lunedì 12 novembre 2012

Lambrate Ortiga

Dopo molto tempo torniamo ad avere tra le mani una bottiglia del Birrificio Lambrate, ove la produzione è seguita da Fabio Brocca e Stefano di Stefano, e del quale ricordiamo l’ottima Ligera e la lmperial Ghisa.  Questa volta abbiamo optato per l’Ortiga, una Golden Ale il cui nome fa riferimento ad un quartiere di Milano (Ortica, che in dialetto diventa Ortiga) un tempo frazione del comune di Lambrate. Le vignette che compaiono in etichetta si riferiscono invece alla canzone  “Il palo nella Banda dell'Ortica", scritta dal cantautore milanese Walter Valdi e ripresa poi anche da Enzo Jannacci. Per leggere la storia per intero, vi rimandiamo alla pagina sul sito del birrificio. Nel bicchiere è dorata, appena velata; la testa di schiuma è fine e cremosa, bianca, ha buona persistenza. Naso molto fresco e pulito, ricco di lemon grass, scorza di agrumi (lime e pompelmo), leggeri sentori di cereali; ottimi profumi, eleganti e pungenti.  L’ingresso in bocca è leggero quanto basta, quasi “spensierato”; al gusto troviamo una base di malto (pane) molto lieve che lascia subito la scena all'amaro ricco di "zest" (scorza di pompelmo e lime) bilanciato da note più dolci di polpa d’agrumi. Splendido il taglio secco finale, a ripulire il palato e a reclamare subito un nuovo sorso; lascia un retrogusto abbastanza intenso, amaro di lemon grass. L’estrema pulizia e la corretta carbonazione la rendono una birra dalla facilità di bevuta clamorosa; esemplare interpretazione dello stile, l’Ortiga è forse la Golden Ale italiana definitiva. Novembre non è il mese dell’anno più adatto per rinfrescarsi ma, se vi trovate all'interno di un accaldato pub (magari del Lambrate stesso) e volete una dissetante compagna di conversazione, non esitate ed ordinate subito qualche “profumata” pinta di Ortiga. Formato: 75 cl., alc. 4.8%, lotto 136 12, scad. 10/09/2013, prezzo: 8.00 Euro.

3 commenti:

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  2. Che meraviglia, spillata a pompa al brewpub è scelta fissa all'aperitivo del Lambrate (che è ricchissimo e in cui si paga solo ciò che si beve!)

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  3. frequentavo abbastanza assiduamente il birrificio di Lambrate, specie quello vecchio (ha un fascino decisamente superiore, per quanto il nuovo sia migliore per chi voglia bere una birra e basta, magari in solitudo, magari leggendosi un libro in pace), ahimè per espatrio (in francia, non aggiungo altro) potrò solo al rientro per le feste già questo sabato spararmi almeno un paio di brighella, se no che natale è?
    per gusto mio solitamente consumo basse gradazioni possibilmente di carattere inglese, e devo dire che a lambrate mi trovo sempre a mio agio, per quanto basse basse le gradazioni non lo siano del tutto, drago verde a parte. se devo far una critica, ma proprio devo, alla terza a stomaco vuoto se mi date in mano una gaina, una ligera o un'ortiga beh, ammetto che non riesco a distinguerle. comunque sempre ottima la gamma, tolte un paio che personalmente non apprezzo, birrificio che svetta sulla media del nord italia, specie su quelli che li scimmiottano banalmente...

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