruttando i prezzi contenuti e la temperatura costante nel corso dell'anno (15-18 gradi) che quei locali offrono.  Ad aiutarlo arriva dopo qualche anno il birraio Matt Dutton, fresco vincitore del National Homebrew Champion organizzato dal Brewdog bar di Manchester; del team fanno oggi parte anche Will Harris e Lewis Horne (ex Northern Monk) che si occupano delle birre acide e degli invecchiamenti in botte. 
Ma la birra che ha permesso a Track di spiccare il volo è la Pale Ale Sonoma (3.8%) che ancora oggi occupa il 50% della capacità produttiva. 
Il birrificio si è subito dotato di una piccola taproom che alla fine del 2018 è stata spostata per fare spazio agli impianti nel vicino complesso di Crusader Mill, con una bella vista sui tetti di Manchester; il contratto d’affitto di Track è però scaduto nel 2019 e non è stato rinnovato in quanto Crusader Mill è sottoposto ad una ristrutturazione edilizia. In soccorso sono arrivati gli amici di Cloudwater che hanno messo a disposizione loro un piccolo spazio all’interno del proprio edificio nel Piccadilly Trading Estate per permettere a Track di realizzare un  “pop-up taproom e beershop”.  Dyson sembra intenzionato a lanciare una campagna di crowdfunding per espandersi e trasferire definitivamente il proprio birrificio nel Piccadilly Trading Estate, proprio di fronte a Cloudwater.

Le birre.  

Dopo le ottime impressioni sulla IPA Loose Morals realizzata in collaborazione con Wylam, vediamo altre due produzioni Track partendo dalla Pale Ale Half Dome (5.3%): il nome è ovviamente un riferimento all’enorme roccia di granito nella Yosemite Valley, mentre il mix di luppoli include  Galaxy, Citra e Simcoe. Nel bicchiere è di color arancio pallido, piuttosto velato, mentre l’esuberante schiuma, parecchio scomposta, ha lunga ritenzione. Cedro, bergamotto, mandarino, limone, fiori: il bouquet dominato dagli agrumi è fresco e pulito, intenso, elegante.  Al palato l’intensità cala un po’ di tono ma non ci si può lamentare visto che  stiamo parlando di una birra dalla gradazione alcolica contenuta. Sono sempre gli  agrumi a guidare le danze di una bevuta molto zesty, secca e pulita, sorretta da un sottofondo dolce di agrumi canditi ed ananas. In alcuni passaggi c’è davvero il rischio dell’effetto “aranciata”, dovuto anche al fatto che questa Pale Ale è praticamente priva di amaro e nel finale si spegne: personalmente credo che un po’ di quel carattere terroso-lemongrass tipico della tradizione anglosassone le gioverebbe moltissimo. Ma il suo  problema principale è l’eccessiva carbonazione, annunciata da un leggero gushing: se avete la pazienza di aspettare che le bollicine si calmino, berrete una birra molto pulita e ben fatta.

Passiamo a Paper Moon, una nuova NEIPA (6%) che ha debuttato lo scorso luglio a ritmo di Mosaic, Citra e Vic Secret. Anche lei si presenta di color arancio pallido, piuttosto torbido, e una schiuma fin troppo generosa e molto persistente. Il suo biglietto da visita è un naso fresco ed intenso, fine, molto pulito: ananas, arancia, cedro, lychee, pesca, accenni dank e floreali. Anche Paper Moo paga il pegno di una carbonazione troppo elevata che compromette quella morbidezza palatale che una NEIPA dovrebbe  avere. E anche i sapori sono meno definiti e meno eccitanti rispetto ai fuochi d’artificio dei profumi: diamo un po’ di colpa alle bollicine in eccesso, ma il calo d’intensità da profumi a sapori è un problema che affligge molte NEIPA.  Un po’ di delusione c’è, ma la bevuta è comunque di buon livello, un succo di frutta molto gradevole che termina con un  finale resinoso cortissimo. Il suo potenziale è un po’ inespresso e  bisogna aver un po’ di pazienza ed aspettare che la carbonazione si calmi un po’. A parte questo difetti che le fanno perdere un paio di punti, nel bicchiere c’è una NEIPA dal grande aroma e – fattore di importanza fondamentale per me – priva di quegli spigoli e di quelle ruvidezze  (hop burn) che spesso rendono meno piacevole  del previsto la bevuta di queste birre alla moda.
Nel dettaglio: 
Half Dome, 44 cl., alc.5.3%, lotto 06/08/2020, scad. 06/12/2020, prezzo indicativo 6,00 euro (beershop)
Track Paper, 44 cl.,  alc. 6.o%, lotto 15/07/2020, scad. 15/11/2020, prezzo indicativo 6,50 euro (beershop)

 NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questo esemplare e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio

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