lunedì 29 novembre 2010

Turan Ultrasonica

Turan è un giovane birrificio (attivo dal 2009) nella zona di Montefiascone (Viterbo, Tuscia). Orazio Laudi ne è il mastro birraio, Massimo Serra cura invece gli aspetti comunicativi e, crediamo, il marketing. Birrificio giovane che però ha già in gamma circa 6 birre, tutte ad alta fermentazione. Ultrasonica, come il nome suggerisce, è la versione “ultra luppolata” (Simcoe ed Amarillo, leggiamo) della loro ale belga Sonica. Di un bel color rame, appena velato, schiuma ampia, bianca, cremosa e molto persistente. Naso poco pronunciato con principalmente sentori floreali e citrici, un po’ di caramello in lontananza. Il corpo è leggero, carbonatazione bassa. In bocca dopo un breve attacco di malto predomina una luppolatura speziata ed equilibrata. Finisce secca, con un retrogusto amaro erbaceo abbastanza lungo. Certo, oggi il termine “ultra luppolato” ci porta subito a pensare alla West Coast USA e alle IPA imperiali e in questo senso i 60 IBU di questa Ultrasonica risultano abbastanza innocui. Nel complesso è comunque una buona ale belga piacevolmente amara un po’ “a là De Ranke” che abbisogna però di essere degustata praticamente a temperatura ambiente (intorno ai 18 gradi) per “aprirsi” ed essere apprezzata nel pieno dei suoi aromi e sapori. Bottiglia da 75 cl., ABV 6.6%, 7 € dallo stand del birrificio. Ratebeer la classifica, erroneamente, tra le India Pale Ale.

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english summary:
Hoppy belgian ale from Italian micro brewery
Turan. Copper color with a big creamy long lasting white head. Some light hops (citrus and flowers) and caramel in the nose. Light bodied with low carbonation. Flavor is spicy hoppy with some malt in the background. Pretty balanced brew with a dry finish and a pleasant long grassy bitter aftertaste. The name Ultrasonica stands for a ultra hoppy version of Sonica (the brewery standard Belgian ale). Yet with 60 IBUs this is not an extreme beer, but rather a nice hoppy Belgian a-là De Ranke style. Needs to be almost at room temperature to be fully enjoyed. 75 cl. bottle, 6.6% ABV, 7 €.

5 commenti:

  1. ciao, seguo non da molto il tuo blog; sono appassionato di birra e da alcuni anni cerco di mantenermi informato piu' che posso. al momento non vivo in italia e quindi mi viene difficile poter accedere al mondo della birra artigianale italiana..anche se quando stavo in italia grazie a un piccolo negozietto nel mio paese ho avuto la possibilita' di provare vari prodotti che anche tu hai analizzato. sinceramente considero i tuoi commenti fra i piu' esaustivi e imparziali fra quelli che ricorrono in altri blog o pagine dedicate.. quindi mi mantengo aggiornato sui tuoi commenti (quasi) giornalmente. dopo questa introduzione , volevo sottoporti un giudizio riguardante un articolo che rivede o meglio propone un nuovo modo di classificare gli stili di birra. effettivamente seguendo i criteri normali tra varie metodologie di classificazione mi ci perdo un po e molti stili sono abbastanza aleatori , sovrapponendosi ed in alcuni casi anche discutibili, soprattutto negli ultimi tempi visto che nel mondo artigianale stanno nascendo numerose varianti di stili classicamente riconosciuti. capisco che abbia un senso mantenere la nomenclatura ufficiale soprattutto per quegli stili che hanno storia centenaria, mentre in una panoramica piu moderna vedo che l'insieme delle nomenclature sta perdendo un po' senso.. mio parere personale. quindi, per stringere, cosa pensi di questo articolo? ti lascio il link: http://aleheads.com/2010/09/13/a-new-approach-to-beer-styles/.
    saluti e buon lavoro....
    Matteo

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  2. http://aleheads.com/2010/09/13/a-new-approach-to-beer-styles/


    mi daresti un giudizio su questo articolo???

    Matteo

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  3. si possono fare tanti discorsi, l'iniziativa è lodevole anche se un po' "masturbatoria" concettualmente. l'idea della classificazione per colore c'è già in molti libri (ricordo l'ultimo uscito "1001 beers you must try before you die").

    tuttavia, se ho capito bene seguendo tale approccio una stout diventerebbe una "coffee black ale" o anche una "bitter black ale" (ossia sarebbe uguale ad una "black ipa").

    personalmente il nome "abbey dubbel" evoca un mondo di immagini e di storia (ok, anche se siamo nel 2010 ed oggi tutto è diverso ed orientato al business...) che scomparirebbero subito se la chiamassi "belgian strong brown ale". mi sembrerebbe una birra priva di anima.
    chiusa la parentesi (neo)romantica.

    grazie comunque per la discussione.

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  4. grazie della risposta; in parte e' quello che ho pensato anche io. per gli stili storici ha senso mantenere una denominazione classica perche' appunto implicano secoli e secoli di storia e comunque sono stili ben definiti. La mia "inquietudine" nasce dal fatto che ricercando in internet una analisi dettagliata di tutti ( o quasi) gli stili esistenti o per lo meno quelli riconosciuti "ufficialmente" mi sono scontrato con una serie di elenchi spesso quasi piu' masturbatori che questo, con stili che in realta' sono abbastanza aleatori se non addirittura contraddittori e molti altri inutili e sovrapposti ad altri, specialmente nel mondo delle birre artigianali recenti di origine americana. Poi c'e' sempre qualcuno che si lamenta perche' si perde per strada uno stile piuttosto che un altro, chi non riconosce differenze fra old ale, barley wine e strong ale etc bla bla bla .... . complimenti comunque per le tue recensioni, direi le migliori che fino ad ora ho trovato e soprattutto schiette ed imparziali. saluti ma soprattutto salute!!!! adesso mi vado a leggere le ultime che hai inserito.

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  5. come vedi avevo provato a mandarti un post.. poi non comparendo ho riprovato mlto piu stringato.. beh la risposta gia me la hai data.. quindi a posto cosi.

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