Amager Bryghus viene fondata nel 2006 sull’omonima isola che si trova qualche chilometro a sud di Copenhagen, nei pressi dell’aeroporto, da da due amici hombrewer, Morten Valentin Lundsbak and Jacob Storm, entrambi diplomati alla Scandinavian School of Brewing. Il successo del birrificio ha un po’ guidato la rinascita brassicola danese, che vede diverse ed interessanti piccole realtà a cercare di farsi spazio in un mercato dominato da marchi industriali “storici” come Tuborg, Ceres, Carlsberg. Nel 2011 Ratebeer mette la Amager Bryghus al 23° posto tra i migliori birrifici del mondo, che significa anche il miglior birrificio danese, anche se volessimo includere nella “conta” le due beerfirm danesi più famose, Mikkeller e Beer Here. L’ultimo progetto di Amager è una serie di birre ispirate ai sette vizi capitali. Vede così la luce una Double IPA, dedicata al peccato della “gola”, chiamata appunto Gluttony. Alla Amager confessano di non essere dei buoni cristiani; di dire molte parolacce e, quando si tratta di luppolo, di non usare mezze misure; la realizzazione di questa birra sarebbe quindi un modo di espiare il proprio peccato ed evitare il purgatorio. Effettivamente la lista dei luppoli utilizzati in etichetta è davvero “golosa”: Hercules, Citra, Simcoe, Centennial, Amarillo e Sorachi Ace. I malti sono “solamente” Pilsner, Pale e Monaco. Il colore è quello tipico di una Double IPA West Coast: dorato, tendente all'arancio velato; schiuma molto persistente, leggermente ocra, dalla grana fine, cremosa. Il naso non è al massimo della freschezza ma l'aroma è ancora accettabile: leggeri sentori di aghi di pino, poi pompelmo e frutta tropicale (ananas e mango). C'è pulizia, ma vista la batteria di luppoli utilizzati era lecito aspettarsi qualcosa di più. E' forse in bocca dove si sente maggiormente la mancanza di freschezza, forse dovuta ad una conservazione non ottimale nei vari passaggi dal produttore ai distributori e poi al rivenditore finale: dopo l'attacco di malto biscotto c'è una specie di zona "franca", dove emerge una nota alcolica che ne pregiudica la facilità di bevuta. Segue subito un amaro resinoso e vegetale molto aggressivo. Nel finale ci sono note di marmellata d'agrumi, seguite da un lungo retrogusto amaro e resinoso. Ottiene su Ratebeer un ottimo 98/100 e probabilmente, in condizioni ottimali, questa Gluttony è un'ottima birra, dal corpo medio-pieno e dalla consistenza oleosa, molto morbida, quasi cremosa. Questa bottiglia si è invece rivelata molto impegnativa da finire, a causa di una luppolatura poco fresca e scevra di tutta quella componente fruttata che dovrebbe aiutare a bilanciare (o sostenere) l'importante amaro. Il risultato è discreto, ma molto molto lontano da quei mostri ultraluppolati (ma anche facili da bere) che sono le migliori Double IPA della California. Bonus per la surreale etichetta. Formato: 50 cl., alc. 9.4%, lotto 437, scad. 05/2014, prezzo 8.00 Euro
Nessun commento:
Posta un commento