Salutiamo (con sollievo) l'ultima birra francese rimasta in cantina, la Celtika 8,8° prodotta dalla Brasserie de Bretagne; non vorremmo mancare di rispetto ai cugini d'oltrealpe, ma su una settantina di birre assaggiate ne abbiamo trovate forse solo una decina degna di note e, da un ipotetico incendio, ne salveremmo solamente una. La cosa è abbastanza sorprendente, se si considera che ad oriente la Francia confina con il Belgio e basta spostarsi di poche decine di chilometri per imbattersi in veri e propri capolavori. O forse la cosa non sorprende affatto; pensate all'Austria, confinante con il nostro belpaese. Quanti rinomati vini austriaci conoscete ? La Celtika 8,8° è probabilmente la birra bretone più nota; l'abbiamo infatta intravista più volte anche sugli scaffali della grande distribuzione italiana, forte di un etichetta "satanica" che invita ad "entrare all'inferno" e che dunque può far presa anche sul consumatore occasionale in cerca di emozioni forti. E' necessario però andare oltre le apparenze del marketing, per scoprire che in etichettà c'è un fauno e non un diavolo, e per risalire ad una leggenda di quasi duemila anni fa, quando una grande comunità di celti arrivò dalla Britannia per insediarsi sull'etremità nord-occidentale di quella che oggi è la Bretagna. La penisola venne chiamata "Armorica", da "armor" che in celto significava "marina"; i celti "aremorici" erano spesso in guerra con i vichinghi. Secondo la leggenda, lo scontro finale tra i due popoli avvenne a Yeun Elez, un luogo che secondo la mitologia celta rappresenta anche la "porta dell'inferno"; in questa battaglia il re celtico viene sconfitto e suo figlio viene ucciso. Si ritira con sua figlia Celtika sull'eremo di Mont Saint-Michel; un giorno, riceve la visita di un uomo livido in volto. Riconosce in lui il re vichingo, l'assassino di suo figlio; il rivale gli porta in dono un corno di vetro, in segno di pace. Il re celtico lo accetta e quella sera il corno viene continuamente riempito di birra affinchè tutti possano bere per celebrare la pace tra i due popoli. Tutti tranne Celtika, che non accetta di bere assieme all'assasino di suo fratello; s'impossessa di nascosto del corno, e lo getta in fondo ad un lago. I due re si accorgono della sua sparizione e vengono chiamati a cercarlo da una voce spettrale che sembra provenire dall'oltretomba. Il re vichingo scompare misteriosamente nella nebbia, mentre il re celtico, dopo una notte di ricerche, riesce a recuperare il corno. La sera, nel corso dei festeggiamenti, il re vichingo riappare con le sembianze di un fauno e seduce Celtika, portandosela via nella foresta, nella nebbia. All'alba, dal lago riemergono, anch'essi con le sembianze di fauni, il figlio morto del re celtico e quello del re vichingo; i due combattono per tutto il giorno, uccidendosi a vicenda e portando alla pazzia il re celtico. La leggenda vuole che ancora oggi, nelle notti di nebbia a Yeun Elez (oggi una vasta palude di torba), si senta a volte Celtika cantare, accompagnata dalla sua arpa. Se il nostro riassunto/traduzione dal francese vi è poco chiaro, potete dare un'occhiata al sito internet dedicato ( link ) o guardare questo altrettanto farraginoso video.
Ritorniamo alla birra - una bière de garde - che in assenza di un poco pratico corno di vetro abbiamo versato in un moderno teku; bel color ambrato carico, velato. la schiuma è bianca, quasi pannosa, fine, molto persistente. Naso dolcissimo, opulento di frutta candita (soprattutto ciliegia), zucchero a velo, glassa, uvetta, torta di mele, qualche sentore etilico, biscotto al burro. Anche al palato non c'è tregua, con una nuova ondata dolce di frutta sotto spirito (albicocca e pesca) che però viene salvata dal precipizio da una discreta secchezza. L'alcool ha una presenza molto morbida, riscalda senza mai infastidire. Il finale non può che essere abboccato, etilico, ricco di frutta sotto spirito e una curiosa nota pepata. Birra dall'aroma quasi stucchevole, migliora in bocca dove mostra un po' più di equilibrio; è abbastanza morbida, con un corpo medio ed una carbonazione vivace. Che altro dire ? Se a fine pasto vi è rimasta la voglia di un dessert, chiedete se nella carta delle birre c'è anche questa Celtika. Guardando il suo punteggio su Ratebeer dobbiamo ipotizzare che, come molte altre birre bretoni, soffre di una certa mancanza di costanza produttiva; per una volta possiamo allora dire di essere stati fortunati. Formato: 33 cl., alc. 8.8%, lotto CFTG2F4, scad. 06/05/2012, prezzo 2.40 Euro.
Ritorniamo alla birra - una bière de garde - che in assenza di un poco pratico corno di vetro abbiamo versato in un moderno teku; bel color ambrato carico, velato. la schiuma è bianca, quasi pannosa, fine, molto persistente. Naso dolcissimo, opulento di frutta candita (soprattutto ciliegia), zucchero a velo, glassa, uvetta, torta di mele, qualche sentore etilico, biscotto al burro. Anche al palato non c'è tregua, con una nuova ondata dolce di frutta sotto spirito (albicocca e pesca) che però viene salvata dal precipizio da una discreta secchezza. L'alcool ha una presenza molto morbida, riscalda senza mai infastidire. Il finale non può che essere abboccato, etilico, ricco di frutta sotto spirito e una curiosa nota pepata. Birra dall'aroma quasi stucchevole, migliora in bocca dove mostra un po' più di equilibrio; è abbastanza morbida, con un corpo medio ed una carbonazione vivace. Che altro dire ? Se a fine pasto vi è rimasta la voglia di un dessert, chiedete se nella carta delle birre c'è anche questa Celtika. Guardando il suo punteggio su Ratebeer dobbiamo ipotizzare che, come molte altre birre bretoni, soffre di una certa mancanza di costanza produttiva; per una volta possiamo allora dire di essere stati fortunati. Formato: 33 cl., alc. 8.8%, lotto CFTG2F4, scad. 06/05/2012, prezzo 2.40 Euro.
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